mercoledì, novembre 07, 2007

Le nuove patologie del lavoro – parte seconda

Non avevo intenzione di ritornarci, giuro, ma oggi su Metro in prima pagina c’è questo articolo:

“Tutte le malattie da lavoro atipico” di Fabio Paravisi

Essere precari fa male al conto in banca. E anche allo stomaco, e alla schiena, e agli occhi e al sistema nervoso. Chi lavora senza contratto e non sa da che parte arriverà il prossimo stipendio se n’era già accorto. Così come si era accorto che le malattie le deve evitare anche perché, semplicemente, non se le può permettere. Ora se n’è accorta anche l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, che ha stilato il catalogo delle malattie professionali del precario.
Ecco il referto (pubblicato su Repubblica.it [ma che non ho trovato, quindi tanto peggio per repubblica.it, ndr]): insicurezza psicologica progressiva, stress, gastriti, disturbi cardio-circolatori, problemi nervosi.
Li chiamano “nuovi rischi per la salute derivanti dalle forme di organizzazione del lavoro recenti e atipiche”. E vengono dal fatto che la serie di contratti a breve termine “aumenta la sensazione di insicurezza e marginalità, provocando stress e preoccupazione”. Ai quali, per gradire, si aggiungono anche bullismo e molestie.
Gli esperti dell’Agenzia europea invocano la “necessità di trovare presto vaccini e terapie”. Ai meno esperti un vaccino viene già in mente: si chiama contratto.

Il mio collega R. ridacchia e dice che lui, per fortuna, non ha niente. La mia collega O. ribatte: “E certo, hai il contratto di quattro anni!”.

Questa la situazione. Qualcuno (me compresa) può permettersi il lusso di farci su dell’ironia, altri no. Vacciniamoli!

11 commenti:

marge ha detto...

Ho letto stamattina questo articolo e......ti ho pensato

copyman ha detto...

Toh! Dopo essermi dato dell'ipocondriaco da precariato, anch'io ho pensato a te :-)

Anonimo ha detto...

Sai che io lavoro adesso come apprendista, 4 anni di contratto, ma per 5 anni sono stata precaria...E lavoro anche con questi problemi, trattando del tema 626 e limitrofi nella mia attività. Ne vedo tante. E a quasi 29 anni ringrazio persino di essere un'apprendista per un lavoro che so fare bene da anni...Il precariato colpisce in modo indelebile l'identità personale...

Giuliana ha detto...

quando il corpo si ribella, forse è arrivato il momento di ripensare cose che davamo per scontato che andassero così.
astralla, da noi è pieno di persone nella tua situazione, e nota bene che la mia azienda non è di quelle che "ci marciano" con i contratti di lavoro precari; al contrario, appena è possibile (di solito dopo uno stage), il minimo che propongono ai più giovani è un contratto di quattro anni (se tieni conto del turn over nel settore, è anche più del tempo che una persona passa mediamente nella stessa azienda, anche se con contratto a tempo indeterminato).
forse è il momento di pensarci.

scrittricexcaso ha detto...

E' pazzesco come siano cambiate le cose..pensa che anche a scuole ( ovviamente le private ) fanno contratti a termine con stipendi da fame...ma la vita rincara ed i vecchietti si aggiungono a fare la coda x mangiare gratis dai frati o alla croce rossa...stiamo raggiungendo la parodia di noi stessi... se ti capita vai sul blog mio che ti linchi a quello di galadriel x emergenza paese,salute,terra!!!

Giuliana ha detto...

scrittrice: ho presente, nella scuola di mio figlio c'è un giorno di sciopero al mese indetto dai precari...
ah, quando è arrivato il tuo commento stavo guardando il video :)

Anonimo ha detto...

Se non ci si fa sopra dell'ironia, ci si ammala veramente. Per me, cmq, il principale disturbo sono i calli: quelli che ho sviluppato nei confronti della precarietà, perché è da quando ho cominciato a lavorare, 7 anni fa, che non ho mai avuto un contratto più lungo di un anno. E lavoro bene o male nella stessa azienda dal giugno 2003, ma sempre su un "progetto" diverso :-(

Annachiara ha detto...

Pensa che quando lavoravo a Parigi, colmo dei colmi, proposero a tutti i precari di essere assunti a durata indeterminata. Il sistema lì funziona bene ( o almeno all'epoca funzionava bene) per cui ci fu gente che rifiutò di essere assunta perché non voleva sentirsi legata. Poi lì, sei licenziato e ti pagano l'indennità e poi ritrovi subito lavoro....

Giuliana ha detto...

chiara, in bocca al lupo, e soprattutto non ti ammalare, che tieni famiglia :)

annachiara: il problema è sempre quello: gli italiani non sono neanche capaci di copiare. prendiamo una legge come la legge biagi e la tagliamo e la ritocchiamo come ci fa più comodo in quel momento, e poi ci rendiamo conto che è diventato un aborto. è tutto talmente desolante...

Anonimo ha detto...

Dici bene, è desolante... Guardare gli annunci di lavoro fa venire da piangere: segretarie a progetto e direttori per tre mesi. Assurdo!
La ciliegina sulla torta è che i precari non hanno nemmeno i soldi per curarsi!

(Anche i parlamentari in fondo sono nostri dipendenti precari... dici che ce l'avranno un pochino di gastrite???)

Giuliana ha detto...

alberolistico, quello che mi fa ridere di più sono i direttori per tre mesi. ma francamente, se tu avessi un'azienda vorresti un direttore PER TRE MESI???
quanto ai parlamentari, credo che ce l'abbiano, la gastrite, ma non perchè sono precari :)