Il parterre è emozionante. I volti sono i soliti noti (a tutti tranne che a me). Ho bisogno di un capospalla decente, mi dico, evitando di paragonare la mia giacca - carina, sì, ma con qualche anno di troppo segnato sulle cuciture - con i cappotti e le giacche che mi circondano, tutte inserti e tessuti preziosi. Ci sono anche degli studenti, o almeno così sembra, molti giapponesi, che sfoggiano mises parecchio decontractées e hanno la metà dei miei anni.
E infatti quando è arrivato l'invito il mio primo pensiero è stato: che mi metto? Un classico. Ora sui tacchi non sembro neanche così male. Se non che queste scarpe le ho comprate d'estate, e i piedi reduci dalle infradito hanno reclamato un numero in più. Perciò ora sono grandi. Camminare sul pavé è come fare free climbing, devi verificare ogni singolo punto d'appoggio. Per fortuna all'interno dell'ex cinema Cavour c'è la moquette, e la mia camminata si fa, se non proprio elegante, almeno più stabile.
La sfilata è quella di Missoni, AI 09/10. Perché entrino tutti ci vogliono 45 minuti. A un certo punto i fotografi iniziano ad urlare di spostarsi, urlano proprio come degli ossessi. Non è come al teatro, dove una voce gentile ti avvisa che "mancano 4 minuti allo spettacolo". Questi strillano "Via quelle gambe dalla passerella!", ed è il segnale d'inizio.
Otto minuti dopo (secondo più, secondo meno) è tutto finito. Esce la signora Missoni, ma l'applauso si sta già spegnendo, e la folla che gremiva la sala sta sciamando fuori alla velocità della luce. A raggiungere le Mercedes nere della Camera Nazionale della Moda parcheggiate in seconda fila in tutto il circondario da autisti dall'aspetto minaccioso. Come a dire: "vuoi passare? non ci pensare nemmeno, questa è la moda, baby".
La collezione è bellissima: mi aspettavo il solito arazzo, e invece qui c'è soprattutto bianco, nero e grigio. Linee destrutturate ma non troppo, tessuti caldi e preziosi, tutto portabile, reale, un'idea di uomo che non deve per forza fare orrore alle donne.
Ecco, l'uomo. I modelli sono un discorso a parte. Avranno 16 anni, forse sono tutti fratelli, tanto si somigliano (ok, l'identità di marca). Ma. Sembravano clandestini moldavi appena scaricati dal bagagliaio di un pullman con cui hanno attraversato 7 frontiere. Scesi di fretta e picchiati da un caporale. Poverini.
8 commenti:
Ora capisco perché non mi vogliono come modello: ho più di 16 anni :(
deduco che sei un clandestino moldavo
cara giuliana,
ho passato anni a seguire le sfilate uomo e donna per lavoro, all'inizio mi sentivo sempre la più demodé, poi ho imparato a fregarmene altamente, e andavo lì per fare il mio lavoro, non mi interessava come ero vestita io i vestiti li dovevo guardare e descrivere. ma mi facevano ridere le varie 'addette ai lavori' che credevano di essere loro a dover sfilare e quindi indossavano abiti ridicolissimi, e parlavano come se solo loro avessero in dote la fantasia e l'originalità. scusa lo sproloquio, ma il carrozzone della moda è finto, è tutto un atteggiamento e basta. tutto solo per vendere due stracci alla fin fine.
Onestamente questo mondo non mi attira proprio...è lontano da me anni luce!!!
sei andata per lavoro?
Mi sa che eri l'unica a cui importassero i capi che hanno sfilato.
non ero lì per lavoro, ma su invito di una addetta ai lavori. certo, ci sta tutto, che è tutto finto, che in fondo la scena è quasi più quella che è in sala di quella in passerella, ma io mi sono divertita, mi è piaciuto.
maurice, era pieno di buyer, quindi ritengo che almeno a loro i capi interessassero. più o meno :)
Mio dio che pomeriggio glamour!
Avrei pagato nonsocché per essere con te a sfoggiare le mie cuciture sdrucite.
Sei troppo IN!
Io abito di fronte alla sede di Prada e vedo sempre modelle e modelli che vanno a fare i casting: una tristezza sti ragazzini con le spalle strette e l'aria smunta! Ai miei tempi i modelli erano quelli che si definivano "dei bei manzi", mica sta roba qui!
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