lunedì, marzo 02, 2009

I fiori che non colsi: le Pagine Futili

Molti anni fa la Mondadori diede alla luce le Pagine Utili. Diciamoci la verità: se ne sentiva il bisogno. Così tanto che, stressati dalla montagna di GRP sviluppata dalla campagna di lancio, io e il mio amico ci inventammo le Pagine Futili.

Le Pagine Futili dovevano essere un elenco telefonico, o più in generale un elenco di contatti, strutturato in modo da poter (ri)trovare anche persone di cui non si conoscesse il cognome – o l’indirizzo, o che so io.

In pratica dovevano funzionare così. Supponiamo che sabato sera io fossi andata a ballare (all’epoca era un’ipotesi plausibile, mica una boutade) e avessi conosciuto un tale Giorgio, amico di un amico della mia amica Barbara. Poi, però, ho perso il suo numero di telefono, e l’ha perso anche lui (anche quella dei numeri di telefono è una strage del sabato sera, quando andare a ballare non è una boutade). Che faccio? Certo, posso chiedere alla mia amica Barbara di organizzare una cena con il suo amico, chiedendo esplicitamente di invitare il suo amico Giorgio. Ma magari vorrei essere più discreta. E allora ecco l’idea.

Le Pagine Futili sono una struttura che si arricchisce continuamente, in cui alla voce Giorgio troverò una scheda del tipo:
Giorgio X
Amico di: Tizio, Caio, Sempronio, Amico-di-Barbara
Sabato sera era: a ballare
Indirizzo: via x, n.Y, città Milano
Contatti: telefono, (eventuale) e-mail.

Ecco qua.

Ce la siamo raccontata. Abbiamo discusso di una serie di dettagli sulla privacy. Poi ci siamo schiantati sulla tecnologia (era 1996). E ci siamo fatti una risata.

Ridi, ridi, che la mamma ha fatto gli gnocchi. C’eravamo inventati Facebook e ci abbiamo riso sopra.

Il problema di un’idea geniale, quando ce l’hai, è che devi essere abbastanza scemo da continuare a perseguirla anche se, in quel momento, ti sembra una cazzata. Se no poi arriva uno studentello e te la frega.

8 commenti:

piattinicinesi ha detto...

bisogna insistere e andare avanti come muli, chissà che fine ha fatto Giorgio, nel frattempo

Anonimo ha detto...

Brava, Giuliana: "devi essere abbastanza scemo". Se sei intelligente la scarti, finché lo scemo di turno se ne appropria. E' successo anche a me, che sono intelligente come te.

Laura ha detto...

Ehi, un consiglio. Vengo a Milano per lavoro. Un ristorante carino dove, da brava romana, mangiare un VERO risotto e una VERA cotoletta contornata da un bell'ambiente fisico e umano????

VereMamme ha detto...

mia cara, questo dimostra che le idee non sono mai sceme. se mai bisogna essere abbastanza sognatori per chiedersi: ma se volessi farlo veramente, cosa mi servirebbe? e così via. non è per dire, lo sai bene...tutte le grandi invenzioni nascono così, da un animo sognatore e una mente che pianifica (o come disse Walt Disney: if you can dream it, you can do it)

marge ha detto...

Tu sei una molto Avantiiiiii

Anonimo ha detto...

Fantastico!
Ritentate che l'esperienza è d'oro!
Grazie del blog.
Andrea

Annachiara ha detto...

Io l'ho sempre pensato che tu fossi un genio!

Elena Galli ha detto...

sì hai proprio ragione. è capitato anche a me...
è che devi anche avere le prsone giuste intorno. e le palle per continuare a crederci.
sarà per la prossima!
p.s.: chiamami che mi accodo al prossimo progetto!:-)