mercoledì, giugno 22, 2011

La via Emilia e l’ottico anarco-insurrezionalista

Ho sempre pensato che lungo la Via Emilia passi una vena di follia. Non una follia grave, disfunzionale, invalidante; piuttosto una follia che rende le persone particolari, sopra le righe. A crearmi questa convinzione sono stati prima i racconti di mio marito – indigeno di quelle bande – e poi il fatto di averne conosciute un po’, di queste persone.

Un soggetto parecchio interessante è l’ottico anarchico-insurrezionalista di Castelmaggiore, Piacenza.

Va fatta una premessa. Chiunque porti gli occhiali ha un’idea abbastanza precisa di quanto costino, e forse anche del fatto che ci sono poche e difficili enclaves in cui il prezzo può subire dei crolli apparentemente inspiegabili. Il fatto è che il mercato dell’ottica è caratterizzato dal fatto di applicare ricarichi altissimi, che vanno in generale dal 100 al 400%. Quindi, se l’ottico spende 10 per una montatura, poniamo, poi la può rivendere anche a 40 – e a volte anche di più, se l’arredamento del punto vendita è quello giusto. Mica male.

Ora. Tutto comincia con la notizia, non so più quanto tempo fa, che c’è a Castelmaggiore quest’ottico che applica prezzi onesti. Tipo che paghi gli occhiali la metà di quanto li paghi altrove. Quindi, dovendo rifare il parco occhiali al completo, si va. In fondo siamo vicini alla casa di famiglia del coniuge, ci vorrà poco.

E invece. Arriviamo a Castelmaggiore verso le 3 del pomeriggio. Individuiamo il negozio, ma è chiuso. Davanti, 5 o 6 persone evidentemente in attesa. “A che ora apre?” facciamo noi a uno a caso. “Non si sa esattamente, dicono alle 4, 4.30, ma qualche volta anche alle 5”. Ok. Andiamo a bere un caffè. Sono le 15.40 e ora in coda ci sono 8 persone. Alle 16.15 un gelato, e dieci persone. Alle 16.45 apre. Entra il primo.

Per farla breve, noi che siamo dopo 4 clienti (molti ci vanno in compagnia, che intanto si fanno due chiacchiere) entriamo alle 18 circa.

Noi abbiamo in mente gli ottici “normali”: superfici linde, espositori sui muri, cassettini alle spalle. No, non ci siamo proprio. La superficie del tavolo non si vede, è sepolta sotto occhiali fatti, occhiali da fare, montature, prescrizioni. Appoggiate ai muri, vetrine contenenti chissà cosa, ma di certo non montature in esposizione. Alle nostre spalle un espositore con l’unico specchio disponibile, ma piccolo piccolo. Lui è un omino quasi pelato, con la faccia incazzata dei vecchietti da western vecchio stile.

E infatti dopo un attimo apostrofa marito: “E dov’è che stai, tu, a Milano?” “Sì” “Allora sei italiano, gli italiani non mi piacciono” “…”

È che il mondo per questo simpatico si divide in due categorie: gli italiani e i non italiani. Lui ovviamente non è tra i primi. Gli italiani, per dire, sono tutti imbroglioni, ladri, approfittatori (ecco, non mafiosi, questa fascia non è contemplata). Prova ne sia, appunto, il mercato dell’ottica. Verso il quale si lancia in invettive furibonde; lui sa tutto di tutti i marchi, chi è e che fa questo, chi era e che faceva quello, da dove vengono veramente le montature, quali aziende lavorano bene e quali fanno finta. Insomma, ci si fa una cultura nel settore, infarcita di viscerale sdegno.

E allora la sua politica di prezzi è una presa di posizione ideologica, non di mercato. Lui applica i ricarichi di tutti gli altri settori. E ha una caterva di clienti che si sottopongono alla corvée del viaggio, dell’attesa, del comizio (ché se vai da lui un comizio te lo becchi, niente da fare), tutti contenti di tornare a casa con due paia di occhiali al prezzo di uno, spesso con un po’ di resto ancora.

Ah, poi gli occhiali bisogna andare a ritirarli. E lui non risponde al telefono, quindi non lo si può chiamare prima per sapere se sono pronti. E una volta non li abbiamo trovati: gli occhiali erano stati fagocitati dal tavolo. Succede. Altro giro, altro regalo.

P.S. per ulteriori informazioni, scrivetemi in pvt

3 commenti:

Maurice ha detto...

Ganzissimo.

M di MS ha detto...

I prezzi sembrano interessanti, ma barattare lo sconto con il pilottone noooooooooooooo!

mammaatorino ha detto...

grande, però mi sa che da Torino la differenza me la faccio in benzina+autostrada...:) peccato. Qui son tutti ladri gli ottici!