giovedì, maggio 10, 2007

Psicomaestre e ansia in corriera

Per favore, ditemi voi, che siete così saggi, come faccio a ritrovare l’equilibrio.

Sono un’ansiosa, lo ammetto. Mi è stata diagnosticata una gastrite da stress a 7 anni, e da allora me la porto dietro. Certo, in tutto questo tempo ho imparato a convivere con la cosa e a non apparire in pubblico col colorito verdino, la smorfia stampata sul viso e l’andatura ingobbita che caratterizza le persone che condividono con me questa simpatica modalità di esprimersi del nostro corpo. E però.

Oltre ad essere un’ansiosa, sono anche una che non ama l’atteggiamento di certi genitori che considerano geni i figli e idioti gli insegnanti che non li capiscono. Con questo spirito positivo sono andata al colloquio con le maestre di Gabriele.

Maestra L. (è la titolare della cattedra, se così si può dire): “Ah, Gabriele, bel caratterino!...”
Maestra P. (precaria nella stessa classe da 3 anni): “Inserito è inserito, eh? anche troppo…”
Maestra C. (precaria appena arrivata, avrà 19 anni): fa di sì con la testa, ripetutamente.
Io: “…”

Il discorso continua su temi leggeri per qualche minuto: è difficile far fare a Gabriele cose che non vuole fare o che non gli interessano, ha la sua baby-gang con cui fa un casino tremendo, devono dividerli. Ok. Fin qui si può sorridere. Ma poi…

Maestra L.: “Vede, il problema è che Gabriele è ancora fermo al gioco fisico…”
Maestra P.: “Non tiene l’attenzione per più di pochissimi minuti…”
Maestra C.: “Sì, sì!”
Maestra P.: “Non disegna ancora la figura umana!...”
Maestra L.: “Non ha interesse per le attività didattiche al di fuori del gioco…”
Maestra C.: “Sì, sì!”

Io sento di aver acquisito un poco dignitoso colorito terreo. Davanti a me ho Qui Quo e Qua che mi stanno massacrando e non posso fare niente, solo cercare di capire, mentre la mia sensazione di inadeguatezza rispetto al ruolo di madre mi sta sopraffacendo.

Approfitto di un attimo di tregua per spiegare che l’ultimo anno è stato parecchio pesante per la mia famiglia, che Gabriele ha reagito molto male all’ultimo ricovero di suo padre, credeva che fosse morto e che io gli stessi nascondendo la cosa, e insomma forse lui ha deciso di fermare il mondo attorno a sé perché così si sente più protetto. Mi rispondono che sì, può essere, ma manca l’ultima granata, prontamente lanciata dalla

Maestra L.: “Gabriele non si è evoluto, per me è lo stesso bambino che è entrato qui a settembre”.

A questo punto io vedo in un attimo tutti gli scenari possibili: disturbi dell’attenzione, poi dislessia, poi chissà. Di certo niente di buono. Forse dovrò trovarmi un lavoro part-time, così potrò accompagnarlo alle sedute di terapia…

“Del resto Gabriele è piccolino, ha solo 3 anni e mezzo, gli altri bambini sono più grandi”.
La voce della Maestra L. mi risveglia dal mio incubo.
“E quindi?”
“Magari quest’estate cambia”

Cerco di farmi dire cosa posso fare, che stimoli posso dargli, quali sono le cose a cui devo stare attenta. Cose così, insomma, quotidianità della pratica genitoriale. Alla quale io mi sento sempre più inadeguata.

Mi danno due consigli spiccioli (“gli faccia fare dei disegni, fate dei puzzle…”) e me ne vado. Ho promesso a Gabriele che passo al parco a prendere lui e la tata, così andiamo a casa insieme, oggi che è presto.

Arrivo al parco mentre un bimbo ha buttato a terra mio figlio e gli sta saltando sulla schiena. Lui piange come un pazzo, lo tiro su e la tata mi guarda con l’espressione di chi vorrebbe morire all’istante. Solo che in questo momento sono io che vorrei morire, e così il pestaggio mi sembra tutto sommato sopportabile.

