lunedì, luglio 25, 2011

Mi faccia il pieno. Di bellezza, grazie

Alla fine in vacanza non ci volevo più andare. Tutto il tira e molla andiamo-non andiamo, il dove-chissà, i ti-faccio-sapere, ecco, mi avevano messo male. Me ne sarei stata volentieri in ufficio a lavorare. Ma il week end a Potenza per portare il pupo dai nonni non si poteva saltare in ogni caso. E allora lunedì vado al parco a fare colazione con Catepol, intenzionata a fermarmi a lavorare lì, e passa Paola. Paola non è un’amica qualunque. Siamo state insieme al liceo, e poi all’Università, dividendo sempre la stanza. Una convivenza paragonabile a quella con mio marito, dunque, con il quale ci accingevamo a festeggiare 10 anni di matrimonio (da cui la vacanza). E insomma io Paola la dovevo vedere, quella mattina, ma più tardi. non sapevo che anche lei fa parte della schiera di potentini che al mattino vanno a correre-camminare-allenarsi al parco.

Exit Catepol, entra Paola. Le racconto della vacanza che manderei volentieri al diavolo, poi passiamo a parlare di noi, come se fossimo al tavolo di cucina di una qualunque delle nostre case bolognesi. E a un certo punto ci raggiunge marito.

Non ho lavorato niente. Sono stata al parco dalle 8 all’una e mezza. E all’una e mezza Paola ha fatto l’ultima telefonata, prenotandoci un albergo a Maratea.

Sia Paola che Maratea fanno parte di un’altra vita, per me. Di quando l’estate prendevamo la mia Panda azzurro puffo e andavamo ad organizzare il Marajazz, glorioso e fugace festival del jazz. Per dire, nella Panda hanno posato le artistiche chiappe tipi come Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Rita Marcotulli, Palle Danielsson, gente così. Che venivano prelevati all’aeroporto di Napoli e trasportati fino alla costa perché si esprimessero sul piccolo palco di Parco Tarantini. E poi si andava a cena da Cesare a Cersuta, e poi al porto, in un bar che ha cambiato gestione, a tirare mattina. E poi si ricominciava, ogni giorno una spiaggia diversa, e l’aeroporto, e così via: la Panda era in servizio 24 ore su 24.

Quando Maratea è entrata nella mia vita “da sposata” è stato invece molto diverso. Gabriele aveva 10 mesi e fingeva di non saper camminare da solo per farsi portare per mano da tutta la famiglia. C’erano i nonni e la zia e non c’erano i musicisti. C’era una bellissima terrazza con una vista da paradiso in terra e le cicale e i profumi nell’aria, e c’era una spiaggia, quella di Fiumicello, bella ma sempre la stessa. Marito era diventato insofferente dopo poco. L’idea di prendere la macchina anche per andare a comprare le sigarette, del paese in cima al bricco, di spiagge alternative dove la distanza “in linea d’aria” era sempre in verticale; tutto questo lo faceva andare fuori di testa.

Per questo quando Paola se n’è uscita, lunedì scorso, con un candido: “Andate a Maratea! Vi mando da un mio cliente” (Paola fa la mercantessa d’arte. Io li amici che fanno, chessò, gli impiegati, proprio non mi sono mai capitati), io devo aver assunto un’espressione ambivalente. Da una parte mi sentivo luccicare gli occhi, dall’altra mi sentivo in colpa per il solo aver pensato di infliggere a marito quello che già sapevo essere un supplizio. Ma a Paola non si dice di no facilmente. E la mattina dopo eravamo in viaggio verso Maratea.

Ho instagrammato un sacco, quindi quanto è bella non lo racconto neanche. Ma non potevo instagrammare me.

La bellezza, secondo me, è un fatto etico prima che estetico. Modifica e migliora il nostro modo di stare al mondo, perché migliora il mondo. La bellezza ci nutre, non ha bisogno di spiegazioni, ignora il senso della parola praticità.

