venerdì, gennaio 09, 2009

Due settimane, giusto per far vedere

Rachida Dati, 43 anni, ministro francese della Giustizia è rimasta incinta, ha avuto la piccola Zohra e, cinque giorni dopo il parto, eccola di nuovo sui tacchi a spillo, sorriso perfetto per i fotografi, davanti all'Eliseo. Non poteva essere assente al Consiglio dei ministri che apre un difficile 2009, felice, nonostante il gossip sulla paternità sconosciuta della bimba.



Ok. Siamo molto felici per lei. Per inciso, il parto è stato cesareo. Cioè, questa femmina qua c’ha uno sbrego nella panza.

Ero indecisa se parlarne o no. Mi dicevo: non ne facciamo un caso. Dare risonanza a una cosa del genere crea un precedente. In fondo la notizia è stata trattata poco, sui media mainstream, quindi perché farle un favore proprio noi. Poi mi sono risposta: per almeno due motivi. Il primo è che ho delle cose da dire al proposito. Il secondo è che tanto non sarò mica io a creare un precedente!

Fatto sta che mi preoccupa, se la notizia si diffonde mi preoccupa assai. Nel senso che. Capisco che il primo Consiglio dei ministri dell’anno è importante, e forse al suo posto avrei fatto lo stesso (ammesso che nel frattempo fossi riuscita a raccogliermi le trippe in un paio di braghe); quello che spero, però, è che dopo ‘sto Consiglio la signora Rachida se ne torni a casa e ci rimanga per un po’. Che so, due o tre settimane. Giusto per far vedere.

Giusto per far vedere che non è che siccome sei una donna, e sei rimasta incinta, e hai anche partorito, siccome tutto questo, non è che devi farti perdonare.

Giusto per far vedere che fare un bambino non ha lo stesso impatto fisico ed emotivo di un barbecue in giardino con gli amici.

Giusto per far vedere che essere donne/mamme e stare in un posto di potere si può (do per scontato che se la richiesta è questa, essere al lavoro dopo 5 giorni dal parto, col cavolo che le donne hanno voglia di farlo).

Giusto per far vedere che tua figlia riceverà un’educazione normale, e non di genere ma al contrario, modello “sappi che le donne devono soffrire, se vogliono ottenere le stesse cose degli uomini; pensa che quando sei nata tu, io…”.

Insomma, Rachida, torna a casa, fai un favore alle donne. Fallo per tutte noi, quelle normali, quelle che cinque giorni dopo il parto vorrebbero solo dormire e smettere di sentire quella roba tra le gambe ed essere sicure che quello che stanno facendo è giusto, che il loro bambino non è a rischio di vita per qualche cazzata involontaria. Torna a casa e sì, mettiti a lavorare, che il tuo Paese ha bisogno di te quanto il nostro di noi (anche se crede di poterne brillantemente fare a meno): ma da casa tua, almeno, te l’ho detto, per due settimane.

21 commenti:

Gallinavecchia ha detto...

Sottoscrivo. Troppo facile fare la mamma-wonder-woman davanti alle telecamere e lasciare la neonata a casa tra tate e governanti.
Che tristezza :-(

Igraine ha detto...

E se madame se ne sbattesse, sotto sotto, della pargola?

Giuliana ha detto...

suvvia, signore, non facciamo le mamme del parco :)
che la bimba rimanga con tate e governanti, francamente, non è un mio problema. la cosa che mi fa un po' specie, invece, è che con questa wonder-mom passa l'idea che "si può fare", mentre no, col cavolo che si può fare. e per la mamma, non per la figlia. vi immaginate se una cosa del genere diventasse di moda? in quattro e quattr'otto addio leggi per il congedo di maternità - che con quello che costa all'inps potrebbe essere l'equivalente del maestro unico alle elementari.
insomma, mi oppongo al messaggio culturale di questa cosa, mentre non me ne frega niente (ecco, l'ho detto) di quello emotivo. augh.

Anonimo ha detto...

Care amiche, una revisione delle regole sui congedi di maternita' e' essenziale per rimettere in moto la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro.

