L’uso di calici e flutes richiede riti appropriati. Prima di tutto vanno recuperati dal loro pensile, quello un po’ in alto perché il bambino non ci possa arrivare, e il cui sportello reclama ormai da tempo un intervento di manutenzione (è uno di quegli sportelli che si aprono a libro, e le cerniere non sono più abbastanza scorrevoli, per cui ogni volta che si apre c’è il rischio che si chiuda di colpo, con conseguenze inenarrabili sulla cristalleria ivi contenuta). Calici e flutes sono di quelli alti alti, con gambi così sottili che pare si spezzino ogni volta che li sfiori, e di un cristallo sottile sottile, che suona appena li guardi. Solo bevendo da questi calici si acquisisce la reale cognizione dell’aroma del vino, cognizione che può essere conservata per tempi più casalinghi, quando si beve nei bicchieri di cucina. Solo brindando in questi calici si percepisce di aver davvero brindato, e di aver fatto tutto perché gli auspici formulati si realizzino senza indugi.
Dopo l’uso di calici e flutes c’è il rito del lavaggio. Naturalmente della lavastoviglie neanche a parlarne. Si stende uno strofinaccio o una tovaglia pulita sul tavolo, si prepara l’acqua col detersivo in una vaschetta e poi si procede. Uno per uno, si lavano, si adagiano nell’altra vaschetta, poi si risciacquano e si mettono ad asciugare a testa in giù sul tavolo.
Questo del lavaggio di calici e flutes è un momento di riflessione, quasi di meditazione. Metti che sia la mattina di Capodanno, e che la sera prima si sia mangiato e bevuto e chiacchierato e quant’altro fino ad un’ora pericolosamente vicina all’alba, e che alle 10 una sveglia dalle sembianze di bambino di 4 anni annunci che è giorno e reclami la colazione. L’ingresso nella casa, perché è così che lo si percepisce, non come una semplice uscita dalla camera da letto, può essere uno choc: pile di piatti con tracce di avanzi le più varie, dal cotechino con le lenticchie al pandoro alle creme al mascarpone, con le loro varianti al cioccolato e all’alkermes, da testimonianze di pinzimonio a ultime vestigia di frittura di pesce; tutto ciò, unito alla consapevolezza che nessuno si alzerà prima di un paio d’ore, possono influire in maniera marcata sull’umore del primo giorno dell’anno. Se però, fatto lo spazio necessario, ci si rifugia nel lavaggio di calici e flutes, cambia tutto, e l’atmosfera acquisisce una sfumatura zen che non necessariamente coincide con i propri propositi ma che è un vero balsamo per l’anima. L’acqua che scorre, il tintinnare del cristallo, quello scivolare delle mani sulla superficie liscissima, dopo un po’ restituiscono una pace quasi metafisica ad un animo che proprio in pace non era, ma per questioni bassamente terrene.
Buon anno a tutti.
9 commenti:
Quando avrò dei calici e flutes miei ti penserò...!
Non mi è concesso lavarli, solo quelli, perchè è come chiedere a un elefante di fare attenzione in un negozio di cristalleria o_O
Io ho brindato fuori casa e con calici di plastica trasparente. La mattina dopo ho ascoltao l'oroscopo del 2008 e sento che la Bilancia avra' vita dura fino a Giugno. Sarebbe stato meglio avere mille calici e flutes per perdersi un po'.
Buon anno!!
ciao cara giugliana
navigando sui siti di mamme ho scoperto il tuo blog e volevo dirti, a proposito dei flut che anche io combinazione ho fatto un'esperenza simile. un capodanno con bicchieri nuovi di zecca, ereditati da un vecchio zio e il primo dell'anno passato a lavarli con calma, nella quiete della mia casa silenziosa. il motivo? i miei figli (due bestie di 3 e 5 anni) sono dai nonni per una settimana..... iupppiiiiiiiii
il problema e' che li amo tanto, stiamo anche pensando a farne un terzo. saremo pazzi?
visita il mio sito, credo si possa piacere
http://www.vivere-semplice.org
ciao e piacere di conoscerti.
sabrina
perchè non ci siamo come link con www.mammenellarete.it o http://blog.mammenellarete.it/
ufffi!! : ))
betta
è vero che ci hai portato traffico...grazie...però...
Noi abbiamo usato: un bicchiere per il vino bianco, uno per il vino rosso, uno per brindare e uno per un eccentrico mohito al basilico. Peccato che uno volesse proprio dire uno. Sempre lo stesso. Lavato tra un sorso e l'altro!
Buon inizio anno!
sonia
io ancora non ho finito di lavare tutti i piatti. quasi quasi mi prendo l'anno sabbatico così forse per il prossimo capodanno ce la faccio ad avere tutti i bicchieri puliti :)
Auguri in ritardo
SOY
Ecco quello che mi è mancato, perché qui i bicchieri se li fanno le cameriere.
Buon anno, Giuliana.
Lo so che non ci crederai, ma una volta ne ho lavati cento senza romperne manco uno.
Commovente il tuo post.
Ti abbraccio
Annachiara
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