mercoledì, maggio 27, 2009

Marion Cunningham forever


Quando ho aperto questo blog non si parlava di mommyblogging. Il mommyblogging è un’invenzione del marketing molto recente, prima c’erano solo blogger che erano anche mamme, o mamme che avevano un blog.
E, per dirla tutta, neanche avevo intenzione di parlare di maternità: ero già fuori dal tunnel dei primi tre anni di mio figlio, quindi perché stare a rivangare?
Ma poi, come si sa, spesso il marketing è più forte, e allora eccomi a militare nelle file di mammeblogger-scritto-tutto-attaccato, un po’ dubbiosa all’inizio, ma poi soddisfatta.

E così, quando mi hanno chiesto di scrivere dei post per Grazia, la perplessità è stata spazzata via quasi subito: di che cos’altro avrei potuto parlare, se non di mamme? L’ho fatto a modo mio. Mi sono immaginata la mamma perfetta (non mi è mai capitato di incontrarne una, o almeno una che lo fosse davvero, e non che si bulla di esserlo, per questo l’ho dovuta immaginare) in alcuni momenti chiave della maternità. Lo stesso ho fatto con la mamma imperfetta. Cioè, questa non ho dovuto immaginarla. Questa esiste, la vedo spessissimo, a volte anche quando mi guardo allo specchio. La prima l'ho chiamata Lei, la seconda L'Altra. Magari ho un po’ calcato la mano, questo sì, ma per amore di ironia.

Il risultato? Un pandemonio.

Non contenta, ho fatto di più. Ho chiesto a Luana, nome d’arte LaStaccata, di scrivere un post per il blog del MomCamp. Lei, molto carinamente, ha raccolto l’invito, e, a modo suo, ha scritto un post sui blog delle mamme – ancora una volta, calcando un po’ la mano per amor di ironia.

Il risultato? Un altro pandemonio.

Da questi e in verità anche da altri episodi analoghi ho tratto alcune conclusioni che vorrei condividere.

1) Scrivere su un blog collettivo non è come scrivere nel proprio.
Cioè, questo lo sapevo, ma ne ho avuto un’ulteriore conferma. Nel tuo blog sei a casa tua, e
a) puoi farci quello che vuoi
b) chi viene e gradisce rimane, gli altri via
c) al contrario, ogni blog collettivo ha un seguito di “amici” che tendono a darsi ragione tra loro e a mettere a dura prova gli “estranei”. Indipendentemente dalle intenzioni, che sono sempre buone

Ne consegue che è assai più facile essere compresi (nel merito, ma anche nello stile) nel proprio blog che altrove, e che tendenzialmente la conversazione che scaturisce da un post non assume (quasi) mai la forma di un attacco frontale. Cosa che invece, pur in assenza di troll conclamati, può succedere in un blog collettivo.

2) E qui entro nel merito. A parlare di mamme si rischia sempre di pestare escrementi. Cosa di cui le mamme, peraltro, hanno una vasta esperienza.
Ecco, questa è la cosa che mi è dispiaciuta di più, per entrambe le situazioni di cui raccontavo. È un campo minato di nervi scoperti. Su tutto: la gravidanza, il parto, i primi mesi da sole col bebé, lo svezzamento, senza parlare del ruolo dei compagni/padri. Su quest’ultimo tema sono veramente basita. A quanto pare le persone con cui sono (siamo) venute in contatto sono o hanno dei compagni da manuale. Ne sono compiaciuta. Ma di questo si è parlato anche nel post precedente (nei commenti, soprattutto), per cui non mi ripeto.

Osservo solo, con tristezza, che quello che succede alle mamme se lo cercano loro. Preservare la sacralità della maternità a costo della propria esistenza come persona? A quanto pare sì. Anzi, anche a costo della vita. Che non si dica che una può anche non essere perfetta. Il modello? Marion Cunningham.

Ma qui sono sul mio blog, che notoriamente è frequentato da mamme snaturate, quindi posso dire senza problemi che non sono d’accordo.