Vi segnalo un articolo che ho scritto sul tema del lavoro femminile. Ecco il link:

http://innovatorieuropeistlouis.wordpress.com/2008/02/21/la-marginalizzazione-femminile-nel-mercato-del-lavoro/

L'articolo e' necessariamente molto breve e non da sufficiente spazio a molti temi importanti ma spero ne nasca una animata e serena discussione.

Costanza ha detto...

cara giuliana,
anche io volevo parlarne, e sono contenta che lo abbia fatto tu. il segnale che Rachida ha dato è molto forte, e anche secondo me pericoloso sempre per il solito motivo che i modelli a cui le mamme sembrano dover aspirare sono quelli delle wonder woman. Posso capire la sua situazione, ma si metta nei panni di quelle che non hanno la forza fisica e psicologica per farlo, questa è l'ennesimo colpo alla loro autostima.

Giuliana ha detto...

@innovatori...: ho letto l'articolo, ma, ehm, come si fa a commentare?

@itmom: sai cosa? queste sono sempre delle lame a doppio taglio...

Igraine ha detto...

secondo me non passerà mai l'idea del "si può fare".

VereMamme ha detto...

Giuliana, io amo il tuo stile e la tua testa. Ma certe volte è complesso, è maledettamente complesso (non il tuo stile, il fatto di esaurire un argomento in un post e nei suoi commenti). Hai visto quanto è stato breve il passo verso le mamme del parco? allora, prima di Natale avevo risposto sul tema "rachida dati" in un forum. MI ero chiesta se era il caso di pubblicare il mio pensiero, ma non volevo suscitare un vespaio e rischiare di essere fraintesa. Suppongo a questo punto, che quando si blogga su argomenti simili, il rischio vada corso per amore della libertà di pensiero. E allora lo faccio, lo pubblico. Vieni a trovarmi tra poco...
Flavia

Giuliana ha detto...

@igraine: lo so. ma noi che facciamo, non siamo mica qui a pettinare le bambole! :D

@flavia: stavolta però tu sei stata più complessa di me :D vengo a trovarti e vediamo se si svela l'arcano...

Igraine ha detto...

scusami, non capisco. vorresti fare azione di prevenzione affinchè non passi...??

Giuliana ha detto...

igraine, al contrario: siccome l'idea del "si può fare" non passa di certo da sola, è chiaro che ci siamo qua noi a darle una spinta. è più chiaro così?
(accidenti, il 2009 mi ha ulteriormente complicato... devo fare qualcosa)

Anonimo ha detto...

sotto al titolo c'e' un link, piccolo, ai commenti

Anonimo ha detto...

scusate ma nel resto del mondo si fa e si e' sempre fatto. Noi abbiamo vissuto in un'epoca di provilegi e anche le maternita' lunghissime rientrano tra questi.
Le donne che tornano al lavoro prima fanno piu' carriera, hanno stipendi maggiori, rischiano meno di rimanere fuori dal mercato del lavoro. E questo non perche' i datori di lavoro sono misogini. La stessa dinamica avviene dopo un infortunio anche per i maschi.

come medico del lavoro consiglio ai miei pazienti di rientrare il prima possibile, cerco di concordare, assieme al datore di lavoro, un piano di rientro graudale. E questo funziona.

Per la gravidanza esistono extra-problemi. Ovvero, l'infortunio passa, il bimbo resta e bisogna garantirgli le cure. Il vero diritto per le donne e' quello di rimuovere ogni barriera al lavoro. Ma questo non puo' essere fatto alle spese del datore di lavoro. Se la societa' non si carica questi costi, il DdL non puo' far altro che scaricarli sulle donne/su tutti i lavoratori in termini di ridotti salari/licenziamenti. Non si scappa.