Dopo questo siparietto, inizio a fare le mie indagini:
1. ne parlo alla tata, che mi accenna che hanno detto qualcosa del genere anche all’amico del cuore di Gabriele, ma non approfondisce; piuttosto mi consiglia di non preoccuparmi, che è ancora piccolo;
2. ne parlo a mia zia Eufemia, che oltre ad essere una balenga conclamata è anche un’insegnante elementare (ora in pensione) di chiara fama. Lei mi suggerisce, giusto per stare tranquilli, di fare una chiacchiera con la mia ex analista, solo per sapere se è il caso di preoccuparmi. Io chiamo la dott, ma intanto
3. approfitto della vacanza ravennate per parlarne con la cugina psichiatra, la quale come prima cosa scoppia a ridere e mi dice di cambiare scuola, poi approfondisce e mi spiega che è normale, e che lui sta elaborando il suo edipo, ecc. ecc. ecc.
4. vado dalla dottoressa, e dopo una lunga chiacchierata lei mi suggerisce di chiedere un altro incontro con la maestra, in modo da chiarire alcuni aspetti rimasti in sospeso (ad esempio, perché dopo tutte quelle cose decisamente allarmanti mi ha detto che “in fondo lui è piccolino”?) e approfondire una serie di aspetti del comportamento del piccolo che possano darmi delle indicazioni.

Un paio di giorni fa la tata mi racconta che ha parlato con i genitori di altri bambini, al parco. Salta fuori che su tutti i bambini con i cui accompagnatori ha potuto parlare, sono state dette cose simili a quelle dette su Gabriele, e in un paio di casi le osservazioni delle maestre erano ancora più pesanti, praticamente delle diagnosi. Per niente incoraggianti, peraltro. La cosa mi dà vieppiù da pensare. Possibile che in questa classe nessuno dei piccoli sia cresciuto “a norma”?

Ieri mattina mio marito accompagna Gabriele, entrando alle 9 (non per il prescuola, quindi, quando non ci sono le insegnanti della sua classe) e riuscendo a vedere la maestra. Come da programma, le chiede un colloquio. E lei cade dalle nuvole. Chiarisce che per lei non c’è problema, anche se bisognerà aspettare un po’, ma più che altro ci tiene a sottolineare che dal suo punto di vista non c’è niente da approfondire, Gabriele è assolutamente a posto e in linea con la sua età, e anzi le questioni dell’attenzione si sono appianate miracolosamente il giorno dopo il nostro colloquio, non si sa se per qualcosa che gli è stata detta a casa o così, come spesso accade ai bambini, senza un motivo, da un momento all’altro.

“In effetti, e ne ho parlato anche con P., mi era sembrato che sua moglie fosse piuttosto agitata dopo il nostro incontro, ma le garantisco che nulla di quello che ci siamo dette giustificava questa agitazione. Noi abbiamo solo riportato la situazione com’è, ma è chiaro che si tratta solo di una questione legata età del bambino”.

Insomma, una tempesta in un bicchiere d’acqua. E io che sono troppo ansiosa. Che non avevo capito che la questione era legata solo all’età del bambino. Che ho interpretato in senso catastrofistico il loro resoconto. “Informale”, ci tiene a specificare la maestra L. Sono io che sono talmente ansiosa da non riuscire neanche ad aggiornare il blog, perché ho la testa da un’altra parte.

Allora voi, amici miei, che siete così saggi, ditemi, cosa avreste fatto al mio posto? Avete un segreto per ascoltare cose del genere e mantenere la calma e dire “non c’è nessun problema”?

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Io traggo una morale: che quando ci dicono cose positive sui nostri figli (accade anche questo a volte) siamo sempre pronti a sminuire, mentre se ci dicono cose brutte ci crediamo subito, eccome!
Io, fossi in te, mi rileggerei il post che hai scritto.
Contiene in sé già molte risposte alle tue domande.

P.S. A me in quinta elementare mi è venuta una fastidiosissima alopecia che mi sono ben mantenuta con gli anni...

Francesca Palmas ha detto...

