lunedì, marzo 09, 2009

L'ansia, le mamme del parco e la maestra P

C’è solo una cosa che mi terrorizza più di una telefonata dalla tata nelle ore in cui mio figlio dovrebbe essere con lei, ed è una telefonata dalla scuola di mio figlio nelle ore in cui lui dovrebbe essere lì.

Numero sconosciuto, rispondo. La voce dall’altra parte mi è familiare, ma non saprei dire chi è. È impacciata, sembra in grande difficoltà, imbarazzata. Si presenta: è la maestra P., della scuola di mio figlio.

È un attimo. Sbianco. Salivazione a zero. Telefonino glassato di fondo tinta. La maestra P. continua: “Scusi se la disturbo, l’ho detto anche alla tata, ma è molto importante...”. Io mi immagino scenari apocalittici. Per dire, l’ultima volta che mi chiamato, con questo tono di voce, era per dirmi che Gabriele era in pronto soccorso. Deglutisco a fatica e l’invito a dirmi che cacchio è successo.

“Vede, abbiamo ricevuto l’ok per la gita al lago, quella di 5 giorni. Però dobbiamo dare le adesioni subito, quindi c’è una riunione domeni pomeriggio in cui dobbiamo...”. Ma io non l’ascolto più. Possin’ammazzà, maestra P. Mi fai venire un colpo per dirmi di una riunione per LA GITA??? Me lo devi dire con quel tono? Si vede che a forza di parlare con i bambini ti si sono scompigliate le competenze comunicative, e non sai più esprimerti con gli adulti. Questo mi passa per la testa e molto di più, ma a lei rispondo con gentilezza e grande entusiasmo per la notizia.

In sintesi: a maggio i bambini di 5 anni della scuola materna di mio figlio andranno via per cinque giorni, sul lago, per un’iniziativa chiamata Scuola Natura, che si descrive così:

"una settimana di scuola alternativa, decentrata rispetto all’aula scolastica, che pone gli studenti a contatto diretto con le realtà naturali e culturali che possono divenire oggetto di studio ed esplorazione attiva". È un appuntamento importante anche per la crescita emozionale e per l'educazione dei nostri "giovani esploratori": i primi distacchi dalla famiglia sono facilitati e diventano occasione per consolidare i rapporti con i compagni di scuola e per sperimentare altre regole della convivenza civile.


Vado alla riunione. Sono agitata. Penso di essere la più agitata dei presenti.

La prima mamma che incontro, con cui scambio due parole, mi confessa che, visto che non se parlava più da mesi, sperava che la cosa fosse sfumata.

Un’altra dice che suo figlio ha detto di essere molto contento, ma lei non ne è convinta, per cui si prenderà ancora un paio di giorni prima di compilare il modulo di adesione.

Un’altra ancora non si è presentata. Tanto la figlia non ci vuole andare.

Altre due si tengono il modulo, ma a casa diranno ai bambini che lo hanno consegnato, per saggiare i loro umori e valutare se iscriverli o no.

E così via. Anch’io sono ansiosissima, ma poi prendo il modulo, lo compilo e lo consegno. E mi sento molto figa. Il che non è poco, considerato che in generale le mamme – queste mamme, molte di loro sono mamme del parco – mi fanno un po’ paura, così decise, così sicure di fare sempre la cosa giusta: le mamme che non devono chiedere mai.

Io ho chiesto. Due cose, alcuni chiarimenti molto puntuali, alla maestra P., che naturalmente non sa sorridere ai genitori. Ho chiesto, ho avuto le mie risposte, sono tornata a casa.

Ecco, sono molto contenta che mio figlio faccia quest’esperienza. Ma non si poteva rimandare, che so, di due o tre anni?

22 commenti:

Gallinavecchia ha detto...

In effetti andar via così tanti giorni a cinque anni mi sembra parecchio presto. Non perché non possa rivelarsi una bella esperienza, ma penso che forse non tutti i bimbi di quell'età, anche se sul momento avranno acconsentito eccitatissimi all'idea, potranno poi sentirsi tranquilli la sera al momento di dormire per la prima volta lontano da casa. Cinque anni sono davvero un po' pochi, è l'età delle paure, non a caso i campus con pernottamento fuori casa (centri estivi, campi scout, etc.) non vengono mai fatti prima degli otto anni.
Comunque, se vedi che lui è sereno e felice di partecipare, perché no - al massimo vi telefoneranno nel cuore della notte per andare a riprenderlo! ;-)

un abbraccio
Gallinavecchia

Anonimo ha detto...

Penso che mi sarei comportata come te. Però mi ricordo che in colonia a 7 anni la sera piangevo un po' prima di addormentarmi. Conosci tu tuo figlio e solo tu sai come potrà reagire la sera lontano da te.

Anonimo ha detto...

Anche il mio primogenito è andato in gita l'ultimo anno di materna, ma solo 3 giorni
Alla seconda sera, al telefono mi ha detto "Mamma, ma non posso rimanere una settimana? 3 giorni sono troppo pochi!"

