Ho una collega che si chiama Anna (non è vero, ma come sempre devo rispettare la privacy), che ha fatto una brillante carriera intanto che io mi distraevo facendo un bambino. E' una persona vitale, simpatica, con una grande carica umana e soprattutto una volontà di acciaio temperato. Dove non arrivano le competenze o quando gli eventi si fanno avversi, per lei entra in gioco la volontà. C'è una mission impossible? Anna è lì.
Stasera eravamo in una riunione che è finita piuttosto tardi, durante la quale abbiamo assistito (e partecipato nel ruolo di co-protagonisti) ad un film ormai consumato dalle proiezioni ripetute con troppa frequenza: un cliente importante che ci chiede una cosa da fuochi artificiali, noi che mettiamo in pista un megaprogetto entusiasmante, il cliente che ci chiede di dimezzare i tempi (non abbiamo ancora parlato di soldi, ma verrà anche quel momento). Ed è lì che Anna si è trasfigurata. La semplice prospettiva di trascorrere in ufficio tutte le notti - week end compresi - per le prossime quattro settimane le ha procurato un orgasmo multiplo. Vero, reale, quasi pornografico! E il bello è che Anna è quanto di più lontano possa esistere dal masochismo! Lei era veramente, genuinamente contenta all'idea di poter partecipare alla splendida avventura che l'azienda le stava proponendo.
Allora, la domanda è: sono io che non sono normale? Qualche anno fa avrei avuto anch'io la stessa reazione, ma comunque, fosse stato il mio, avrei interpretato questo comportamento in maniera patologica, tipo workaholismo, non come una legittima entusiastica adesione agli obiettivi aziendali. Da cui sorge la seconda domanda: ma gli obiettivi aziendali esistono davvero o non sono piuttosto il risultato dell'accoppiamento selvaggio di un'astratta teoria economico-finanziaria e la concreta affermazione di una volontà individuale (quella del parùn)?
Io non credo che l'Azienda debba essere per forza sadica. Io credo che, se l'Azienda fosse una persona, non penserebbe che il fine giustifica sempre i mezzi. Né che le persone sono quello che si fanno fare. O che ci sono Aziende rese scarsamente produttive dall'abbondanza di mutui e di bambini. E neanche che "azienda" si debba scrivere con la maiuscola.
Per fortuna che c'è Anna!
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