Quanta crudeltà deve muovere un responsabile delle risorse umane per fissare il tuo ultimo giorno in azienda al giovedì? Mettendoti così nella scomoda posizione di iniziare una nuova vita di venerdì, giorno in cui, si sa, “non si sposa e non si parte, né si dà comincio all’arte”? Se n’è forse reso conto, quell’uomo magro, con pochi capelli e molte preoccupazioni? E io, dove avevo la testa, quando gli ho detto di sì?
Insomma, com’è, come non è, giovedì pomeriggio ho impacchettato alcuni anni. Ho restituito i “beni aziendali”. Ho salutato, personalmente, raccogliendo paure, frustrazioni, speranze, e anche qualche lacrima. Tanto per cambiare, anche un intervento a sproposito di un povero di spirito che si è introdotto chiacchierando del nulla mentre mi accomiatavo da una delle mie più antiche conoscenze. Raccogliendo domande, naturalmente, ho salutato. Cioè, per lo più una domanda: “Dove vai?”. Alla quale, invariabilmente, ho risposto: “Vedrò gente, farò cose”.
Il giovedì è finito annegato nello spritz del baretto con poche persone, quelle che mi hanno reso vivibile l’ultimo anno. E poi è arrivato il venerdì, implacabile.
Non ho acceso il computer. Sono uscita presto e sono andata dal parrucchiere. Con un programma preciso: non entrare in una nuova vita con una faccia vecchia. Programma rispettato.
E così stamattina è iniziata davvero, ‘sta benedetta nuova vita.
Prima di tutto viene lo spazio. Molti anni fa ho lavorato da casa, e ogni cosa era in equilibrio – gli spazi del lavoro, gli spazi della vita. Ma allora ero da sola, quindi era più facile, nessuna condivisione da prevedere. E quindi la prima operazione è stata quella di riappropriarmi di una radio, da qualche tempo migrata altrove, perché non si può pensare di lavorare da casa senza. E poi il computer. Uno spazio nel computer, anch’esso condiviso. C’è voluta tutta la mattina per ricostruire le cose che mi servono – quelle di base, perché il resto verrà col tempo.
La pausa pranzo è stata bellissima: su Sky davano Blade Runner, the final cut. È il mio film preferito, l’ho preso come un buon auspicio. E poi l’annuncio su Facebook, gli auguri degli amici. E nel pomeriggio rispondere alle mail depositate lì per tutto il week end, e anche da prima.
Tutto qua. Ricomincio. Senza padrone. Incrociamo le dita.
11 commenti:
Che dirti? Se l'hai fatto vuol dire che ci credi e che ti piace. Quindi: AUGURI!!!
E' finito il tuo contratto? Coraggio, è dura. Io che lavoro tutti i giorni fuori casa a volte darei un braccio per essere da sola. Oddio, un giorno sì e uno anche.
Bacioni.
Igraine
Grande Giù!
Hai fatto la cosa giusta perché sicuramente starai meglio..e questo è già il miglior risultato possibile..
Ci sentiamo presto!
Un abbraccione
sono momenti speciali da mettere nella scatola dei ricordi (io ho restituito i "beni aziendali" in una notte buia e tempestosa, dimenticando i cd nella macchina, infradiciandomi di pioggia, mettendo varie chiavi e cards ect in una busta, che sembravo una carcerata..solo che poi sono volata via in taxi verso una nuova eccitante libertà). Dopo di che, senza indugiare nè in rimpianti del passato nè in ansie per il futuro, ci si concentra sulle cose migliori che abbiamo: persone, risorse, e idee. In bocca al lupo Giuliana!
Quando cominci a lavorare da sola poi non torni più indietro. Vedrai, ti piacerà. In bocca al lupo!
M di MS
UA'GIulià allora c'è una giustizia!
Allora possiamo sognare!
Goditi il lavoro da casa e vedrai che sarà un successo!
Sono contenta!
Tua Gra
In bocca al lupo, di tutto cuore!
In bocca al lupo!!!! Brava. Ma...in che consisterà il lavoro DA casa?
In bocca al lupo, Giuliana!
Sono in ritardo. In ritardissimo. Che notizia eclatante!
Ti auguro tutto il successo e le belle cose che ti meriti, grande donna.
E tanto ci teniamo in contatto eh, non si scappa!
Un abbraccio pieno di cose belle.
Io non ti conosco ancora bene, sto iniziando a leggere ora. Capito qui su questo post senza sapere il "pre" e le previsioni sul "post". Un grosso in bocca al lupo e... spero anche io, un giorno, vedremo
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