Ricordo poco del mio primo giorno di scuola. Una gran confusione all’inizio, la maestra che smistava bambini e genitori, e poi, rimasti soli, lei che con il suo rigido chignon si infila un grembiule nero. Poi mi ricordo solo che quando sono tornata a casa e mia madre mi ha chiesto che cosa avessimo fatto, io mi sono inventata tutto, perché quello che avevamo fatto davvero non mi era piaciuto per niente. Fine.
Per tutta la scuola elementare è stato così. Una maestra che usava spesso e volentieri la bacchetta, e che con la medesima ha rotto gli occhiali a una bambina e un dito a un bambino. Io ero talmente terrorizzata che non andavo neanche a fare pipì (il lato positivo è stato che ho imparato un controllo eccezionale, che oggi mi consente di evitare i cessi dei treni, nel caso). Ed ero bravissima, mai preso meno di 10. In compenso, in seconda mi è stata diagnosticata una gastrite da stress, di cui non mi sono mai più liberata. In terza la pazza è andata in pensione, lasciandoci alle cure di un maestro eccezionale, che ha cercato di salvare il salvabile, anche se ormai il danno era fatto.
Con questo spirito mi è un po’ difficile trasmettere a mio figlio la positività che vorrei. E stamattiva avevo una stretta allo stomaco mentre lui saltellava per strada e annunciava a tutti quelli che conosceva che era il suo primo giorno di scuola. Ma poi, quando siamo entrati, non voleva lasciarmi. E avrei dato chissà cosa per potermelo portare via.
Mi è venuta in mente una poesia che ci hanno regalato le maestre della materna. La dedico a tutti i genitori al loro primo giorno di scuola.
I figli sono come aquiloni
Passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
Fino a restare tutti e due senza fiato...
Come gli aquiloni essi finiscono a terra...
E tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
Che presto impareranno a volare.
Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
Che sfugge dalla tua mano
Il cuore ti si riempie di gioia
E di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno
L’aquilone si allontana sempre di più
E tu senti che non passerà molto tempo
Prima che quella bella creatura
Spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.
Allora soltanto capirai di aver assolto al tuo compito.
Erma Bombeck
In bocca al lupo, Gabri!
16 commenti:
Accidenti... mi hai fatta piangere!
aaaargh
Mi poace questo lato "cuore di panna" di mamma in corriera! In bocca al lupo al figlio ma anche alla mamma!
piantala di farci piangere tutte quante. Comunque la poesia è bellissima e i nostri figli ci insegnano che l'evoluzione della specie esiste.
A lui andrà meglio, vuoi mettere?
Felpato (tanto già conosco il silenzio che segue ai miei commenti) avanzo la mia esperienza di stamattina.
Gabriella (ho già avuto modo in passato di notare questa similitudine) è al primo giorno di scuola. Mi tiene la mano. Lo sguardo è interrogativo. Il mio è complice ma impotente.
La Dirigente sulla porta mi impedisce di entrare e di accompagnarla. Non l'ha permesso a nessuno...perchè dovrebbe permetterlo a me? Con angoscia rassicuro la piccola che va via delusa! Le avevo promesso che sarei entrato ad accompagnarla. Adulta più degli adulti...saggia più dei sedicenti saggi ha strattonato il cordone dell'aquilone e ha deciso di fare da sola.
Brava Gabriella, a papà!
Mamma in corriera... ti sono vicino nella speranza e negli auspici felici.
Shalom
Adoro Erma Bombeck, e questa poesia non la conoscevo. Davvero descrive quello che penso debba fare una mamma.
Riesci sempre a stupirmi, tu.
Grazie per la bellissima poesia che riflette davvero le emozioni che mi stanno attraversando in questi giorni.
In bocca al lupo al tuo ometto... è iniziata l'avventura!
bacio
Il primo giorno di scuola non si scorda mai!
Bella poesia.
Mai come in questi momenti per noi mamme scatta la lacrima per la splendida poesia o per i loro piccoli passi verso l' indipendenza ogni tanto da cattiva vorrei tenerli ancora piccoli!
Grazie per questa poesia...
Il primo giorno è sempre bello, poi arriva il peggio. Aspetto i prossimi post su maestri e maestre, consigli dei genitori, burocrazia scolastica e paranoie varie.
In bocca al lupo!
E' proprio vero. Ma loro hanno bisogno di volare da soli. Siamo noi che facciamo fatica ad accettarlo....bisogna che mi ricordo di non stare sempre lì a controllare mia figlia quando si lava i denti...si comincia dalle piccole cose! ;-)
leggere queste righe mi ricorda il primo giorno di asilo della mia piccola ALESSIA - e l'anno prossimo tocca a ILARIA !
Lascio a voi tutti quest scritto di Gibran che molti di voi certamente conosceranno:
I FIGLI
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sè stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
esse abitano la casa del domani,
che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro,
ma non farvi simili a voi:
la vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;
poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.
un caro saluto a tutti e un IN BOCCA AL LUPO specale alla mamma in corriera, al suo Gabri e al papà
CIAO
e alla prossima...
Bellissima! Grazie per averla condivisa!
avevamo per caso la stessa maestra???
per fortuna io ho cambiato città alla fine della prima elementare.
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