Dice: "E' di strada"
Rispondo: "Tecnicamente. Cioè, sarebbe di strada se fossi motorizzata, ma essendo con i mezzi non lo è"
Dice: "Se hai un casco andiamo insieme in scooter"
Rispondo: "No casco, no scooter"
Arrivo alla fermata del tram 29/30 (si chiama proprio così, 29/30) di Piazzale Baracca che sono circa le 7. Le 19, intendo. Faccio un salto in edicola per comprare il biglietto, che sono senza, e intanto vedo che il tram è lì, e sta ripartendo. Pazienza, prenderò il prossimo.
Ricomincia a piovere. Una ragazza bionda con un ombrello bianco mi offre riparo. Che bello, mi dico, incontrare persone così, che ti riparano sotto il loro ombrello. Che poi ripararsi sotto un ombrello altrui significa condividere uno spazio privatissimo. Per esempio, le squilla il cellulare e lei mi chiede scusa perché ora si metterà a parlare, e siamo sotto lo stesso ombrello. Io glielo tengo, lei ha le mani libere per il telefonino. Ha un tono di voce perentorio. Dolce ma dalla sintassi apodittica. Mi fa un po' paura, la trovo respingente. Ma è talmente gentile. Di quel gentile che anche quando dice una cosa carina, che so, "Buona serata", lo fa come se ti stesse imponendo di avere una buona serata. Non è un augurio, carina, è un ordine. Ecco, così.
Il tram non arriva. Lei nel frattempo mi ha ingiunto nel suo modo gentile di accendermi ben due sigarette. Visto che la prima non ha funzionato, per far arrivare il tram, dieci minuti dopo mi fa: "Non fumi più?" - sottotesto: "Devo dirtelo con una sprangata sulle ginocchia, di accenderti un'altra sigaretta, ciccina?". Mi maledico per l'onestà che mi ha impedito di salire sul tram senza biglietto.
25 minuti. Ecco il tram. Ho mal di testa per le sigarette che non avrei voluto fumare, ma almeno si parte. Devo andare in piazza 24 maggio, ci metterò un quarto d'ora al massimo.
In piazzale Aquileia il tram fa capolinea. La ragazza mi dice: "Potrebbe rimanere fermo anche per 10 minuti. Ti conviene sederti". Obbedisco. Ma si riparte subito. Sono commossa dall'efficienza.
Attraversiamo la circonvallazione a 2 km all'ora. A Porta Genova il conducente ci fa scendere. Dobbiamo prendere quello dietro. Che ovviamente non c'è. Ok, vado a piedi, ormai.
Saluto la mia ospite. Carina, forse in un'altra vita saremmo potute diventare amiche, e di certo, se fossimo state colleghe, ci saremmo scannate. Cammino sotto la pioggia.
Alle 8 e un quarto (le 20.15 per i precisi delle 24 ore) sbarco nel bar dove mi aspettano i miei amici. Un'ora e un quarto per fare al massimo un paio di chilometri. Mi congratulo con la Milano dell'Expo.
Ho affogato il turbamento in un ottimo Arneis.
10 commenti:
l'arneis aveva le bollicine spero, ...non è un ordine :o)
ehm, gaffe: ho scambiato il bianco arneis col rosso grignolino, pardon :o)
ho presente quello che dici, ed è la ragione per cui vado perennemente in bici... peraltro il 29/30 è un'odissea, soprattutto nel tratto di Coni Zugna...
La Milano dell'Expo mi fa impazzire di rabbia...Non so perché ma non credo ne verrà migliorata. Spero di sbagliarmi...
Poi oggi la notizia che non hanno i soldi per la mm 4 e 5. E nei cantieri cosa metteranno, fioriere?
Igraine
Poi si chiedono come mai le città son piene di scooter
eh, ho capito. ma a me l'idea di prendere intemperie e inquinamento così aggratis non è mai andata giù...
Avresti potuto comunicarle con non-chalance che avevi un blog. Son sicura che l'avresti messa a posto....
ma no, era così gentile. credo che fosse una di quelle persone che non si rendono neanche conto del tono usano
Giuli...a volte i tuoi post sarebbero perfetti per l'incipit di un romanzo...come questo...l'ho trovato strepitoso per l'atmosfera notturna e strana che hai saputo rendere...brava. Anche se si tratta di vita vissuta.
Baciotti
Tua Gra
http://mammaimperfetta.iobloggo.com/archive.php?eid=152
Ciao
Silvia
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