15 commenti:

serena ha detto...

Ciao Giuliana, bel post! Ho letto quello de La staccata, e mi sono stupita moltissimo per le reazioni nei commenti. Hai perfettamente ragione, il modello della perfezione è tuttora presente e diffusissimo. E se qualcuno osa dire che nessuno è perfetto, ci si sente rispondere "parla per te". Chi non è perfetto, se lo merita, perchè non fa nulla per cambiare la situazione. Questo atteggiamento mi mette un po' di tristezza perchè negare le difficoltà non fa che ritardare il momento della svolta (che penso debba nascere da una sana presa di coscienza).
Che poi hai già detto tutto te, e benissimo. Scusa lo sproloquio.

valewanda ha detto...

ho appena letto il putiferio sul blog.... mi sembra un po' eccessivo però, è evidente l'ironia e mi sembra un po' troppo calcarci sù... vediamo quando posterò io che succederà...

VereMamme ha detto...

io di solito quando vedo polemiche smetto di leggere. è vero che un blog collettivo è una storia diversa, come dici, e quindi chi scrive dovrebbe cercare uno stile compatibile per minimizzare i rischi di essere frainteso. è anche vero però che questa famosa "diversità che ci arricchisce" significa che ognuno porta un suo contributo, ognuno con il suo approccio e stile, e gli altri dai vari approcci possono prendere alcuni spunti interessanti su cui costruire, e possono liberamente scartare il resto che non interessa o con cui non si è affini, punto e basta. non capisco proprio i pandemoni e gli attacchi. "quello che succede alle mamme se lo cercano loro", quando ci si becca così, è proprio un ottimo monito Giuliana. e infine fammi fare una risata insieme a te: ce ne fosse una ultimamente che non mi dice "ah no no ma mio marito aiuta tantissimo". allora c'è qualcosa che non torna eh? Lo definirei così "il marito che aiuta: the ultimate status symbol" :))))))

AndreA ha detto...

Bel post!

Io, non sono una mamma (per ovvi motivi), ma quoto molto di ciò che hai scritto.

Ho letto anche i commenti del post a cui fai riferimento; aggiungo a ciò che ha scritto chi mi ha preceduto nei commenti, che mi sembra ci sia qualcosa che non quadra...forse sbaglio, ma l'atmosfera di la era un po' "trollesca".

Igraine ha detto...

Ciao Giuliana
io ho letto solo il primo dei post su Grazia, e già lì avevo avuto sentore che almeno uno dei commenti fosse "trollesco". Magari di qualcuno che avrebbe voluto scrivere lì al posto tuo...Che ne dici, è fantascienza?
baci, Igra

Chiara Trabella ha detto...

@flavia: mitica! :-)

@giuliana: ti dico la verità: i toni dei tuoi pezzi per Grazia mi sono sembrati un po' acidi, ma di un'acidità del tutto giustificata e comunque del tutto adatti al luogo. Insomma, sarebbe stato ben diverso se avessi scritto le stesse cose su Veremamme, dove tutte siamo ben convinte che Lei sia una perniciosa chimera.
Per lo stesso motivo non ho apprezzato granché il post di Luana, anche se dice cose fondamentalmente vere.
Penso che, più che di contenuti, sia una questione di stile. Come dici giustamente tu, con i tuoi lettori puoi permetterti toni un po' più provocatori, mentre in un blog collettivo è come se fossi a una festa in un locale: non ti comporti come a casa tua, almeno nella prima ora.

Mi dispiace che ci sia stato un po' di flaming nei commenti, ma è un rischio da calcolare se si va sopra le righe. Altrettanto da calcolare è che, se si legge un post in quello stile, non lo si può prendere alla lettera... ;-)

orma ha detto...

