lunedì, maggio 12, 2008

Badante Blues

Esterno giorno. Sabato pomeriggio al parco. Bambini, vecchietti, badanti.

Gabriele si ripassa O bella ciao, la sua ultima hit. Mentre canta, una voce si aggiunge alla sua, ma non capiamo le parole, e invece di “O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao…” dice “Mama ciao, mama ciao, mama ciao ciao ciao…”. È una signora bionda che fa il coretto. È una badante, e non ha resistito. Ucraina. E mentre canta nella sua lingua, insieme a mio figlio, le brillano gli occhi. E anche a me, a dir la verità (che poi, come aggravante alla tematica della musica linguaggio universale che accomuna i popoli, io c’ho il problema che ogni volta che qualcuno canta dal vivo mi commuovo. I concerti sono una figata).

Insomma facciamo comunella con la badante, mentre la sua signora guarda ostentatamente da un’altra parte, facendo ogni tanto facce schifate come per dire: “Ma che ci troveranno, in questa qua?”. E intanto la badante racconta.

Racconta dei figli e dei nipoti che ha lasciato a casa, che le mancano tanto ma tornare non si può perché costa troppo. Racconta dei silenzi delle sue giornate tutte uguali con una signora che la odia. Racconta del lavoro che ha fatto per trent’anni, e di come poi ha deciso che venire in Italia era la soluzione migliore. Racconta dei vestitini che compra per le nipotine, al mercato però. Racconta di Eltsin, e di come non piaccia a nessuno, e come in generale i russi non piacciano ai cittadini dell’ex Unione Sovietica. Racconta anche di tutti i suoi mercoledì, quando va al pullman che arriva dalla sua città, e delle cose che le mandano da casa (riviste, medicine…), e di come i pacchi siano sempre tutti strappati perché alle dogane “cercano la droga”.

Lei racconta e la sua signora fa versi di disapprovazione, anzi no, di schifo.

Schifo per una sconosciuta che si è introdotta a casa sua e che vorrebbe che le cose andassero come dice lei, ignorando la padrona di casa. Schifo per come cucina, neanche la polenta le si può lasciar fare, non è proprio capace, solo cavoli e patate lesse. Schifo per quanto mangia, vorrebbe sempre un primo e un secondo, almeno a pranzo, perché dice che non sta in piedi se mangia poco come vorrebbe lei, la signora, che 7 fagiolini e un pomodoro scondito fanno da pranzo e cena e spuntino. Schifo per questa vita del cappero, che un giorno fai le tue cose tranquilla e serena, solo con qualche acciacco, e il giorno dopo sei mezzo immobilizzata e dipendi da un’estranea, per di più straniera. Schifo per le maniere della badante, sempre troppo gentile, invadente, onnipresente, che non vorrebbe farla uscire da sola e non è capace di fare la spesa.

Esterno giorno. Ombre un po’ più lunghe, la luce è più densa, l’aria più trasparente. Meno bambini, pochi vecchietti, altrettante badanti.

Si è fatta una certa ora. Dobbiamo andare a casa. Anche la badante e la signora devono andare. Si avviano: la signora qualche passo più avanti, che non la vedano le amiche e non pensino che non ce la fa più ad andare in giro da sola. La badante canta ancora “Mama ciao, mama ciao, mama ciao ciao ciao…”, e penso che scandalo se Gabriele andasse a scuola cantando Bella ciao in ucraino, lo butterebbero subito fuori da tutte le scuole del regno, col clima che c’è. E penso anche che non mi ero mai resa conto che Bella ciao fosse un blues.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Col clima che c'è, è abbastanza pericoloso pure cantarla in italiano...

Anonimo ha detto...

Proprio brutto, bruttissimo clima, vedi Verona e Viterbo.

sonia ha detto...

Una mia amica a Parigi fece la babysitter ad un bimbo di coppia mista. Provò ad insegnarli mille diverse canzoncine ma l'unica che funzionò era proprio "Bella ciao".
Speriamo che questo gusto die bambini serva a far cambiare qualcosa nel futuro, rispetto a questo clima!

pOpale ha detto...

Per fortuna a volte c'è la musica che unisce i popoli

lemoni ha detto...

