Ecco, sono stata assente da questi schermi per un sacco di tempo. Ma ci ho pensato spesso. Del resto, chiuso (oddio, più che altro socchiuso) il discorso degli scatoloni ho fatto poco altro. In ufficio sono in apnea, non riesco a staccare neanche 5 minuti, e Simone, mio fido secondo in questa folle corsa, ha partorito stanotte, per cui sono sola nel rush finale. Poco male, ce la posso fare, auguri di cuore al piccolo Matteo e alla sua mamma e al suo papà.
Fondamentalmente, però, ho pensato. Spenta la TV, banditi i giornali, raggiunto il grado zero della vita sociale, ho pensato molto. Normalmente non è un’attività che mi prenda così tanto tempo ed energie, ma questa volta sì.
Il mio pensare ha avuto il suo culmine durante due giornate di formazione fatte all’inizio di questa settimana, che avrebbero dovuto insegnare a me e ai miei colleghi ad essere manager migliori. Più efficaci che efficienti. Più o meno. Il mio obiettivo personale era rivedere la docente, che già un volta era stata in questo ruolo, molti anni fa, al master; e poi, non meno importante, starmene per due giorni lontana per quanto possibile dalla bolgia infernale. Il primo è stato raggiunto, il secondo no. In compenso ho capito molte cose.
È che questa donna, incontrata dopo 14 anni, mi ha rivoltata come un calzino, mettendomi davanti alle mie responsabilità. Per una volta non le responsabilità verso la famiglia, il lavoro e quant’altro, ma le responsabilità verso me stessa; andando a toccare nervi scoperti che non credevo fossero così scoperti, in alcuni casi nervi che non credevo neanche di possedere. Questa donna dalla presenza scenica possente, elegante e che si intuisce decisa, forte, consapevole (ho pensato più volte che mi piacerebbe essere come lei, e non mi capita quasi mai di pensarlo, di nessuno. Mi va piuttosto bene essere me), questa donna qui, insomma, mi ha scaraventato in una crisi profondissima. Durante i due giorni di corso è stato il mio corpo a reagire: sono stata malissimo, pensavo di covare un’influenza cattiva o chissà che altro. E invece era solo un modo per reclamare attenzione. Quindi, i giorni successivi sono serviti a fare chiarezza, a sgombrare per quanto possibile le macerie (ah! di nuovo sgombrare!) e pensare alla ricostruzione. Come dopo un terremoto, uno tzunami, un’alluvione, il crollo di una diga, una frana. La ricostruzione, intendiamoci, è ben lungi dal partire, diciamo che sto facendo il budget.
Ecco perché non ho scritto, in questi giorni: ero troppo rivolta a me stessa per mettere fuori qualcosa.
Adesso però si torna al mondo, alla scrittura e agli amici. E a questa donna va un pensiero grato: parlare con lei è stato come sentir parlare il mio specchio, oggettivare una situazione che fino ad ora vivevo come una sterile costruzione della mia testa.
E per siglare il ritorno, stasera vado a ballare e domani mi faccio i colpi di sole!
8 commenti:
A me questo effetto l'ha sempre fatto la mia relatrice di tesi: la persona che ha saputo mettermi sulla strada giusta. Non nel lavoro (faccio un mestiere che non c'entra nulla con la mia laurea), quanto nella vita privata.
Ovviamente la venero, anche se non riesco nemmeno a portarle Amelia perché la possa conoscere.
Un saluto
Chiara
A me i corsi per manager mi facevano sempre uscire come inclassificabile. Era una delusione tremenda per il formatore non riuscire ad incasellarmi.
Certo, però, cara Giuliana, devi raccontarci qualche dettaglio perché possiamo figurarci meglio la situazione. E cioè quanti eravate, qual'era esattamente l'argomento del corso, ha fatto giochi di ruolo, piramidi dei bisogni. Insomma perché ti sei sentita rivoltata come un calzino? Nel badget mettici la voce: spiegazioni dettagliate! Con comprensione tua meringa
cara Meringa, che dire... per il momento temo di non poter essere più esplicita. spero però che un giorno (magari fra non molto) la prognosi potrà essere sciolta :)
Mi pare di aver capito che alla fine stai bene come eri/sei, alla faccia dei corsi.
E a proposito di manager, come la metti con la metà dei tuoi dipendenti che non ti apprezza (vedi ultima statistica nazionale)?
in realtà no, c'è molto lavoro da fare, ma almeno ora so da dove cominciare.
e per quanto riguarda i dipendenti che non mi apprezzano, hai presente la storia delle statistiche sui polli? beh, c'è qualche manager che non è apprezzato da nessuno dei suoi :)
Anche io ho voglia, bisogno, desiderio,necessità di....ristrutturazione interiore ed esteriore! E a volte l'elememto esterno è fondamentale per far scattare la molla decisiva! Approfittane e traine beneficio!
I colpi di sole (quelli dal parrucchiere) sono un ottimo inizio!!! ;)
Certe "rivelazioni" sono uno shock proprio perché ci mettono davanti a noi stessi, alla nuda verità senza scuse, temporeggiamenti, alibi di sorta.
Sentirsi rivoltare come un pedalino e vedere cos'è rimasto - se qualcosa è rimasto - di ciò che ci aveva spinto a fare determinate scelte e quanto, invece, nascondiamo il disagio e la paura di cambiare non è una cosa piacevole...ma è anche il punto di partenza di un nuovo inizio, no?
Che ti devo dire: divertiti e fatti bella!
Lo sappiamo tutti che lo scopo della vita è godercela, perchè ce ne dimentichiamo?
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