martedì, febbraio 13, 2007

Quando dico Dico

Quando dico Dico so già che sono su un terreno minato. Il fatto è che quando dico Dico io sono parecchio confusa, e cerco di spiegarmi, così magari alla fine tutto risulta più chiaro anche a me.

Io e il mio attuale marito abbiamo convissuto per due anni prima di sposarci, e sì, ci sentivamo una famiglia, anzi lo eravamo. All’epoca vivevamo ancora nella casa nomade, e facevamo cose da single ma in coppia, insomma tutto parecchio rutilante e sempre in movimento, ma ciò non toglie che ci sentivamo una famiglia. Finché una sera, non so né per come né perché, lui mi ha detto, semplicemente: “Sposiamoci”. Io ho pensato che scherzasse, e gli ho di sì, ridendo. La mattina dopo però mi è sorto il dubbio che invece dicesse sul serio. Ci ho pensato tutto il giorno, e quella sera, facendo l’indifferente e prendendola alla larga (perché che figura ci faccio se lui davvero scherzava?) gliel’ho chiesto, e lui mi ha confermato che sì, era serio, mi aveva davvero proposto di sposarci (che non è esattamente “proposto di sposarlo”). Non ci è venuto neanche in mente di chiederci perché, ma mi sento di escludere che fosse per questioni fiscali o patrimoniali o sanitarie o quant’altro. Fatto sta che a quel punto ci sentivamo una famiglia lo stesso, ma un po’ di più, con la casa nomade e le cose da single ma in coppia e tutto il resto. Immagino che, anche se ci fossero stati i Pacs, o i Dico, o i Chessoio, ci saremmo sposati lo stesso. Scelte.

Ora, io spero con forza che i Dico passino, prima di tutto per assistere alla vittoria della Rosy Bindi che si mette contro Sua Santità (mi sento solidale con lei, anzi, la ammiro proprio, non c’è alcuna ironia).
Lo spero, a dir la verità, soprattutto per le coppie omosessuali, altrimenti condannate a rimanere cittadini di serie B per l’esclusione da diritti sacrosanti quali quello di assistere il proprio compagno/a, e perché no, quello di ereditarne i beni. Lo spero, per le stesse ragioni, per le coppie di fatto (due sorelle, zia e nipote, ecc. ecc.), che pur vivendo insieme da una vita si vedono negare quegli stessi diritti. Mi è abbastanza indifferente, invece, per le coppie di conviventi etero, e per un motivo molto semplice: loro hanno un modo per acquisire questi diritti, e i casi in cui non è possibile il matrimonio sono estremamente rari (un divorzio che non arriva, mi viene in mente, qualcuno ne ha altri?), e dunque possono, in qualsiasi momento, passare dall’altra parte della barricata.
Lo ripeto, giusto perché non ho intenzione di passare per la papista che non sono: io ho convissuto, molti miei amici convivono, alcuni di loro hanno figli, e non le considero famiglie diverse dalla mia. Dirò di più: nonostante sia una cosa sancita dalla Costituzione, non capisco il motivo per cui la famiglia debba essere esclusivamente quella basata sul matrimonio (a parte la questione della poligamia, naturalmente, ma allora questa diventa una norma di carattere culturale).

Però vorrei che qualcuno mi spiegasse la posizione delle coppie conviventi più oltranziste. Mi spiego meglio. Sentita in TV (L’Infedele, la scorsa puntata): “Noi che non siamo sposati dobbiamo rinnovare quotidianamente la nostra promessa, mica la facciamo una volta per tutte come quelli che si sposano”.
Allora io devo aver saltato un passaggio, perché non mi è stato messo nessun chip della fedeltà-e-amore-eterno quando mi sono sposata. È come dire che dopo il matrimonio le donne ingrassano. Certo, tutte possono ingrassare, più o meno, ma è dopo una certa età, non dopo il matrimonio, quello succedeva negli anni 50.
Poi la signora (perché dopo i 18 si è tutte signore, mica per via dell’anello) continua: “Un matrimonio dura in media 4 anni, le nostre unioni possono durare una vita”.
Auguri, me ne compiaccio. Ma ti ascolti quando parli?

Qualcuno può essere così gentile da spiegarmi che cosa significa? Qual è l’argomentazione? Qual è la differenza tra il matrimonio e un patto che garantisce gli stessi diritti del matrimonio? Una firma è una firma, nessuno obbliga nessuno a dire sì davanti a un prete. Qual è il punto?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Eh, il punto, cara mia, è il millenario potere della chiesa. Che essa continua ad esercitare nonostante i politici divorziati, ma non per questo meno adepti o i giornalisti proni ai politici divorziati e probabilmente divorziati anch'essi. E non continuo perché la lista è lunga e tediosa.
E comunque, sotto sotto, Rosy c'ha le palle! ;-)
La meringa

Giuliana ha detto...

ok, Meringa, ma che c'entra tutto questo con i matrimoni civili? dov'è il millenario potere della chiesa in questo caso?
continuo a non capire... (mentre è indiscusso che Rosy c'abbia le palle :))

Anonimo ha detto...

Il potere della chiesa è dovunque. Fin nell'aria che respiri....basta che segui i titoli del TG1...
Io ero in Francia quando hanno approvato i PACS (che lì non sono il nome di un supermercato come qua i DICO) e il tutto è stato fatto senza battere ciglio...

Giuliana ha detto...

meringa, quello che dici è vero, e posso capire la posizione della chiesa (anche se sta veramente esagerando, stavolta). quello che davvero non capisco è perchè ad una coppia che convive possano andar bene i dico e non il matrimonio civile.
se ne parla anche qui http://www.vibrissebollettino.net/archives/2007/02/ma_allora_perch.html
e qui
http://www.maestrinipercaso.it/2007/02/lansia-di-non-capire.html
(e sicuramente anche in un sacco di altri posti, ma insomma faccio quello che posso)

Giuliana ha detto...

c'è anche questo bellissimo post, che guarda la questione dal punto di vista di una persona cattolica
http://angelaesiste.blogspot.com/2007/02/prima-dello-scisma.html

Anonimo ha detto...

D'accordo con te al 100%, Giuliana!
Ok ai Dico (o che altro) per le varie forme di convivenze accertate da te elencate.
Gli "etero" hanno invece da sempre 2 chance: matrimonio civile (rapido ed economico, per gli insofferenti delle cerimonie, per gli atei etc.) o quello in chiesa.
Inoltre, mettere su famiglia (parlo sempre di etero) vuol dire pure assumersi responsabilità, fare una scelta matura e consapevole, trasmettere certi valori civili ai figli.
Invece molti hanno paura di sottoscrivere il "contratto" matrimoniale e tutti i doveri che comporta. I furbi vogliono solo i diritti. Ma và...
Perchè la legge, in questi casi, vuole assecondare l'immaturità ed i capricci di certi cittadini?

copyman ha detto...

Sottoscrivo al 100% il tuo post e il commento di Marketingpark.

Anonimo ha detto...

mai pensato che tutto quelo che ci vomitano addosso da Roma, Vaticano e limitrofi dipenda solo dal nostro essere storicamente pecore e culturalmente ipocriti?
viva i protestanti. meglio se olandesi (che sono + fighi)

Francesca Palmas ha detto...

Leggo il tuo blog a ritroso e non posso fare a meno di lasciare messaggi perchè mi piace molto...La penso tale e quale a te proprio sputato...
Evviva non sono l'unica a pensarla così :)