Io noto che le maestre tendono sempre ad essere un pò troppo 'irrazionali' in certi comportamenti e non capiscono che possono generare ansia...Che ne so io? La bimba della mia amica va al nido, nota che compie un anno oggi ma per motivi di lavoro la mia amica l'ha portata da quando aveva 5 mesi. La bimba odiava la maestra piangeva e urlava, l'inserimento è andato malissimo e la maestra diceva che era troppo sveglia per la sua età la bimba e che la mamma la teneva troppo attaccata a se. Eppure se la bimba stava con me non piangeva se la mamma andava via. Poi finalmente un giorno l'asilo ha iniziato a piacerle....E così la maestra all'improvviso è pazza della bimba la vuole sempre con se etc etc,mentre prima era distante, non provava nemmeno a farsi amica la bimba, magari sarebbe bastata di più la sua presenza...Prima anche che la bimba trovasse gradevole l'asilo.E dai commenti che faceva capisco che spesso le maestre si credono al di sopra di tutto per il doppio ruolo di educatrici e di 'tieni il bimbo mentre il genitore se ne va a lavorare che insensibile che è'. Peccato che la realtà sia ben distante dal ruolo che si costruiscono...Scusa il romanzo :)

Giuliana ha detto...

meringa, ma secondo te siamo noi che chiediamo troppo ai nostri figli? non so, credo che se mi avessero detto delle cose "belle" io sarei stata sicuramente contenta, ma so so anche che sarei entrata nell'ordine di idee di coltivare il virgulto con ancora più cura. mentre così, io so che le maestre sono le uniche persone con uno sguardo critico finalizzato ad un obiettivo preciso che prescinde il mio progetto educativo, e quindi devo tenerne conto per forza. proverò a rileggermi il post :)

Giuliana ha detto...

coniglia, grazie del romanzo :) sapere che ci sono altri genitori che si sono imbattuti in maestre (come dire?) eccessivamente zelanti, mi conforta.

copyman ha detto...

Giuly, ciò che ti sei sentita dire sono più o meno le stesse cose che hanno gettato me e mia moglie nell'agitazione due anni fa approposito di Alberto. Certe maestre sembrano incapaci di ascoltarsi mentre esprimono giudizi in tono categorico, con la sicumera di chi sta declamando verità rivelate.
In realtà non è affatto detto che l'evoluzione nelle capacità del bambino segua uno standard lineare, perché ognuno ha i suoi tempi di maturazione.

Giuliana ha detto...

copy, suppongo che Alberto sia perfettamente a posto, ora. la cosa che mi innervosisce è che ora sembra che sia io ad aver frainteso, per chissà quale meccanismo perverso di ansia e/o proiezione...
comunque, al di là di tutto, queste testimonianze mi tirano su il morale meglio di qualunque spiegazione a posteriori

Ileana ha detto...

Tu non hai frainteso! Effettivamente le maestre hanno prima fatto terrorismo, e poi hanno fatto marcia indietro!
Ma almeno non ti hanno detto che il bambino ha bisogno degli psicofarmaci!
Qui dove sono io le maestre fanno addirittura questo tipo di diagnosi!!!
Goditi tuo figlio! Secondo me e' un bambino intelligentissimo!

marge ha detto...

ciao, in merito a questo post io penso che ogni bambino ha i suoi tempi, per crescere, per socializzare, per imparare......pensa che assurdità se fossero tutti uguale,e poi le ansie, quale mamma non le ha, io le avevo nonostante avessi insegnato diversi anni in una scuola materna ,con i propri figli non è come nei libri.

Anonimo ha detto...

Sono sconcertata da queste pressioni "esterne".
Cosa si vorrebbe pretendere da un bimbo di 3 anni e mezzo?
Vogliono già caricarlo di aspettative? Per farne magari un frustrato ed un fallito già a 5 anni? Io ho visto la mia prima aula scolastica a 4 anni e mezzo e a quell'età avevo già una lingua lunga così (forse anche le mani), eppure mi lasciavano fare perchè si sa, i bimbi sono vivaci non cattivi. Oggi non saprei come mi avrebbero definito, ma tutto sommato ho fatto una buona riuscita :-)
Le "zie" hanno accennato a problemi presunti di attenzione del tuo Gabriele e di altri bambini della classe. Magari tra qualche settimana vi proporranno pure il famigerato rimedio farmacologico il cui uso - guarda caso - è stato autorizzato di recente anche in Italia. Purtroppo consegnare i propri figli alla società già così
piccoli comporta queste noie...
Tieni duro e ocio al prossimo step delle "donne"!

lemoni ha detto...

