martedì, ottobre 17, 2006

Baby boom

Sere fa ho rivisto un vecchio film, Baby Boom, con Diane Keaton e Sam Shepard.
La trama è semplice: JC (Diane Keaton), all’apice della sua carriera di consulente organizzativa, riceve in eredità da un lontano parente… una bimba. Cerca di darla in adozione, ma alla fine cede e se la tiene. Il suo uomo se la dà a gambe. Lei arranca tra tate e scuole, e al lavoro le danno un out-out: o accetta clienti più piccoli e meno prestigiosi, o via. Lei via, si trasferisce in una villetta del Vermont (o era Wisconsin? O qualcos’altro? Boh!), dove vorrebbe dedicarsi solo a lei e alla bambina, e inizia ad inventarsi ricette di conserve da realizzare con i prodotti della sua tenuta. Conosce un veterinario (Sam Shepard), che in un primo momento schifa alla grande. I prodotti cominciano ad avere successo. Dopo la prima notte d’amore con il veterinario, che nel frattempo lei ha smesso di schifare, il suo vecchio capo la chiama: una grande azienda alimentare intende comprare la sua attività. Lei si precipita, pregustando la vittoria (vendetta?). L’offerta è effettivamente estremamente vantaggiosa, ma proprio quando sta per dire di sì, cambia idea e se ne torna dalla sua bimba. THE END

Mi sono venute in mente un po’ di cose, che qui elenco.
1) Se hai una bambina di circa 12 mesi, perché te la porti in ufficio? Sei scema? La prima cosa che dicono a una neomamma è: organizzati (la seconda è "arrangiati"). Cretina.
2) Il tuo uomo si dà. Un classico. Nella storia la bimba è un’eredità, ma spesso nella vita non lo è. La domanda è: perché le donne educano i loro figli, futuri uomini, a non prendersi responsabilità e a non rispettare niente che attenga, per convenzione, all’universo femminile? Intendo dire che gli uomini non imparano mai ad avere rispetto delle donne – corpo e cervello – anche se cresciuti da donne. Cambierà?
3) Se fosse stato un uomo a diventare di colpo papà, lo avrebbero segato come hanno fatto con JC?

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