mercoledì, aprile 02, 2008

Blogaction - 2 aprile 2008

Ai partiti politici, ai politici italiani, agli organi di informazione, alla cittadinanza tutta

Questa lettera nasce da uno sforzo collettivo di cittadini italiani della Rete, che si sono confrontati in maniera concreta e proficua usando i mezzi offerti dal social network e partendo da un approccio comune e condiviso, al di là dell’appartenenza politica di ciascuno, per agire attivamente nell’attuale contesto politico e socioculturale.

Vogliamo richiamare l’attenzione di chi ci governa, degli organi d’informazione e delle istituzioni verso quelli che dovrebbero essere i principali obiettivi di una politica civile, etica e basata sul bene comune.

La tutela dei valori costituzionali del nostro Paese: laicità dello Stato; diritto al lavoro e alla sicurezza sul lavoro; diritto di scelta per la propria salute e tutela della stessa, per tutti; informazione libera, pluralista e basata sulle interazioni.
L’adempimento del mandato elettorale per il quale si viene eletti e del quale i cittadini elettori sono costantemente giudici. Tale adempimento dovrebbe rappresentare una condizione minima, senza la quale “fare politica” diventa semplicemente un modo per raggiungere obiettivi personali e di potere.
La risoluzione di emergenze sociali, tra cui (ne citiamo solo alcune): impatto ambientale dei rifiuti; sistema della Sanità; aiuti alle famiglie e tutela della maternità, attraverso sussidi e asili nido in numero sufficiente; sistema dell’Istruzione e della scuola e scollamento tra questo e il mondo del lavoro; precarietà diffusa e formalizzazione del salario minimo legale.
L’attuazione di riforme politiche non più procrastinabili, quali: l’immediata risoluzione del conflitto d’interessi; una seria riforma del sistema elettorale che impedisca le nomine dall’alto dei parlamentari attraverso l’indicazione della propria preferenza sulla scheda; la decisione sulla non eleggibilità di cittadini, se condannati in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale.
Crediamo che fare politica, nel senso etimologico e più nobile del termine, comporti soprattutto fornire un esempio etico, culturale e di serietà ai cittadini che si governano, e che costituisca un ruolo da non sperperare in inutili e volgari liti, dichiarazioni razziste, aggressioni fisiche; questi comportamenti impoveriscono tutti, sia in un contesto interno alla nazione, sia rispetto all’immagine che essa deve offrire al resto del mondo.

Dal momento che Voi siete chiamati a rappresentarci, dovreste porvi come portavoce di coloro che vivono la realtà quotidiana e trasmettono le sue problematiche concrete.

Pretendiamo che la politica torni a essere un servizio alla collettività e che nel fare questo rispetti alcuni precisi standard di correttezza, buona educazione civica, coerenza e chiarezza.

Noi non siamo solo numeri.
Non vogliamo assistere impotenti alla banalizzazione delle parole che non si trasformano in fatti coerenti e responsabili.
Noi siamo quelli che votano. Quelli che scelgono. Quelli che criticano. Quelli che domandano. Quelli che giudicano.

Noi siamo coloro a cui dovete rispondere del Vostro operato, ogni giorno, in qualsiasi momento.
Attueremo un controllo serrato sulle azioni della prossima legislatura e daremo ampio risalto sui nostri blog di ciò che di buono e di cattivo verrà fatto.

Siamo in grado di criticare l’informazione, di valutare l’attuazione del programma elettorale, di giudicare sui fatti e non sulle promesse e sulle favole.

1 commento:

Daniele Drago ha detto...

Scritta prima delle elezioni politiche del 2006...


Ho fatto un sogno cattivo.
Nel mio sogno il mio Paese si apprestava a un compito sacro: il voto. E ho sognato che il diritto di votare era stato ottenuto col sacrificio di molte persone che per questo avevano lottato, erano morte o avevano visto morire familiari e compagni di strada. Solo che, nel mio sogno, il concetto di sacralità del voto non era poi così condiviso. In questo sogno le elezioni venivano affidate, per un bacino elettorale di milioni di persone, ad una società privata controllata dal figlio del ministro dell'Interno. La storia del Paese che ho sognato era stata ammassata in un immondo dimenticatoio di finta pacificazione, e la politica ridotta a un'accozzaglia di parole senza più senso e differenza tra loro. In quel Paese esisteva una Costituzione redatta, in più di un anno di lavoro, da centinaia di persone tra le quali Ignazio Silone, Giorgio La Pira, Benedetto Croce, Giorgio Amendola, Luigi Einaudi, Antonio Giolitti, Nilde Iotti, Aldo Moro, Sandro Pertini, Antonio Segni, Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti. E quella stessa Costituzione era stata stravolta in tre giorni (!) in una baita del Cadore da quattri saggi (!): Andrea Pastore (Fi), Francesco D'Onofrio (Udc), Roberto Calderoli (Lega), Domenico Nania (An). E ho sognato che eravamo riusciti a permettere tutto questo: e nel sogno mi vergognavo di fronte ai Padri della nostra Repubblica, e alla fine mi indignavo. E indigandomi, nel sogno, mi sentivo vecchio e superato: come se per molto tempo qualsiasi indignazione fosse stata messa a tacere perchè superata dalla peggiore classe dirigente possibile.
E mi sono detto, girandomi nel letto, che non poteva essere possibile che i cittadini di quel paese avessero permesso quello sfacelo, non poteva essere se conoscevano la storia e il significato delle parole e delle Istituzioni democratiche. E allora ho sognato che, finalmente, sarebbe andato a votare solo chi se lo fosse meritato. E' un diritto, mi sono detto: guadagnamocelo! Un esame, un esame per votare: se lo superi ti dò la scheda. Allora ho cominciato a pensare alle domande da fare ai candidati elettori. Ad esempio:
- Il candidato parli della differenza che esiste tra la Resistenza e la guerra civile;
- definire, descrivendone le differenze fondamentali, i sostantivi "Padrone" e "Primo Ministro";
- cosa è un "cittadino" e cosa è un "consumatore"?
- illustrare la differenza tra partecipazione e consumo;
- in che modo la scuola e lo sviluppo civile del nostro paese sono collegati?
- Secondo lei, quanti sono gli Stati USA? Il nostro Paese è uno di questi?
- Nel nostro Paese esiste la censura?
- Qual è la differenza tra una missione di pace e un attacco armato ad uno stato sovrano, operato soprattutto su obiettivi civili?
- Chi, tra i paladini del mondo libero, ha sganciato le prime e uniche bombe atomiche della storia?
- Quali sono le merci che il nostro Paese esporta? La democrazia può essere una di queste?

E via di questo passo. Chi non sapeva rispondere, nel mio sogno cattivo, o rispondeva in modo insufficiente, doveva ripassare un'altra volta. Non meritava. Tanto, mi veniva da dire, per questi, uno valeva l'altro. Per me no.
Daniele