lunedì, novembre 27, 2006

Ciao Gianluca

Sono arrivata in ritardo, quella sera. L’appuntamento era nella sede di Yoox, e mentre la Simo e Alberto ci andavano direttamente dal lavoro in moto, io avevo preso il bambino al nido, e in macchina ero passata da casa a lasciare lui e prendere una cosa da portare con me. Poi via di nuovo, direzione navigli, con il traffico delle 19.30 che mi attanagliava. Arrivata quasi a destinazione ho sbagliato strada. Ero sicurissima che Yoox fosse su quel lato del naviglio, e invece no, era dall’altra parte. Che significa: stradina a un certo punto sterrata, solo pedonale, ricerca di un cancello o qualcosa dove fare inversione, ritorno indietro tra – appunto – pedoni maledicenti e sensi unici da paura. Ecco perché ero in ritardo.
Dentro al cancello ci sono i miei soci che fumano una sigaretta con un’altra persona: non alto, piuttosto corpulento (non grasso), faccia vagamente mefistofelica, postura da spacciatore. Deve essere Gianluca.
“Tu sei Gianluca, no? Scusa il ritardo, il traffico, sai… Piacere…”
“Senti, non me ne frega niente di conoscerti, ti sembra l’ora di presentarti? Ti ho aspettato solo perché tu hai una cosa da darmi”
(Si capisce cosa intendo quando dico “postura da spacciatore”?)
Un po’ atterrita dall’aggressione, non ho il coraggio di replicare, gli dico solo: “Sì, ecco, è qui” (il seguito, che non c’è stato, suonava più o meno: “E vaffanculo”).
Gli porgo un sacchetto di quelli dei negozi d’abbigliamento, con dentro un pacchetto fatto con la carta velina, quella dei sarti. La Simo mi fa solo un cenno come per dire “non farci caso”, e poi ricomincia a fare la splendida, la donna delle relazioni. Entriamo, la sede di Yoox è bellissima. Gianluca ci guida fino a un tavolo, ci raggiunge un ragazzo pelato con una treccia sottile, ci saluta e rimane lì. Gianluca apre il pacco: c’è dentro un kimono bianco con stampate delle teste di lucertola enormi, rosse e blu. Un pugno in un occhio. Le testone le ha serigrafate lui, una per una, poi mi ha dato la stoffa e io ho fatto confezionare il kimono. Di solito funziona al contrario: io faccio i pezzi, poi li do agli artisti e loro li interpretano. Ma questa era una prova di serigrafia manuale, e quindi valeva la pena di invertire il processo, solo per questa volta.

“Minchia, bellissimo! Questo spacca!” Il primo a parlare è il ragazzo col codino, che ora, a guardarlo bene, così ragazzo forse non è. Porta il kimono in giro, lo mostra agli altri, tutti entusiasti, noi un po’ emozionati.
Poi Gianluca mette sul tavolo l’altro pezzo: la borsa di tela, dipinta a mano sul davanti. Uno spettacolo. Ancora giubilo, da qualche parte esce una bottiglia di prosecco. Il ragazzo si qualifica, è il direttore creativo di Yoox, artista lui stesso, e si chiama Alberto Biagetti. Faremo delle cose insieme, promette. (In seguito manterrà).

Gli altri incontri con Gianluca sono stati più o meno così. Alle mostre è diventato grande amico di Paola del catering, alla quale continuava a chiedere di riempirgli il bicchiere di rosso. E quando il rosso è abbastanza, comincia a dire cose del tipo: “Ma che sono queste schifezze? Io me ne vado, non mi piace qua, tutti ‘sti giornalisti…”. E allora qualcuno di noi interviene per dirgli che non è il caso, che non tutti sanno cogliere l’ironia, e che se proprio uno degli artisti dice cose del genere come fai? Lui si scusa e torna da Paola a farsi consolare e a espiare.

Ha fatto un sacco di cose per noi, le gonne serigrafate a mano, i marsupi di alcantara dipinti a mano, una dozzina di microborse/bisacce. Praticamente una fabbrica, ma manuale. Sempre burbero, per convincerlo di qualunque cosa ci vuole del bello e del buono. Alla fine a me è rimasta una borsa “nuda”, non interpretata. Gli ho chiesto di farmela, quall’altra era troppo bella. “Prima o poi te la faccio, figurati.”

Da due giorni però Gianluca Lerici, aka Prof. Bad Trip, non c’è più. Volevo salutarlo, ecco tutto.

1 commento:

lemoni ha detto...

Peccato...ho dato un'occhiata ai kimoni su pret a portart e li trovo pazzeschi...mi piace molto come lo hai ricordato...senza frizzi e lazzi...essenziale così nella sua ruvidezza.
Altra creatività che si è spenta for ever...peccato davvero.
Ciao
Gra