La Social Media Week ci ha stroncato. Me e Flavia, intendo. Che la mia compagna di avventure, quando viene a Milano, vorrebbe vedere tutti e rifarsi di tutto il tempo perduto. E quindi la nostra agenda diventa un incubo: dalle 9 alle 23, da mercoledì a venerdì, no stop.
E insomma venerdì sera torniamo a casa strisciando sui gomiti, e stavolta non possiamo neanche dire che domani si dorme, perché domani, signora mia, si va all’Ikea. Per la precisione, si va ad aprire l’Ikea di San Giuliano.
La missione ha effetti diversi su di noi: io sono eccitatissima, non vedo l’ora di riempire carrelloni su carrelloni, Flavia invece sembra pensierosa, forse è solo scaramantica – in questo caso, stranamente, più di me.
Il fatto è che The Talking Village ha un nuovo ufficio, a Milano. Due stanze e un bagno, l’indispensabile. Però in una bellissima zona, il che mi riempie di orgoglio.
Così alle 8.30 salpiamo sotto la tormenta e accompagnate da un Gabriele quasi febbricitante, passiamo a raccogliere Emanuela e via.
Dalle 9 alle 15.
Come spesso accade, fino al momento in cui metti piede all’Ikea ti sembra di avere le idee molto chiare su quello che ti porterai a casa, ma poi, alla prova dei fatti, non è così. Cambiamo idea tutte e tre sulle sedie da ufficio, sul divanetto, sulle cassettiere, sul mobiletto su cui poggeremo una stampante, quando ci sarà. E così via. E alla fine decidiamo di lasciar tornare a Roma Flavia, che per fortuna Alberto ci ha raggiunto.
Consegna veloce
Abbiamo anche scoperto questo servizio fantastico, la consegna veloce: tu carichi il tuo (i tuoi, nel nostro caso) carrello, paghi regolarmente e lo porti all’assistenza clienti, dove ti organizzano una consegna per il giorno dopo. Non è economicissimo – se hai buone braccia meglio noleggiare un furgone –, ma il valore aggiunto è notevole.
“Dalle 8 alle 14 di domani”
“Dalle 8 alle 14? Non si potrebbe restringere un po’ l’intervallo?”
“No, lo slot è questo. Di solito però entro l’una hanno finito”
“Ah, beh, allora è tutta un’altra cosa”.
Domenica mattina
Alle 8 sto uscendo di casa. L’ufficio è a 5 minuti a piedi, quindi nessun problema. Accendo il cellulare mentre mi avvio e trovo che c’è stata una chiamata. Azz.
Provo a richiamare.
“Il suo credito non è sufficiente per concludere l’operazione”
Nooooo!
Ok, sangue freddo, fai una ricarica al volo.
Arrivo sotto l’ufficio che la signorina della telericarica Vodafone mi ha appena confermato la ricarica, e vedo da lontano un furgone e un tipo (classico fisico da trasportatore Ikea) che sta per salirci sopra. E decido di venir meno al mio aplomb. Mi metto a gridare:
“Ikea! Ikea!”
Grido e corro, corro e grido, arrivo al furgone che è già in moto e batto i pugni sullo sportello.
L’omino alla guida mi guarda stralunato, e finalmente ci capiamo.
La prima sedia!
Tempo 10 minuti ed è tutto dentro.
A questo punto inutile perdere tempo. Inizio a montare, dalle sedie che sono la cosa più facile.
Per lasciare una traccia twitto tutto, anzi, il primo post è su Facebook.
Durante tutta la giornata continuo a lasciare le mie briciole di pane, e raccolgo anche un piccolo seguito di amici che mi scrivono, rispondono, commentano su Facebook.
Emanuela è la prima a comparire, dopo pochissimo. E poi Alberto e Gabriele. E nel pomeriggio anche il figlio di Emanuela. Dio li benedica tutti. Alla fine della giornata possiamo scattare una foto di una delle stanze, con un aspetto già più simile ad un ufficio.
Ovviamente non è finita.
Oggi entriamo ufficialmente. Da un momento all’altro arrivano i signori di Fastweb, e una volta connessi non c’è motivo di non rimanere qui dentro.
Mi sento bene qui, anche ora che Emanuela ancora non c’è, e che mancano una decina di giorni prima della prossima visita di Flavia. Non è come a casa. È uno spazio di lavoro vero, “lo” spazio del lavoro. Il tempo del lavoro, anche.
Un grazie speciale a Emanuela, che ho trascinato in questa impresa e che si è lasciata trascinare con entusiasmo, che ancora non sa che cosa l’aspetta nei prossimi mesi, ma che con spirito eroico ha abbracciato la causa.
È che adesso si fa sul serio, più serio di prima, se possibile.
Fatemi (fateci) in bocca al lupo.
10 commenti:
E allora in bocca al lupo! ...giassai...
in bocca al lupo!
siete mie eroine! :)
WOW! In bocca al lupo
In bocca al lupo! Che bella zona, a due passi da casa, no? Se mi capita di fare qualche corso al Mosaico (via Romano), vi vengo a trovare.
in bocca al lupissimo sorellona! go for it!
Tifo per voi! In bocca al lupaccio!
In bocca al lupo! Che bello!!
MERDE!!!!!
(l'in bocca al lupo francese! :)))
Isa
yo sorella ;)
il tuo entusiamo mi emoziona un sacco! mi raccomando ora mettiamoci anche un tatami e siamo a posto :)
grazie grazie grazie!
(marò, non potete immaginare che bello perdere in un momento tutte le abitudini e avere voglia di costruirsene di nuove, ma anche no)
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