mercoledì, ottobre 04, 2006

Logistics

Ci sono persone che affrontano la logistica senza neanche riconoscerla. Come la mia amica Simo, che si palleggia tate, nonne e colf con una disinvoltura invidiabile. Una alla volta, due o tre insieme, a volte nessuno, perchè ovviamente capita anche questo. Certo, spesso si incasina, ma almeno non se ne fa un problema. Io no. Per me deve essere tutto organizzato. La casa, il pupo, il lavoro: ogni cosa con il suo tempo e con le persone ad essa delegate. In questo ambito - ma solo in questo - il mio sogno è realizzare un ingranaggio da orologio svizzero. Anche quando il fato è avverso e la situazione è veramente complicata. Mi è capitato di lasciare mio figlio malato a casa:- dalle 8.30 alle 11 con la tata Alda- dalle 11 alle 15.30 con Simona, una babysitter "fornita" dal nido per le emergenze- dalle 15.30 in poi con la vicina di casa.Lui pare essersi divertito, con tutta questa varietà in una sola giornata. Per me invece non è stata una bella esperienza. Telefonavo alla fine e all'inizio di ogni turno, per dare istruzioni e sentire com'era andata. Una fatica pazzesca.In questi giorni ho una piccola emergenza logistica: mio marito è in ospedale per un piccolo intervento. Il che significa che io vado a trovarlo due volte al giorno, e il meccanismo è piuttosto
faticoso - fisicamente, per lo meno. Funziona così:

- 8.30: accompagno Gabriele a scuola, col triciclo perché lui si sente molto figo con il suo mezzo personale
- 9.00: torno a casa trascinandomi dietro il mezzo, che fa un fracasso pazzesco. Sulla strada del ritorno faccio qualche commissione, tipo prendere cose da portare in ospedale o fare la spesa- 10.30: parto per l'ospedale. In realtà non si potrebbe entrare al mattino, ma l'ospedale ha un bellissimo parco, dove posso comunque stare un po' con il mio paziente
- 13.00: mangio qualcosa, oppure no, dipende dal traffico che incontro tornando verso casa
- 13.45: riprendo Gabriele a scuola (oggi mi ha detto: "mamma, non andiamo subito a casa, facciamoci una chiacchiera fuori". Ecco, la mia comare di 3 anni) e vado a casa, dove entrambi stramazziamo
- 16.30: arriva la tata, breve passaggio di consegne e via verso l'ospedale
- 19.00: via verso casa di nuovo, dove tutto è più o meno come sempre.
N.B. per andare da casa all'ospedale impiego circa un'ora. Se fossi la Simo sarebbe diverso, lo so. Sarà un bene o un male?

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