Ho provato a spiegarlo a marito, un giorno in cui avevo provato a portarlo in una spiaggia (la Darsena) dove però il mare grosso aveva lasciato solo scogli e sparute passerelle, e per un attimo ho temuto che lui mi avrebbe volentieri buttato di sotto. Ho provato a spiegargli che dopo 7 anni avevo bisogno di quel paesaggio, di quel modo così selvatico di darsi di quella costa, di quel silenzio, di quei profumi, di quei colori, di quella luce, di quegli scogli, di quelle grotte: di tutto quanto, insomma. Per i prossimi 7 anni, diciamo. Ci ho provato e non so se ci sono riuscita. Suppongo di no, visto che mi ha mandato a quel paese, in modalità anniversario, certo, ma mi ci ha mandato.

Sono stata egoista, lo so. L’ho voluto per me, non per noi. Ma adesso ho un pieno di bellezza addosso, e questa bellezza mi renderà migliore. Anche per lui.

Alcune info pratiche
Maratea si estende lungo i 30 km di costa lucana sul Tirreno, nel golfo di Policastro. Il paese si trova in alto, a circa 500 m. sul livello del mare. Le spiagge vere e proprie sono poche, mentre abbondano le calette, raggiungibili in macchina ma che richiedono delle belle scarpinate, spesso in verticale, appunto. Quindi se avete lo spirito delle capre di montagna va benissimo, e meglio andare al mare con le scarpe da tennis piuttosto che in ciabatte.

Io ho soggiornato all’Hotel Martino, a Marina. Il paesaggio che si gode da lì è veramente straordinario, si vede anche il Cristo Redentore che domina il golfo, con tutti i suoi tornanti sospesi nel vuoto, e sotto il golfo tutto intero. È pieno di piante e l’unico rumore che si sente è quello delle cicale. Un paradiso. Il servizio è discreto, ma non c’è una grande cura per i dettagli. Evitate accuratamente la colazione e non vi rovinerete la giornata.

La sera a Maratea non c’è niente. Nel senso di niente. Si può fare una passeggiata in paese o bere qualcosa al porto, ma non vi aspettate nessuna movida. Però si mangia piuttosto bene, e si beve meglio: i ristoranti del posto hanno scoperto alcune etichette della regione molto valide, che possono stupirvi. Per i bambini va bene solo se sono proprio piccoli, e in questo caso meglio scegliere posti come Acquafredda o Fiumicello, che hanno spiagge più ampie e attrezzate e soprattutto una discesa a mare accessibile direttamente dal parcheggio. Quando diventano più grandi meglio cambiare costa per qualche anno, perché servizi per loro non ce ne sono.

Infine, mi corre l’obbligo di ringraziare di cuore Arianna di Officina 27, la mia trainer, Margherita, la mia partner, e naturalmente il signor Pilates: a tutte queste persone va la mia infinita gratitudine per avermi fatto affrontare la prova bikini 2011 con grande disinvoltura :)

7 commenti:

M di MS ha detto...

Molto bene!
Ma non ho capito: l'anniversario lo hai festeggiato per i fatti tuoi?

Giuliana ha detto...

oddio, si capisce questo??? ma no, scusa, ovvio che l'ho festeggiato con marito! :D

Fabi ha detto...

Buon anniversario...e amore è anche questo no...fare ogni tanto qualcosa che all'altro proprio non va!!! ...poco importa se se l'è trovato belle che organizzato no!!! Dalle tue parole comunque, Maratea mi ha incuriosita molto...

Giuliana ha detto...

Fabi, se ti ho incuriosito vai a farci un giro, non te ne pentirai. e comunque alla fine marito ha gradito, come no. solo che non poteva darmela vinta troppo facilmente :)

pOpale ha detto...

Buon anniversario... mia moglie per un anniversario mi ha portato alle terme per la prima volta in vita mia e sembravo un nativo americano in mezzo al primo gruppo di missionari che cercavano di mettergli le scarpe! Meglio il mare!!!

catepol ha detto...

ma brava :)

Giuliana ha detto...

@pOpale: ecco, io per esempio alle terme non ci sono mai andata. sarà per il prossimo anniversario :D

@catepol: è stato decisamente un caffè fortunato :)