E no, e che cacchio diciamola tutta...passiamo tutta la nostra vita appesi alle parole, ai commenti alle critiche di tutti coloro che ci circondano: prima i genitori, poi gli educatori, poi le amiche, poi l'analista e poi aridaje i genitori che invecchiano, e i pediatri e gli insegnanti dei figli...EBBASTAAA!
Mica semo cecati...lo vediamo no se i nostri figli hanno un disagio non c'è bisogno che ce lo dicano gli altri. Mia figlia,una volta abituata alla percezione di dolore, per esempio tende a canzonare i bambini che piangono;perchè lei pensa di essere molto più forte dopo quello che ha passato per i dolori.Invece è solo un piccolina che però si crede grande.E io mi dispiaccio perchè vorrei che facesse ancora la bambina di tre anni e mezzo;ma non ho potuto impedirlo io stessa, ripetendole che lei era forte e che presto la bua sarebbe passata.
Ecco fatto.
Gabriele forse, con le sue paure nei vostri confronti, nei confronti di una presumibile e inesistente perdita di uno dei genitori forse preferisce aspettare un pò a crescere;ma che siamo tutti noi per dargli torto?Cazzo c'ha solo tre anni e mezzo e pure se quest'estate decidesse di riciucciare la tetta è figlio vostro e solo, esclusivamente vostro. Pure se in mani di terzi. Come tutti i figli del mondo occidentale. Che bella conquista di merda...scusami Giuli, ti volevo incoraggiare e tirare su e forse ho peggiorato il tutto...ma ad invecchiare c'è un sacco di tempo e come hai letto da me scopri cose che fanno davvero dispiacere.
Ti abbraccio tanto
@ Gabri:ma quale puzzle...sò proprio scemi stì educatori! firmato Micol

Giuliana ha detto...

lo sapevo che non mi avreste abbandonato :)
beh, in effetti ci sono un po' di cose da dire. gabriele non è un bambino aggressivo, nè iperattivo, perchè al contrario è tranquillo e mediamente educato (mediamente, eh? per dire, si può portarlo al ristorante con noi senza che la serata si trasformi automaticamente in un inferno), il che lo porta fuori dal target del ritalin, evocato e non nominato da ile e da titti. poi: adora fare i puzzle (sai, micol?, da sempre, non so come mai...), ma non a scuola. così come disegna spesso, ma a scuola non lo fa volentieri. e così via.
ciò detto, ripeto che non considero incompetenti le maestre di mio figlio, tuttavia mi chiedo quale sia il loro ruolo all'interno del progetto educativo di un bambino, di tutti i bambini. e poi: quanto è credibile che metà classe venga giudicata (per quanto dicono loro oggi, in maniera "informale") "non evoluta"? a me sembra un dato un po' troppo alto, anche solo in termini statistici. se c'è qualche insegnante all'ascolto, per favore, si de-lurkizzi e ci lasci un segno, io ho bisogno di capire, e credo anche gli altri genitori che sono qui.

Laura ha detto...

A me 'ste maestre non mi piacciono.
Se t'hanno visto agitata che fanno ? NOn chiariscono???
Ma figuriamoci...i compiti a casa con i puzzle a tre anni e mezzo...ma gliela sanno trasmettere queste la gioia e il gusto di stare a scuola? Io non ci credo ai bambini che vogliono solo giocare...che vuol dire giocare? Solo giocare? A tre anni attraverso il gioco puoi e devi far passare le cosiddette cose "serie" ma con passione non con il controllo della prestazione!
Boh, proprio non mi convincono.
Mi sembrano troppo libresche: "non disegna la figura umana"...e se Gabriele con la sua baby gang fa troppo casino vuol dire che le maestre non ci sanno fare!! Nè col divertimento nè con il rispetto delle regole.
E non sentirti tu inadeguata, non flagellarti. Ti capiterà anche di sbagliare ma ci sei per correggere la rotta e questo conta più di tutto. Si naviga a vista con i figli...
P.S. Ti ho linkata (anche se non è una gran notizia)...

prostata ha detto...

Meringa ha detto cose sagge.

Anonimo ha detto...

"sguardo critico finalizzato ad un obiettivo preciso che prescinde il mio progetto educativo"
Cioè, le maestre di tuo figlio avrebbero un obiettivo riguardo l'educazione di tuo figlio?
Mmh, secondo me tu le sovrastimi....
Prova a sovrastimare te stessa, per questa volta!

x abs: oddio così arrossisco!

pOpale ha detto...