Ti ho linkata, spero non ti dispiaccia, ho letto tutto d'un fiato i tuoi post su Lei e L'Altra.
Bellissimi e realissimi.
Mio marito mi aiuta, ma quanto me la fa pagare in termini di vittimismo e cenerentolino...
Mi piace come affronti il tema del lavoro e del sostegno non alle donne ma alle famiglie, ti ho lasciato un commento anche nel post precedente a questo.
Bisogna ricordarsi anche di chi una carriera non ce l'ha, non l'ha mai avuta o non se la può permettere.

piattinicinesi ha detto...

intanto spiegatemi che cosa vuol dire trollesco...
poi, l'uomo che aiuta come status symbol già mi sta suggerendo una serie di cose... Flavia ormai sei la mia musa
terzo: anch'io sono basita dalle reazioni perché raramente ne ho viste di così "vivaci" sugli altri blog.
non credo sia un problema di ironia, perché di ironia e autoironia è piena la blogosfera, e blog come quello di elastigirl ne hanno fatto una chiave di successo.
credo che sia qualcosa nel modo di porsi. spesso nella comunicazione è più lo stile che il contenuto a creare difficoltà. ricordo anche un articolo sulle gattemorte pubblicato on line da d di repubblica che aveva creato scalpore e anche lì credo fosse un problema di come si poneva la cosa
forse l'ironia è accettabile solo se narrata? se resa quotidiana o personale? o è piuttosto il riferimento al blog come autopromozione del proprio libro che risulta irritante in questo contesto? non mi sento di giudicare quanto piuttosto di osservare.
volutamente non ho commentato perché ritengo che se alcune persone si stentono offese da un post avranno le loro ragioni. a me interessa capire quali sono per decifrare il problema, perché sono questi nodi di incomprensione che portano allo scoperto le vere tensioni

M di MS ha detto...

Anch'io avevo letto a suo tempo e ci ero un po' rimasta male per te, perchè conoscendoti conosco anche le ragioni che ti portano scrivere certe cose. Mi sembra normale una diversisficazione dei punti di vista in nuovi luoghi di conversazione, quello che non mi poace è la vis polemica a prescindere, mi irrita e non la trovo costruttiva.
Quanto allo status symbol: sì, anch'io dico che mio marito fa, poi però viaggia per lavoro e c'è poco. E se può fare un lavoro del genere è perchè i sono io a casa a tappare ogni buco. Quindi alla fine, forse non sono poi così emancipata...non sarà mica che c'è un diffuso problema percettivo?

Francesca Palmas ha detto...

io non ci trovo niente di male in quello che hai scritto su grazia. E' evidente che hai caricaturizzato un pò le due figure, ma perchè sentirsi offese da ciò?
Le uniche persone che si possono sentire offese sono quelle che agli altri fanno vedere Lei, ma nell'intimità sono Altre ome tutte le altre e anche più represse perchè non lo possono dire!
Il mio è solo il parere di una ragazza non mamma...ma ho vissuto da molto vicino una maternità e molte delle paturnie le ho vissute anche sulla mia pelle...

TuttoDoppio+1 ha detto...

In tutta onestà, credo che il problema stia nel fatto che molte persone si rispecchino nelle situazioni ironicamente rappresentate ma che non lo vogliono ammettere prima di tutte a sè stesse.

Altrimenti non si spiegherebbe tanta acidità da parte di persone apparentemente tanto soddisfatte.

E alla tipa che sta per diventare mamma ma che ancora non lo è, consiglierei di partorire innanzi tutto, poi di far passare quei due o tre anni, prima di mettere la sua vita e il suo compagno sul piedistallo. Poi magari ne riparliamo! :-)

Alla fine ho fatto polemica pure io. Me tapina.
Peace!

Arianna

Cassandra ha detto...

Piccola considerazione su questa rete di blogger mamme che ho scoperto da mesi, e che in qualche modo seguo.
Non cercavo delle mamme, ma dei blogger che non avessero velleità di sembrare nuovi Montanelli o alter ego di Melissa P. Qualcuno vero che avesse voglia di ridere ma che non dimenticasse la relatà... e sto pensando che il mestiere di mamma dà questa prerogativa: alla fine tante di voi sono tra i miei preferiti.
Quindi: niente polemica alle mamme!
evviva le mamme blogger!

Micol ha detto...