Anche tu hai scritto un blues...un bel blues Annie...
è che con gli stranieri stiamo combinando un bel casino...da una parte li odiamo (quelli merdosi) dall'altra li amiamo perchè fanno parte della nostra vita...se solo non ne avessimo le palle così piene di violenza e brutture...
Baci
Gra

Giuliana ha detto...

lemoni, personalmente non li odio. quelli merdosi sarebbero merdosi lo stessi, anche se fossero nati a cinisello balsamo, e credere che violenza e brutture siano dovute solo a loro è una semplificazione della realtà che mi rifiuto di accettare.
quanto alle badanti, la storia è veramente complicata, ma non dipende solo dalla loro provenienza: tu hai mai sentito una persona anziana contenta di farsi accudire da qualcuno?
è una riflessione che faccio spesso, questa sugli anziani: perchè loro sono sempre di più, e noi sempre meno giovani ma con esigenze da famiglie appena formate, con bambini piccoli, e con tutto quello che ciò comporta ai fini dell'accudimento dei genitori. credo che su questo bisognerebbe riflettere, e quanto alle badanti straniere... un corso di italiano e di cucina potrebbe fare miracoli :)

thecatisonthetable ha detto...

Bello...

Anonimo ha detto...

è molto bello questo brano che ci hai regalato. Tanto più con il vento che spira... www.mammenellarete.it

Annachiara ha detto...

Vedi, le mamme scassacazzi (quelle delle storie sulla quantità del tempo) ti potrebbero rimproverare che pur di non giocare con tuo figlio hai passato il tempo a cantare sguaiatamente bella ciao e a fare comunella con una badante ucraina bevi-vodka.
Io, invece, penso che bella ciao è il blues del futuro per i nostri figli che non vedranno mai nulla di simile ai partigiani.....

piattinicinesi ha detto...

bellissimo post. per bella ciao, che ho sentito cantare in tante lingue e ogni volta ho avuto le lacrime agli occhi, e anche per la descrizione di queste due donne. anche la vecchietta, seppur antipatica, in fondo è una vittima. un tempo gli anziani avevano la famiglia accanto e i figli da tormentare fino alla fine. ora hanno le badanti, che vengono da un mondo diverso che loro non hanno né l'età né l'apertura per capire.

Giuliana ha detto...

annachiara, gabriele andava sullo scivolo, e in fondo aveva lanciato lui il gancio :)
e quanto a quello che vedranno i nostri figli, mai dire mai, pensa a matrix...

Giuliana ha detto...

piattinicinesi, la signora è quella che ne esce peggio, e però sì, forse è quella che soffre di più. la capisco: che senso ha arrivare a 90 anni per vedersi affidati a una perfetta estranea che ti invade la casa, senza contare che la perfetta estranea il più delle volte conosce male la tua lingua, le tue abitudini, la tua vita...
ho sentito decine di storie di badanti, e purtroppo sono tutte dolorose. tuttavia, non riesco a pensare a qualcosa di alternativo, una soluzione a un bisogno che esiste e al quale non si può più far fronte come quando c'erano famiglie numerose.

Anonimo ha detto...

Grazie Giuliana. Che bella lettera, da la stura ad una marea di ricordi che arriva impetuosa. E chi se lo ricorda più quando ho imparato "Bella Ciao"? Forse c'è sempre stata? O forse nelle serate quando si riunivano a casa i nostri vecchi? E le badanti erano mamme e sorelle? Ma in fondo che importa, la musica che travalica i confini non necessita di collocazioni spazio/temporali. Ma c'è. Oh si, c'è eccome. E ci sarà sempre, qualunque cosa accada. In un mondo sempre più confuso, una certezza granitica. Una mattina, mi sono svegliato, o bella ciao...

Giuliana ha detto...

grazie a te, osmin...

Mammamsterdam ha detto...

Anche i miei cantano "o parMigiano, portami via"

Se rincontri la signora ucraina, puoi citarle un detto di mia nonna in polacco, secondo me il polacco lo capirebbe: staros' nie rados' (che si legge uguale, solo la s'= sc in sciare). vuol dire: la vecchiaia non è gioia.

C'è chi vive bene e chi vive male, chi invecchia bene e chi invecchia male. Di me e i miei spero sempre bene.

Il detto completo fa:
la vecchiaia non è gioia,
la gioventù non è saggezza e la morte non è uno sposalizio.

ah, la mia sentimentale anima slava.