Ma sono delle maestre o psicologhe in erba ? Sono d'accordo con Annachiara forse le hai sovrastimate. I bambini hanno un codice di comportamento diverso, anche nell'aggressività. Sono gli adutli che vogliono, a volte, vedere quello che non c'è. Sono sicuro che Gabriele è nella norma forse sono le sue maestre che sono "piccoline". Sono sicuro che sei un ottimo punto di riferimento per lui, più di quanto tu creda... basta leggerti.

Labelladdormentata ha detto...

Che dire che non abbiano già detto gli altri? Secondo me viviamo in un'epoca in cui la performance e l'omologazione sono le cose più importanti. Già da neonati se i piccoli non corrispondono alle famigerate tabelle ripetute fino alla nausea dai giornaletti vari che ci vengono propinati dal primo momento in cui il test di gravidanza diventa positivo, e se non si comportano esattamente come tutti gli altri, allora sono dei casi patologici da portare subito da qualche terapeuta. Nessuno pensa che i bimbi son persone, ciascuno con i suoi tempi di crescita e maturazione. E a 3 anni e mezzo i bimbi cambiano da un momento all'altro, hanno periodi di stasi seguiti da fasi di crescita, anche intellettiva, straordinarie. L'altra considerazione che mi viene da fare è che purtroppo si è persa l'esperienza che si aveva una volta nelle famiglie numerose: c'era sempre un bimbo piccolo con cui relazionarsi e quindi, in un certo senso, ci si "istruiva" imparando sul campo.
La prossima volta fai un respiro profondo, pensaci su un po' prima di farti prendere dall'ansia e appoggiati ad Alberto, che mi sembra dotato di molta calma e buonsenso. Bella invenzione, i mariti!

ruben ha detto...

19 anni dici? A 19 facevo già fatica a capire me stessa, figuriamoci se mi avessero chiesto di "intrepretare" la mente di un bambino di tre anni... Ma che ci fa una diciannovenne all'asilo, poi?! Che mi risulti, uno a 19 anni deve ancora finire le superiori, ha ancora la testa nel pieno dei casini adolescenziali, va a mettere i lucchetti sul ponte...
Insomma, vabbé largo ai giovani, ma... in tutto meno che in questo settore!

Anonimo ha detto...

Beh, hanno detto tutto qui sopra... :-)
Ti racconto un segreto: io sono preoccupata perché Amelia non si esprime. Ha 18 mesi: alla sua età tanti altri bambini indicano il "bau", la "moto", ecc. e lei invece sa solo indicare col dito e dire parole inutili ("grazie" ok, è educato, ma mi sarebbe più comodo che mi dicesse, che so?, "cacca" quando la fa).
Poi mi racconto che non ci sono tabelle di marcia, che ogni bambino ha i suoi tempi, che Amelia è concentrata più sulle abilità motorie che su quelle verbali... OK, ma io ci penso: il bambino della mia vicina va dal logopedista perché fa ancora fatica a farsi capire a quasi 7 anni.
Quindi capisco la tua ansia, che scatta automatica. Tanto più che queste maestre, magari non avendo capito con quale atteggiamento proporsi, hanno scelto il peggiore per te in questo momento.
Un abbraccio
Chiara

Anonimo ha detto...

Premetto: non sono madre.
Ma ho una lunga esperienza di analisi e la presunzione di capire le emozioni delle persone.

Non sono una mamma, dicevo.
Ma tu sì, e sei la mamma migliore possibile.
Non esistono i bambini "a norma", e neanche le madri perfette.
Esistono madri, punto.
Con tutte le loro ansie e paure. Pretendere di non averne è come sognare di passeggiare sulla luna senza bisogno della tuta da astronauta.
Lasciati andare e non aver paura di sbagliare, con Gabriele.
Non aver paura di avere paura.

Chiara Trabella ha detto...

Accidenti, leggendo il tuo colloquio mi è sembrato di rivivere il mio di giovedì. Stesse identiche parole, stessi tempi, stesse dinamiche.
La differenza, forse, è che io partivo già un po' prevenuta e non completamente disposta a fidarmi: non mi fido eccessivamente dell'intelligenza di una che è maestra e non sa usare i congiuntivi.

Chiara Trabella ha detto...

E, accidenti, al commento 18 ho trovato la me stessa di 3 anni fa. Sembra un film: la me stessa di allora che dà consigli alla me stessa di oggi :-)