My ha detto...

guarda...oggi non è il giorno giusto per rispondere. Ho una "mamma del parco" per capello!!!! sgrunt!

marge ha detto...

Credo che a quell'età siano piccoli per stare cosi tanti giorni lontani da casa, naturalmente dipende da bambino a bambino...
mio figlio mi avrebbe tolto dall'impiccio perchè sicuramente non ci sarebbe voluto andare

Costanza ha detto...

di 5 o 6 ? io sono una mamma ansiosa, non vado al parco mai, ma sulle gite così presto non sono d'accordo.

Giuliana ha detto...

bene, sono contenta. a quanto pare essere in ansia per questa cosa non è patologico.
i bambini sono quelli dell'ultimo anno della materna, quindi fra loro ce ne sono alcuni che hanno già compiuto i 6 anni e altri (come gabriele) che li compiranno più avanti.

Anonimo ha detto...

Ma allora non sono solo io, non succede solo a me di avere i battiti azzerati quando mi appare la scritta "Scuola nanerottole"!
Se può consolarti, a me sembrerebbero troppi giorni pure a 18 anni, ahahahaha.
Raffa

lorenza ha detto...

Il piccolo ingegnere è andato a scuola natura lo scorso anno. Tutte abbiamo dato l'adesione, convinte che non l'avrebbero mai fatta: quando ci hanno chiamato per la riunione, è venuto il mal di stomaco a tutte, ma facendo finta di essere mamme del parco, abbiamo acconsentito (anche le più riluttanti, alla fine).
Due settimane prima di partire, una sera, il piccolo ingegnere è scoppiato a piangere: "Ma io come faccio 5 giorni senza mamma e papà?!?". Volevo morire. L'ho detto alle maestre, che mi hanno rasserenata. La settimana prima della fatidica partenza, grazie al cielo, eravamo via. La mattina è partito sull'autobus felice come una pasqua, tutte le mamme piangevano (mi raccomando, ricordati gli occhiali da sole, per l'occasione!). Sono stati 5 giorni di pena, per noi. Quando è sceso dall'autobus, al ritorno, si è fatto un altro pianto memorabile scaccia-tensione. Ma la Scuola Natura a Malcesine rimane uno dei suoi ricordi più belli dell'asilo, e spesso ci chiede quando lo portiamo lì, che ci fa vedere il posto. In bocca al lupo!!

Giuliana ha detto...

@raffa: e allora, un po' di contegno!

@milanoelorenza: grazie, sapere come possono andare le cose è quello che mi serve di più :)

piattinicinesi ha detto...

5 anni sono pochi nell'abitudine.(in genere i campi scuola si fanno a partire dalle elementari anche per facilità organizzativa)
ma come al solito dipende dai bambini.

non so cosa avrei fatto al tuo posto. forse avrei detto di sì perché odio dire di no a una possibile esperienza di mio figlio, ma dentro di me credo che pure essendo convinta che i primi distacchi siano necessari anche a questa età (valgono anche nonni, zii, amichetti) un paio di giorni (o tre) siano più che sufficienti...

piattinicinesi ha detto...

comunque tanto per conoslarti quest'anno saremo alle prese con la decisione campo scuola per una o due settimane? (9 anni) quindi è tutto proporzionato

lemoni ha detto...

Anche io sacramento quando mi telefonano da scuola o da casa per dirmi cose tipo :la Michi può mangiare il purè? oppure signora sua figlia è tra i vincitori del concorso di disegno perchè io sò una codarda:preferisco non ricevere telefonate, essere ignorata pure di non lanciare al galoppo il mio immaginario apocalittico!
Però Giuli...pensaci...sicuramente una bella esperienza...ma tu hai visto stì cinquenni svegli e già arroganti, quando dormono profondamente? Che cuccioloni? Con le manine ancora paffute da puponi abbandonate sul cuscino? E quell'espressione che torna ad essere un pò neonatesca con le labbruzze a punta?
Anche se ci sembrano già indipendenti secondo me in cinque giorni potrebbe anche scatenarsi una nostalgia canaglia...comunque ogni anno c'è una bella occasione da cogliere!
Vedi tu...sei una mamma strepitosa per cui confido nel tuo esempio che mi darai (così da applicarlo quando sarà il momento!)
Ti abbraccio
Graziella

Giuliana ha detto...

e che vi devo dì, signore mie... nella scuola di gabriele questa iniziativa si tiene da molto tempo, quindi gli educatori sono abituati e, soprattutto, preparati a tutte le reazioni.
io lo so che saranno 5 giorni di ansia, ma mi sembra importante che faccia le sue esperienze con gli altri, oltre che con la sua famiglia.
che poi, in realtà, da una paio di estati se ne va per due settimane dai miei, e anche se non è la stessa cosa... confido nel potere distraente dei suoi compagni.

