Sono malata. Da ieri. Faccio fatica ad alzarmi dal letto, respiro male, ho una macina da mulino poggiata sulla testa e consumo fazzoletti di carta alla velocità di un'eroina di telenovela brasiliana.
Per un attimo ieri ho anche pensato di andare a lavorare, oggi, visto che ho centinaia di cose da fare, ma poi mi sono detta che (a parte il fatto che fisicamente non ce la faccio, ma questo ieri non lo sapevo) sarebbe scorretto. Nel tempo ho maturato questa convinzione: è scorretto andare al lavoro quando si è malati. Significa infettare tutti. Significa non avere rispetto delle persone che ci circondano. E non è detto che serva, dal momento che il rendimento sul lavoro in condizioni di salute precarie non può essere quello normale. Del resto abbiamo un sistema previdenziale che serve anche per questo.
(Tutta questa tirata non significa che me ne sto a casa ogni volta che ho il raffreddore. L'ho fatto anch'io, di andare a lavorare con 39 di febbre, e non dubito che lo farò ancora.)
Il fatto è che non è visto bene, stare a casa quando si è malati. C'è un margine di tolleranza se ti sei spezzato le braccine in un incidente di moto, ma con la febbre devi essere al tuo posto. Una delle regole non scritte, naturalmente, visto che nessuno si sognerebbe mai di dirtelo.
Beh, non sono d'accordo. Farà anche figo trascinarsi per i corridoi smoccolanti e sbuffanti, millantando notti insonni e febbroni da cavallo, ma dal mio punto di vista è una stronzata.
Se mai avrò un'azienda, stabilirò una policy durissima su questo:
"L'azienda XY è contaria alle epidemie provocate dai collaboratori. Per questo motivo, chi sarà trovato al suo posto di lavoro in condizioni di salute non ottimali e potenzialmente rischiose per gli altri, sarà immediatamente allontanato, con nota di demerito per non aver rispettato la civile convivenza all'interno degli uffici."
Ecco. Oggi me ne starò sotto le copertine, computer sulle ginocchia, a fare quello che posso per il fatturato. Ma la prossima volta che vengo avvicinato da un collega febbricitante gli spezzo le gambine.
10 commenti:
Concordo. Asssolutissimamente concordo! :-)
Effinalmente una personcina con la testa sul collo!
Andare a lavorare con la febbre è da folli! Si fa da untori e basta. E poi si corre a fare la vaccinazione antiinfluenzale, si devono prendere gli antibiotici e poi....vabbè, meglio non fare polemiche! Verissimo che c'è un sistema previdenziale apposta, quindi è bene usarlo quando necessario. Per la propria salute che è la cosa più preziosa che abbiamo, da lì viene poi tutto il resto!
Guarisci presto!
E poi è orrendo vedere ste narici arrossate, le mani ingombre di pallette di fazzolettini accartocciati, le voci nasali, gli attacchi di tosse catarrosa!!!! Ma certo che è meglio starsene a casa!!!! Brava. E riposati coccolandoti pure un po'!
anche a me sembra un'ottima idea...allora non sono l'unica che vede come una sorta di 'maleducazione' (non mi viene un termine migliore) quello di andar a lavoro-palestra-università ammalati contagiando tutti...Il problema è quando è tuo fratello ammalato. E ti attacca un mal di gola scemo e fastidioso :(
Ammetto che anche io sono stato un potenziale untore in questi giorni, preso dal senso del dovere "inutile" sono venuto in ufficio con raffreddore e tosse. Oggi che mi sento meglio, quando la mia collega di stanza è entrata con il fazzoleto in mano l'ho guardata come fosse una terrorista e un piccolo senso di colpa ha fatto capolino quando ho aperto la finestra dicendole "sai i microbi" ;).... Che bastardo.
dove devo mandare il CV? ^_^
Riguardati! ^.^
@ popale: sei un bastardo. augh!
Bravissima! Generalmente quelli che lavorano anche in agonia sono untori e tendono poi a riammalarsi più frequentemente (si strapazzano il sistema immunitario)...
Spero che nel frattempo tu sia guarita :-)
Vedo solo ora che hai cambiato veste grafica al tuo blog, quello che non è cambiato, per fortuna, è il tuo modo di scrivere che mi piace molto. Spero intanto che a te sia passata, se ti consola io sono a casa con una stramaledetta influenza intestinale :( Bye-Bye
Sono d'accordo con te! Solo che con queste nuove forme contrattuali, di cui ahimè sono vittima insieme ad uno stuolo di giovani leve, il sistema previdenziale non interviene, perciò chi non lavora non viene pagato....
Guarda, continuare a lavorare con la cervico-brachialgia non è stato piacevolissimo! :(
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