Osservo e rilevo comportamenti, in continuazione. A volte esagero, lo so. Per esempio quando sono al ristorante, io proprio non resisto alla tentazione di ascoltare le conversazioni degli altri. Che questa cosa qui mio marito la odia, e allora, mentre prima la facevo di nascosto, ma non mi riusciva tanto, perché a un certo punto lui se ne accorgeva, ora la faccio apertamente, e anzi lo coinvolgo, e così le mie osservazioni posso anche condividerle, che è molto divertente farsi dei film sulla vita degli altri, soprattutto nei momenti in cui ti manca un po’ il coraggio di farteli sulla tua, di vita. E questi film sono proprio complessi, tipo chi è lui, chi è lei, che relazione c’è tra di loro, dove abitano, che mestiere fanno, quale fase della vita stanno attraversando, se andrà a finire bene, se andrà a finire male, a quali patologie sono predisposti, se gli piace la Sachertorte, se assumono sostanze psicotrope, eccetera eccetera eccetera.
Questa cosa l’ho sempre fatta. Ma poi la tecnologia mi è venuta incontro, e allora è stato come toccare il cielo con un dito. Per esempio: conosco uno, uno qualunque, diciamo una persona che dovrò incontrare per esigenze professionali. La prima cosa che faccio, naturalmente, è andare su Google. Naturalmente per me, perché ho scoperto che non è per niente naturale per il resto del mondo, vabbè. A volte Google è di soddisfazione, e mi restituisce fiumi di pagine, e allora che goduria! Mi stacco solo quando ho finito di leggere tutto, oppure, eventualmente, per la pausa pranzo o giusto in tempo per restituire la tata di mio figlio alla sua famiglia ed evitare che lasci a piedi la mia (famiglia).
Il massimo però è quando scopro un blog. Cioè, un blog che mi interessa. Inizio a leggere gli ultimi post, come è d’uopo, e mi faccio un’idea: chi è questo, che fa, che interessi ha, quanto è vicino nella realtà a quello che scrive, e via domandandosi. Poi mi guardo gli altri collegamenti. Ultimamente soprattutto Anobii, che guardare le librerie ti dice un sacco delle persone. E così il quadro si amplia. Se il blog – o il suo proprietario – mi interessa proprio tanto, vado a leggermi i post più vecchi, il primo, soprattutto, sul primo post c’ho proprio una fissa. Di solito basta un annetto per trovare delle differenze notevoli. Se il blog è più agé, meglio ancora. E trovate le differenze, mi viene voglia di cercare il punto di rottura, l’evento, il pensiero, insomma il post che ha segnato il cambiamento. Questa ricerca è parecchio impegnativa, e infatti è riservata ad una classifica particolarissima di blog, che nessun Blogbabel né Technorati né niente potranno mai rilevare.
Per fortuna ho poco tempo.
11 commenti:
E' vero, è bellissimo lavorare di fantasia sulle conversazioni altrui, ci si possono far su delle storie mirabolanti.
Sarebbe divertente fare un blog con le foto delle persone e i discorsi colti in quel momento.
Bel post che capita a fagiolo nella mia vita di blogger.
Mi stavo proprio chiedendo in questi giorni, alla vigilia della mia cinquantamillesima pagina visitata, ma pochissimo commentata: sono cambiato io dai primi post, o non sono cambiato per niente per cui anche il Bistrot è venuto a noia?
Tu che sei così acuta (dico sul serio, non è piaggeria) quale delle due ipotesi è vera?
potevi titolare questo post "Confessioni di una mente (pericolosamente) indagatrice" :D
Anch'io ho la tendenza a prestare i radar all'ascolto delle conversazioni atrui, senza contare che mi diletto (con prudenza of course) ad osservare le persone che viaggiano in metropolitana. Mi piace cercare di ricostruire com'erano da bambine, che cosa può essere successo per trasformarle in ciò che traspare dalle loro espressioni, dal loro modo di muoversi e gesticolare, dalle rughe d'espressione.
Faccio le mie indagini anche sui blog, specialmente se ne trovo qualcuno che mi colpisce.
Risalgo come un salmone il blog, vado a spulciare i blog delle persone che lo commentano e cerco i commenti che il blogger dissemina.
Qualche volta queste mie indagini non passano inosservate e suscitano reazioni imprevedibili, non sempre positive.
Anche io, pari pari direi!
Sia ascoltare le conversazioni che cercare notizie su Google. E poi il primo post, sempre!
Il punto di rottura devo dire no, ancora non l'ho fatto.
Ma ho cercato, tra le righe, di individuare il momento di fine di una relazione sentimentale....
Ma come facevano le buone, vecchie pettegole di una volta???
Anche io parto dalle librerie per conoscere nuovi blog. E devo anche confessare che a volte, quando ne trovo una che mi incuriosisce, ma il cui proprietario non ha un blog penso "Ma come?!?!" e ci rimango un po' delusa.
Siamo simili. Anche io amo farmi film sugli altri da stralci di conversazioni captati in bus, in treno o in pizzeria e anche io sono una fanatica del "googlare" le persone che conosco o che ho conosciuto, come vecchi compagni di scuola, ex amori, vicini di casa, etc. Insomma, sono un po' una ficcanaso, in puro stile gallina ;-)
Il sito che menzioni non lo conoscevo. Interessante. Apena ho un attimo cercherò di approfondire la conoscenza :-)
un bacio
@ carmina: già, peccato che non si possa fare ;)
@ maurice: ti ringrazio molto del complimento, maurice. quanto a "che cosa succede al mio blog" credo che l'andamento ondivago delle visite faccia parte del gioco. hai notato come in alcuni momenti si verifica un ricambio quasi totale dei commentatori? c'è da dire una cosa: quando un blog cambia stile e/o "linea editoriale" (per così dire) dipende sempre dal fatto che è l'autore stesso ad essere cambiato, o ad avere perso interesse in certe cose. e allora, visto che per fortuna non siamo la televisione e non viviamo di questo, mi viene anche da dire che possiamo bellamente non preoccuparcene. o no? (non so, questo argomento mi intriga, prima o poi ne salta fuori un post)
@ copyman: copy, perché dici che le reazioni non sono sempre posititve? in fin dei conti se uno scrive un blog si espone, e allora perchè prendersela?
@ laura: ah, non lo so, come facessero. però col 2.0 è mooolto più facile!
@ sonia: sai, faccio anch'io spesso questa riflessione. però è una proiezione, e quindi...
@ gallinavecchia: attenzione, anobii dà dipendenza :)))
E' vero quel che dici, ma è altrettanto vero che facilmente può allignare il sospetto che dietro la curiosità intellettuale ci siano attenzioni e intenzioni d'altro tipo.
@ copy: al mio paese si chiama paranoia :)
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