Anonimo ha detto...

ciao giuly
io ho lavorato per un pò di estati in campi estivi musicali (delle vacanze a metà tra colonie e campi scout ma ci partecipano gli alunni di una scuola di musica) e c'erano bambini e ragazzi tra i 5 e i 18 anni.
che dire... erano molti i bimbi che piagnucolavano la sera (solo nei primi gg, però) e si cercava di coccolarli un pò con qche fiaba e qche gioco. oppure, a chi somatizzava col mal di pancia, si dava loro una 'medicina miracolosa' (leggi acqua e zucchero). posso dirti che i bambini + ansiosi erano quelli con i genitori ansiosi e preoccupati. mi ricordo di un bimbo di 5 anni che è stato proprio un bravo ometto, ha passato la settimana sereno e ha costruito un ospedale degli animali...:)
non ho figli, ma mi viene da consigliarti questo: per mandare un figlio in vacanza con la scuola ci vuole una buona dose di serenità e un pò spregiudicatezza

M

Giuliana ha detto...

@M, grazie della tua esperienza. più che da serenità e spregiudicatezza, in questo momento sono mossa soprattutto dalla fiducia nelle persone con cui starà mio figlio e dalla certezza che queste esperienze aiutano a diventare grandi

Anonimo ha detto...

Giuro che stavo scherzando! Sono tendenzialmente una mamma chioccia, e fatico un po' ad adattarmi al tempo che passa e a loro due che crescono, però sono certa che riuscirò a farmene una ragione prima che arrivino ai 18 anni.
La mia pargola piccola è coetanea del tuo, però le sue maestre sono molto meno dedite ai bambini, dunque anche le loro gite di mezza giornata in questi due anni si sono potute contare sulle dita delle mani; però so che lei non sarebbe pronta: è legatissima alla sorella, e già trema all'idea che lei possa andare al campo scuola lasciandola sola.
La grande invece è pronta, o almeno così la vedo io, quindi se capiterà mi travestirò da mamma del parco (pssst, un segreto: ne ho una che mi abita al piano di sopra... una sciaguraaaa!), mi metterò un paio di occhialoni da sole e la accompagnerò al pulman.
Ciao
Raffa

Annachiara ha detto...

Giuro che ieri m'ha cancellato un commento articolatissimo, che sintetizzo:
Secondo me la maestra non sorride perché sa cosa la aspetta in quei due giorni....

Anonimo ha detto...

in effetti, porcavacca
io manco al liceo andavo a fare le gite fighe che si dormiva fuori...
son proprio cambiati i tempi!

brava giuliana
ciao
panz

Mammagiramondo. ha detto...

Ciao sono capitata qui saltando da un blog all'altro. innanzitutto complimenti per il blog.
Figurati che il tuo articolo casca proprio a fagiolo. Hai tutta la mia comprensione.
Mio figlio ha 3 anni e ha iniziato la materna quest'anno. Solo al mattino per tre ore. Anche io in quel lasso di tempo quando suona il telefono e vedo anonimo vado nel panico. Anche perchè una telefonata del genere l'ho già avuta. Si era schiacciato un ditino nella porta del bagno. per fortuna niente di grave. Ma dalla telefonata al tragitto per la scuola ho perso 10 anni di vita.
Adesso abbiamo la prima vera gita.
Una giornata intera (lo so niente in confronto alla tua ma per me che lo lascio solo 3 ore è già tanto) in un Parco con tanto di gonfiabili. pullmino, autostrada. insomma sto già male all'idea.
E' pazzesco perchè quando lo dico la gente non ci crede. Noi viaggiamo tanto da quando Aj è piccolo e con noi ha fatto di tutto. scalato montagne,girato mezzo mondo, rafting, barca e così via. ma appunto con noi.
Maledetta ansia, che devo fare?
Anche se nel tuo caso è più che comprensibile aver paura ti ringrazio comunque. mi sono risollevata un opo' nel leggere che dopo tutto, non sono proprio un marziano.
Un saluto e a prestissimo!!

Chiara Trabella ha detto...

Colpo al cuore vedendo il numero del nido di Ettore: celo.
Maestra che non sorride ai genitori: celo, e la mia non sa neanche usare i congiuntivi.
Asilo con un sacco di iniziative (a proposito, sono in debito di 2.50 euro per un film che andranno a vedere al cinema): celo, ma penso che Amelia a 5 anni potrebbe farsi anche 3 settimane senza chiedere di noi.
Però non in un villaggio natura: portatela in centro a Milano, porco cane, ché 'sta bambina ne vede troppa, di natura!

luviluvi ha detto...

Anche da noi (abito in un piccolo paese in provincia di Mi) organizzano la "Scuola Natura",
ma a partire dalla 3^ o 4^ elementare.

Per me comunque (pur avendo la secondogenita
in 4^ elementare) non si pone il problema, perchè le loro maestre preferiscono più uscite
giornaliere (e le capisco anche visto che sono
in 25 in classe).

Credo che sia una bellissima esperienza per i bambini.