Anonimo ha detto...

leggendo questo articolo mi è venuta in mentemia nonna che raccontava sempre di sua madre che l'aveva partorita in una calda mattina di giugno, da sola in campagna. nn poteva tornare a casa e così è rimasta sui campi col fagottino legato sulla schiena. io penso a mia sorella ( dipendente staale) cha ne hafatto una tragedia naionale xkè dopo 8 mesi dal parto doveva tornare in ufficio, diceva che nn si era ancora ripresa.
sono molto confusa sull'argomento, quindi grazie del dibattito, aiuta a chiarire le idee

Giuliana ha detto...

il mio riferimento al congedo di maternità non intendeva aprire un dibattito su questo tema. la legislazione italiana in materia è una delle migliori (forse solo la svezia fa di più, con 18 mesi di congedo di maternità), ma, ripeto, non questo il punto. il punto è se abbia senso,nel 2009, proporre un modello di donna a cavallo tra l'uomo e la mondina. un po' come se tua nonna, emily, avesse dovuto fare quello che ha fatto per far credere al mondo di non essere una donna, o peggio ancora, per farsi perdonare del fatto di esserlo.
innovatori, i datori di lavoro non sono misogini a priori, semplicemente traggono delle conclusioni su quello che una dipendente diventata mamma ha modificato nei suoi obiettivi e nelle sue priorità. conclusioni preconcette. sono queste che dobbiamo combattere.

Anonimo ha detto...

"un po' come se tua nonna, emily, avesse dovuto fare quello che ha fatto per far credere al mondo di non essere una donna, o peggio ancora, per farsi perdonare del fatto di esserlo."

Ma scusa Giuliana, ma da dove viene questa interpretazione. E se semplicemente lei avesse deciso cosi' perche' ama il suo lavoro? O perche' sente su di se responsabilita' pubbliche cui non vuole rinunciare?

Che fai proietti sugli altri le tue angosce esistenziali e poi ti convinci che tutto il mondo sia come te?

Anonimo ha detto...

Io invece Giuliana penso che la legge sul congedo di maternita' in italia sia una delle peggiori.

Rifletti, nella asfittica societa' borghese e measchilista, il congedo di maternita' era vita natural durante. Le donne dovevano curare figli e far calzetta.

Giuliana ha detto...

innovatori, stai trascnedendo. ammesso che io abbia delle angosce esistenziali non è certo questo il luogo in cui elaborarle, meno che meno proiettarle.

ti riepilogo le cose che ho detto nel post, giusto per vedere se così è più chiaro:
1) ha fatto bene la signora dati ad andare al consiglio dei ministri, anche se aveva partorito da 5 giorni;
2) tuttavia sarebbe sano se poi si prendesse un paio di settimane di vacanza;
3) partorire non è una colpa, dunque non devi per forza finta che non sia successo;
4) partorire è faticoso, dunque non ha senso far pensare che sia una passeggiata di salute;
5) qualunque donna sana di mente avrebbe quanto meno delle resistenze se tornare al lavoro dopo 5 giorni fosse la norma per le donne di potere: il rischio è che le donne sane di mente decidano di rinunciare al potere;
6) si può anche essere donna senza per forza soffrire come una bestia.

that's it, innovatori. tutto forse molto più trasversale di come lo hai letto tu. del congedo di maternità si parlerà un'altra volta, ma altrove, che io ho già dato (6 medi in tutto, per inciso, due dei quali trascorsi a mettere in piedi, con delle colleghe, il nido aziendale).

Anonimo ha detto...

Per duplice esperienza personale (non direttamente mia ovviamente) posso dirti che mia moglie ha lavorato fino a sette ore prima dei parti, ed è tornata al suo posto anche lei una settimana dopo i lieti eventi.
Non doveva far carriera, ma stava bene, i neonati stavano bene, il suo ruolo al lavoro era fondamentale, non poteva invocare nessuna legge di tutela, non poteva chiedere nessun permesso di maternità al proprio datore di lavoro (essendo essa stessa datrice di lavoro), quindi è tornata tranquillamente alle sue occupazioni precedenti.
E non ne ha sofferto lei né i nostri figli.

marge ha detto...

L'ho vista in tv...era anche in splendida forma..come farà...io dopo un mese dal parto ero ancora da buttare via!!!!

ruben ha detto...

Citando "Un pesce di nome Wanda", di lei si potrebbe dire "ha cagato un figlio sul marciapiede senza emettere un grido". Bella figura da bestia s'è fatta la Rachida! E dire che avrebbe avuto anche la maternità pagata... Dopo un mese io facevo ancora fatica a sedermi e, visto che la maternità non ce l'ho, sono tornata sulla mia scrivania. Per conto mio, molto poco dignitosamente, ma per necessità, non per scelta. L'avessi fatto per scelta, sarei stata ancor meno dignitosa.