L’anno scorso, più o meno in questo periodo, ho iniziato a fare la lista dei desideri per Natale, e poi a divulgarla con molta discrezione. Comprendeva due voci: un iPhone e un Ebook Reader, uno qualunque. È andata buca su tutta la linea: ci siamo regalati, in versione tandem, una fotocamera digitale che ci ha restituito il piacere di immortalare gli eventi.
Ora però ho un’altra opportunità. Un paio di sere fa, al Circolo Filologico di Milano, c’è stata la presentazione del Sony Reader. L’oggetto è bellino assai, sia nella versione piccola, da 5 pollici, che sta in tasca e costa 200 €, sia in quella da 6 pollici, 250 €. Dentro ci stanno da 1000 a 1200 libri, scaricabili da IBS, BOL e Feltrinelli – quindi c’è la ragionevole certezza di avere titoli italiani in quantità.
Considerando che:
• Alcuni mesi fa abbiamo dovuto separarci con molto dolore da una buona metà dei libri che ormai ci assediavano la casa, portandoli da mia suocera (dove abbiamo portato anche una libreria);
• Una delle voci di spesa più rilevanti della mia carta di credito sono i libri (come si può desumere facilmente dalla mia libreria di aNobii, che pure non li contiene tutti);
• Sono una lettrice “da Duomo a Missori”, e cioè leggo principalmente sui mezzi pubblici durante gli spostamenti, e i libri in borsa pesano (soprattutto se aggiunti al portafoglio, l’agenda, i trucchi, le chiavi, un paio di Gormiti, i fogli sparsi, le sigarette, le penne, il taccuino degli appunti, varie ed eventuali)
Tutte queste cose considerate, potrebbe essere una buona soluzione quella di votarmi al digitale, almeno per alcune cose (ché io non ci credo che la carta va a morire, stiamo scherzando? Però in forma complementare ci può stare).
Tornando al giocattolino. Non stanca la vista, pare, perché è basato su tecnologia eInk, che significa che non è retroilluminato (come ad esempio il monitor di un computer), e che di conseguenza mantiene basso il consumo di energia. Questo significa anche che al buio ciccia, non si vede. Però l’occasione è ghiotta per dotarsi di un accessorio veramente fico: la custodia con lucina a led.
Devo dire che c’è stato un momento in cui ho pensato, così forte che si deve essere sentito in sala: “Non sono pronta”. Ed è stato quando il direttore marketing di Sony ha ventilato l’idea di usarlo in spiaggia (perché il display non crea riflessi e riverbero). Questo no, direttore, sappilo, anzi, sallo. Perché quando torno dal mare non mi sembra di aver letto, se non ho tutte quelle pagine impregnate dell’odore di salsedine e raggrinzite dalle mani bagnate, che fanno del libro una cosa dalla forma incerta, più cicciona di com’era alla nascita, forse anche a causa della farcitura sabbiosa. Poi ho pensato che comunque non ce lo porterei, in spiaggia. Che se mi si inciccionisce lui per la sabbia e l’acqua e la salsedine e tutto il resto, mi vengono i nervi, mi vengono.
P.S. Questa ovviamente non si propone di essere una Vera Recensione. Perché per fare una Vera Recensione, ci vuol altro che 5 minuti di smandruppamento dell’oggetto. Diciamo che 15 giorni di prova ci sarebbero stati tutti. O no? ;)
6 commenti:
Coincidenza vuole che proprio ieri mia moglie, incallita lettrice di libri, mi ha chiesto lumi su questi gingilli con lo scopo sottinteso di liberare spazio in casa.
Così mi sono dilettato a vedere quanto costa un libro virtuale nelle diverse librerie, pensando che il prezzo giusto fosse ben lontano da quello di copertina. Ebbene, anche i classici, sui quali non c'è più diritto d'autore, costano un paio di euro in meno del libro tradizionale.
La tavoletta della Apple, per esempio, si ammortizza dopo 200-300 libri: dov'è la convenienza?
Allora, a che serve il tablet? per fare i fighetti ed aumentare i profitti dell'hitech? Grazie, Stefano Lavori, ma non mi interessa.
maurice, capisco il tuo ragionamento, e in parte è quello che ho fatto anch'io. però proprio oggi è uscito questo articolo di mafe, che ti segnalo: http://punto-informatico.it/3017856/PI/Commenti/nologo-non-ebook-ma-amore-bit.aspx
(e dai, regalaglielo. e poi un ebook reader non è un tablet ;))
Ho letto l'articolo, che non mi convince. Se è vero che per i libri vecchi c'è un lavoro di "traduzione" in linguaggio informatico, così non è per i nuovi: un manoscritto viene consegnato dallo scrittore già in formato digitale.
Basta un buon programma di editor (già Word è avanzato) per fare automaticamente il libro, prova ne è il fiorire di siti per "stamparsi" il romanzo tenuto per anni nel cassetto.
D'altra parte prendiamo iTunes: con 1 euro ti compri una canzone, con 10 un intero CD, ad un terzo cioè del prezzo in negozio. Quando succederà anche con i books digitali, la diffusione sarà garantita.
Intendiamoci, ben venga la tecnologia, purché serva realmente al consumatore, a tutti noi.
mmm...accattivante ma non credo di essere pronto: è l'odore della carta, le pile disordinate, la polvere da portar via...ma mai dire mai ;-)
Il problema del costo dei libri in digitale non è solamente colpa delle case editrici.
Purtroppo per i prodotti editoriali cartacei è prevista una tassazione che ad occhio e croce mi pare sia intorno al 4%, mentre per gli ebook, che non si sa bene perchè non vengono considerati alla stessa maniera dei libri, è al 20%...
Ecco spiegata la piccola differenza di prezzo tra i due prodotti. Si deve muovere lo stato italiano, non tanto le case editrici per muovere la faccenda e stimolare l'acquisto di ebook...
Io trovai illuminante questo post di Alessandra:
http://www.girlgeekdinnersitalia.com/2010/03/la-mia-vita-con-il-kindle/
e capii che leggeremo di più invece che di meno...
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