sabato, luglio 24, 2010

Basilicata coast to coast e le cose importanti

Ho visto Basilicata coast to coast, il film di Rocco Papaleo, regista esordiente più grande di me. E ho capito alcune cose.

1.    Non devo perdere le speranze. Se uno può esordire a 52 anni, vuol dire che io ho ancora 9 anni a disposizione per organizzarmi.

2.    Questo giretto me lo voglio fare anch’io. Perché è un sacco di tempo che dico (a mio marito, per esempio) che la Basilicata è piena di posti belli da vedere, ma poi quando si andiamo ci facciamo risucchiare dal vortice famiglia-amici-cose da fare e non andiamo mai da nessuna parte. Ora, so anche che a mio marito non interessa granché. È una persona straordinaria, ma è anche straordinariamente campanilista, e allora qualunque cosa io gli proponga, di autoctono per me, c’è sempre qualcosa di autoctono per lui che è meglio (fanno eccezione le mozzarelle e le salsicce). Per anni questa cosa mi ha fatto soffrire, ora me ne sono fatta una ragione. Perciò voglio andare a (ri)vedere la Basilicata che mi piace, quella dei due mari e delle montagne in mezzo, dei paesi fantasma e dei falchi e delle poiane, dei profumi e dei boschi. Fregandomene di chi la può apprezzare: lo farò io.

3.    Questo film leggero è stato una specie di segno per una cosa che invece è molto profonda per me. Voglio fare una cosa che sia importante per me, e che non finisca una volta finito il viaggio. Qualche giorno prima di andare al cinema, ho incontrato a pranzo una persona molto speciale, con la quale, tra le altre mille chiacchiere, abbiamo parlato della musica e di quello che significa per chi la fa. Mi è rimasto dentro, quel discorso (anche tutte le altre chiacchiere, ma in modo diverso). E poi quando ho visto il film mi sono resa conto che io a questo ho rinunciato, e che è proprio brutto che io l’abbia fatto. Perciò sono andata a casa, ho tirato fuori da sotto il letto del bimbo una tastiera elettronica ereditata qualche mese fa da un nonno che non era il mio, ma priva di alimentatore, e sono andata a cercarmi l’alimentatore. E adesso funziona. E quindi non mi rimane che comprare qualche spartito nuovo, e, chissà, magari anche prendere qualche lezione, che sono più di 20 anni che non suono davvero. Perché il lavoro sì, è importante, ma serve per mettere qualcosa a tavola, mentre le passioni sono quello che ti serve per nutrirti veramente, per farti respirare a pieni polmoni, per darti un motivo vero per alzarti ogni mattina.

Ovviamente non credo che Papaleo immaginasse che il suo esordio da regista potesse diventare qualcosa di così profondo per qualcuno, ma è stato così e di questo lo ringrazio. Del resto, le cose che ci cambiano la vita arrivano sempre inaspettate e da direzioni inimmaginabili. Perciò, che il viaggio abbia inizio.

9 commenti:

Mamma Cattiva ha detto...

Adesso capisco molte più cose. Ho capito anche un commento tuo a un mio post su questo tema...ricordi?

Ho visto questo film e anche io ne sono uscita piena di energia. Ma anche altro: ho amato infinitamente il sorriso senza parole di Max Gazzè. Ho osservato con curiosità quelle che credo cattive performances nella recitazione di Giovanna Mezzogiorno per scoprirla in crescendo fino alla fine del film. E secondo me c'è un senso nella sua metamorfosi graduale. Quel tono stridulo della sua voce che si ammorbidisce poi come forse può capitare a noi nella vita.
Quei luoghi ci fanno sperare nell'esistenza di un'Italia, quell'Italia che i movimenti leghisti vogliono negare e che, nonostante io sia spesso supercritica, secondo me c'è e dobbiamo difendere. C'è anima e dove c'è anima scorre la linfa della creatività. Io questo in te l'ho sempre visto, pur non sapendo di quella tastiera sotto il letto. Un abbraccio.

copyman ha detto...

Giusto ieri sera leggevo una massima illuminante: "A dare sempre la precedenza alle priorità non si ha mai tempo per le cose importanti". Importanti per cosa e per chi lo hai spiegato chiaramente nel post.

Anonimo ha detto...

mi stupisci sempre, quando penso a te persa solo nel lavoro ecco che tu riemergi e alzi la bandiera rossa, quella delle acque agitate.
Si il lavoro è molto importante, tu sai quanto anche per me, ma le passioni e gli affetti sono quelli che alla fine ci accompagnano nel cammino quotidiano.
Ho voglia di vedere il film adesso, ma anche la Basilicata con i tuoi occhi. Quando partiamo? Dai Mamme alla scoperta della Basilicata....Sandtrini

Anonimo ha detto...

La mia migliore amica mi ha appena telefonato per dirmi che ieri sera ha visto il film, che le è piaciuto tantissimo e che devo assolutamente andarlo a vedere.
mammasidiventa.ilcannocchiale.it

Anonimo ha detto...

Se il film è riuscito nell'intento di provocare emozioni, vuol dire che è un buon film. Non dovremmo mai dimenticarci quanto sia importante fare qualcosa solo per se stessi.
Roberta (e buon Basilicata-tour)

Silvia ha detto...

Non ho ancora visto questo film, ma è nella mia lista dei "da vedere assolutamente" ... e poi la Basilicata è bellissima! (anche mio marito è lucano)

PaolaFrancy ha detto...

un film mi ha cambiato la vita.
un film su cui non contavo. eppure è stato così.
a volte me ne dimentico. ma quando me ne ricordo, ringrazio ozpetek di tutto cuore.

buon viaggio. paola ( la margherita e il lappio )

Amanda Gris ha detto...

E' un po' che questo film mi gira intorno e, naturalmente, non sono ancora riuscita a vederlo...

Elena Galli ha detto...

non ho visto il film, non conosco per niente la Basilicata.
spero presto di potermi vedere il film e chissà anche la basilicata...
ma è il tuo punto numero 3 che mi ha fatto pensare e sì hai ragione. Anche se non lavoro, diciamo che "lavorare in casa" va bene ma devo riprendermi dei pezzi di me. Musica compresa.
Ho deciso di andarmi a comprare la chitarra e ricominciare a strimpellare...mi manca...