giovedì, luglio 02, 2009

Ordinarie Odissee

Sono a Parma, devo raggiungere Milano. Ho perso il treno delle 18, sono circa le 18.25. in biglietteria chiedo di cambiare il mio biglietto: c’è un treno alle 18.43.
“No”.
“…”
“Questo biglietto non glielo posso rifare”
“Ok. Come faccio allora?”
“…”
“Insomma, io a Milano ci devo proprio andare”
“…”
“Mi ci faccia arrivare”
“Ci sarebbe un treno alle 19.43”
“Come, alle 19.43??? Ce ne sono altri due, prima”
“Sì, ma sono diversi da quello che lei ha perso”
“Cioè, quello delle 18 che ho perso lo recupererei?”
“No”
“…”
“…”
“Quindi?”
“Le faccio un nuovo biglietto”
“Per quale treno?”
“Quello delle 18.43”
“…”
(l’omino fa il biglietto)
“18.50”
“Ma non era 18.43?”
“Euro”
“Ah”
Pago.

Sono le 18.40. Sul binario il monitor annuncia un ritardo di 15 minuti per il treno diretto a Piacenza, che ancora deve passare. Mi faccio due conti: come fa un treno ad arrivare e ripartire in due minuti circa? Vabbè, non è un mio problema, basta che mi fate tornare a Milano, dopo quello che mi è costato.

Detto fatto, il treno per Piacenza arriva e se va. Ci mette evidentemente più di due minuti. Una volta partito, il monitor si aggiorna: il treno per Milano ha 30 minuti di ritardo. Mi faccio di nuovo due conti: in biglietteria dovevano saperlo, e mi hanno fatto lo stesso il biglietto da treno figo di farmene uno da 8 euro per il treno che parte dal binario vicino, sulla stessa banchina, alle 19.05. Il treno lento è già qui, bello fresco, ma no. Aspetterò, visto che ho pagato intendo fare meno fermate possibile.

Fa caldo. Molto. Vado a prendermi da bere. Torno al binario. Il monitor si è aggiornato di nuovo. Il ritardo annunciato è ora di 35 minuti. Quasi quasi… No. È una questione di principio: prenderò il treno figo, l’altro si ferma in tutte le stazioni. Solo a Milano ne fa tre, di fermate. Figuriamoci fino a lì. Quasi quasi… Tanto arrivo più o meno alla stessa ora.

Entro nel treno lento. Vediamo un po’, se il ritardo del treno figo diminuisce, scendo e passo dall’altra parte. Ovviamente non diminuisce. Si siede vicino a me un’allegra compagnia fatta di mamma-circa-50-tenuta-molto-bene, figlia maturanda, ragazza australiana in Erasmus, giovane biologa belga bellissima, in Italia per amore. Cerco di capire le relazioni, ma a parte quella tra mamma e figlia, forse non ci sono: si sono incontrate sulla banchina e sono unite nel dolore di questo cavolo di treno, che intanto è arrivato a 40 minuti di ritardo.

Ok, ovviamente sono partita con il treno lento, in cui mi trovo adesso. Non è neanche così male, anche se non c’è il tavolino e la presa per attaccare il computer, così fra un po’ la batteria si scaricherà e addio. In compenso c’è in atto un allagamento: pare che si tratti dell’impianto di condizionamento che perde. La signora che mi parla di fianco, quella molto bella e tenuta molto bene, dice però che c’è un tubo che perde copiosamente. Dice proprio così, “copiosamente”. E il liquido odora vagamente di sapone. Boh.

Lo so, questa storia non è ancora finita ed è già trita.

5 commenti:

lorenza ha detto...

sorrido con un fondo di amarezza. i treni da/per parma sono un incubo, l'ultima volta ho deciso di andare in macchina calcolando quanto tempo avrei risparmiato e cosa sarei riuscita a fare in tutto quel tempo... i treni italiani, in generale, sono un incubo. chi ci va tutti i giorni lo sa, chi non ci va mi sembra che abbia avuto modo di scoprirlo, in questi ultimi giorni. prossima volta che vai fammi un fischio, sia mai che riusciamo ad incastrare un viaggio insieme

piattinicinesi ha detto...

gli unici che funzionano sono i roma milano (e viceversa) tutto il resto un disastro. e se vai a sud non ti dico. ma neanche i disastri faranno cambiare qualcosa

Mamma Cattiva ha detto...

Ci ho provato a ragionare su come avrei sfruttato le trasferte in treno facendo le cose che in macchina non si possono: leggere, dormire, sognare ma le prove che ho fatto mi hanno definitivamente convinto che farò su e giù in macchina. E tu me ne dai conferma. Peccato però...

Giuliana ha detto...

ricordo sempre con orrore i viaggi bologna-potenza e viceversa quando ero studentessa, e la tristezza è che niente è cambiato, in più di vent'anni. anzi.
stavolta però la cosa che mi ha dato veramente fastidio è stato il balletto sul biglietto, pagato due volte per treni sedicenti veloci che non ho preso.
cioè, mi aspettavo che ci fossero dei ritardi (la vicenda di viareggia ha ovviamente messo in crisi la rete ferroviaria), ma non pensavo fino a questo punto.
quello dei trasporti in italia è un problema senza fine. che tristezza

Anonimo ha detto...

Ciao! Ho appena creato un blog e non capisco come mai, ma girando fra quelli di altri non faccio che imbattermi in scritti in inglese. C'è una specie di home page dei blog scritti in italiano? Scusa se chiedo a te, ma sei la prima che trovo :D
Buon Natale!