martedì, gennaio 20, 2009

Donne che non vogliono essere uomini

Ieri mattina ho partecipato ad un interessantissimo incontro organizzato da Women & Technologies. Womentech è un network che parte da

una conferenza nella conferenza dedicata alle donne e alle tecnologie, con un particolare focus su ricerca e innovazione.
Un focus che ha voluto mettere in primo piano le donne viste non solo come fruitrici di tecnologia, ma anche come produttrici della stessa, declinata in modo nuovo e creativo, in una specificità tutta femminile.
Un ambizioso obiettivo strategico che non si è limitato a una serie di contributi e speech “dall’alto”, ma che propone anche una riflessione più ampia e articolata, aperta soprattutto ai temi
  • Le donne non solo utilizzatrici, ma anche produttrici di tecnologie
  • Ricerca e innovazione
La chairperson di Womentech è Gianna Martinengo.

La giornata di ieri era dedicata a Nik Nailah Binti Abdullah, una ricercatrice malese con una storia personale che in sé è una storia, la quale si sta dedicando ad una ricerca sulle attività collaborative cross-domain, adottando un approccio multidisciplinare che coinvolge, in primis, la linguistica, la psicologia e l'antropologia. L'obiettivo è pensare a tecnologie "dal basso", ossia fondate sulle reali esigenze di chi ne deve far uso, ricorrendo per questo ad un approccio olistico alla tecnologia. La ricerca viene svolta attraverso l'analisi delle conversazioni all'interno di gruppi che utilizzano diverse tecnologie per comunicare: Nailah ci ha mostrato un esempio "semplice" di conversazione tra due persone che si accordano per vedere un film - via chat, con scambio di link -, e uno molto più complesso in cui il project management di un'azienda deve coordinare un gruppo di sviluppatori situato dall'altra parte del mondo. Per il materiale sull'incontro di ieri, qui trovate il programma e qui le slide.

Io, come sempre, ho buttato giù due note di costume. Womentech ha un profilo molto più istituzionale delle organizzazioni analoghe cui la tecnologia ci ha abituati, in cui branchi di ex nerd si sono messi giacca e cravatta - non sempre ben assortite - e ci parlano con il loro tono di volta in volta entusiasta, impacciato, trascinatore e a volte un po' in prestito. Queste signore qui sono tutta un'altra cosa. Animali e animalier in tutte le sfumature di colore affollano la platea: è una generazione diversa, forse non tanto in termini anagrafici quanto rispetto alla testa (per loro, fresca di parrucco, cosa anche questa piuttosto inedita). Sono profondamente donne. Sono pratiche: quando Filippo Penati si allontana dal tavolo dei relatori loro si risistemano, cambiano i cavalieri, si accomodano meglio; non come farebbe un tavolo di uomini, che magari eseguirebbe le stesse operazioni, ma più orientato all'efficienza, ecco, magari eseguirebbe le stesse operazioni facendosele fare, le cose, da una donna. Loro no, sono pratiche, loro. Orientate all'efficacia. Pratiche. Complici. Abituate a compiere i piccoli gesti che rendono vivibile la quotidianità. Hanno gli occhi che si illuminano quando Naimah illustra una conversazione via chat: perché vi si riconoscono, e sanno sorridere su certe improvvise divagazioni, e cambiamenti di stato, e cambiamenti, perché no, di idea.

Mi piacciono queste donne qua, perché non giocano a fare gli uomini.

5 commenti:

piattinicinesi ha detto...

molto interessante, trovo sempre spunti carini sul tuo blog. in questo caso ho mandato il link a qualcuno (a me vicino) che si occupa proprio di queste cose ;)

Anonimo ha detto...

grazie Giuliana. e per poco non ci incontravamo...ma una mia collega era lì e ieri su mio suggerimento ha mandato un piccolo report sulla conferenza anche agli uomini del nostro team :) le manderò il link al tuo post, e vado subito a divorarmi la presentazione.

Giuliana ha detto...

@piattini: alè! obiettivo raggiunto!

@flavia: ma dai! comunque è vero, mi ha colpita molto la differenza tra questo mondo di donne e il suo omologo maschile, anche se all'inizio, quando ho conosciuto womentech, me la sono menata un po' per la storia delle donne che non sono una specie da proteggere, e quindi non dovrebbero comportarsi come tale, ecc. ecc. insomma mi hai capito :)

Monica ha detto...

come ho già scritto da qualche parte , dove non ricordo... esistono già mondi orientati al femminile dove non è necessario scimmiottare altri mondi, quelli maschili per trovare stili e modelli anche organizzativi...

Anonimo ha detto...

bellissimo il tuo report! sono questi i momenti in cui mi dispiace non vivere a Milano: deve essere stato veramente interessante partecipare a questa conferenza e concordo anche io sul fatto che le peculiarità femminili possono arricchire e diversificare senza bisogno di scimmiottare gli uomini!
ciao
panz