è bello, talvolta, che in questo sentirmi avvolta da dubbi e anche un pò troppo imperfetta come mamma io non sia sola... non credo ci siano veramente delle mamme perfette, piuttosto donne che vorrebbero esserlo! Un saluto!

Mariela De Marchi ha detto...

Giuliana,

tu dici:

"c) al contrario, ogni blog collettivo ha un seguito di “amici” che tendono a darsi ragione tra loro e a mettere a dura prova gli “estranei”. Indipendentemente dalle intenzioni, che sono sempre buone"

Ma questo succede anche nei blog personali, c'è il seguito di simpatizzanti. Io ho criticato Lastaccata perché sono un po' stanca dei testi sempre ironici e che non vanno dritti al cuore del problema. Una donna descritta da lei, vittima di tutto e di tutti che non si muove di un centimetro per difendersi e farsi rispettare non mi fa ridere, per niente, e non capisco perché debba ridere io se ridono tutti. Ho capito che c'è dell'ironia, ma se dico che non mi piace non è un attacco personale, è una mia opinione e considerazione sul testo in questione.
Un errore di Lastaccata è stato mescolare su uno stesso testo due piani: quello ironico, di finzione, e quello suo autobiografico (la presentazione del libro etc.). Qualche dubbio poteva venire sul fatto che stesse parlando di lei stessa, pur nel segno dell'ironia. Quindi o parli di te e del tuo libro o scrivi un testo di finzione ironica che cerca di prendere in giro questa ormai famosa mamma patetica incapace calpestata. Mescolare questi due livelli vuol dire rischiare di confonderli, come effettivamente è accaduto.
Personalmente non mi piacciono i testi lagnosi nemmeno se sono sul tono ironico e non vedo perché non posso dirlo, né capisco perché ci si debba offendere. Osservo che anche Lastaccata ha il suo seguito e lei stessa dichiara di amare frequentare mamme come lei, che amano le cose che scrive lei, che ridono come lei, etc. Ci siamo capite insomma.
Vedi, io a mia volta ho invitato Marco Cavalli, quello della lettera lunghissima, e hai visto le reazioni. Uno che non parla in tono scherzoso ma che va giù pesante, anche con toni ironici e sarcastici di mezzo, però senza toni consolatori. Hai letto un commento, ma dico UNO, che entri nel merito del testo e risponda con argomentazioni? No, tutti a parlare della lunghezza del testo e degli eventuali traumi dell'autore. Ecco, da parte mia ho cercato di introdurre un elemento diverso (quindi non i soliti amichetti, come dici tu) e puoi trarre tu stessa le conclusioni di cosa accade.

La maggior parte dei gruppi di mamme sul web sono delle combriccole che si applaudono a vicenda, non c'è niente da fare.

Giuliana ha detto...

@mariela: su quello che riguarda il post di luana mi sono già espressa, quindi non mi ripeto. puntualizzo solo una cosa: è questione di stile. non stile di scrittura, ma stile di relazione. dei commentatori, e non dell'autore (che essendo tale usa lo stile che vuole). un attacco come quello mosso a luana è degno di miglior causa. in quel caso è "vis polemica a prescindere", per citare MdiMS. e questo non va bene. che tu sia sul tuo blog o, a maggior ragione, su un blog collettivo, non è civile che tu venga messa alla berlina. ci sono altri modi, ecco.
per quanto riguarda il post di marco cavalli, ho scelto di non commentarlo, perché non aveva senso. nel merito delle cose scritte, soprattutto, perché di un'arroganza, saccenza e maschilismo rari, che francamente non è neanche il caso di mettere in discussione. per questo i commenti erano sulla "lunghezza del testo e degli eventuali traumi dell'autore". conosci un modo più pesante di commentare del mettere in discussione la salute mentale dell'autore? io no.
e sì, forse i gruppi di mamme sul web sono proprio le combriccole di cui parli, e per questo dico che quello che succede alle mamme se lo cercano loro. perché non sono neanche capaci di ridere un po' di se stesse.