martedì, dicembre 04, 2007

FotoMeme!

Popale e Scrittricexcaso mi chiamano per un fotomeme: 5 foto che mi raccontano.

Serve una premessa: io non amo le foto. Ci sono periodi della mia vita - quelli in cui ero io a decidere se e quando farmi fotografare - che non sono documentati per niente, dal punto di vista iconografico. Nessuna traccia. Le pochissime foto di quei periodi sono state disperse nei vari traslochi che mi hanno portato da una casa all'altra e da una città all'altra. Per scelta. (Le ragioni di questa scelta meriterebbero, più che un post, alcuni anni di analisi.)

Quindi è facile capire come sia per me difficile raccogliere ben 5 foto che mi raccontino e che, possibilmente, non siano state scattate nello stesso momento - una attimo prima di scrivere il post. Alla fine le ho, le foto, ed eccole qua.



Lui si chiama Garibaldi. Quando avevo due o tre anni, mia nonna e mia zia mi portarono a Napoli. In una piazza c'era un monumento con un signore a cavallo. Io chiesi chi fosse, loro mi risposero "Garibaldi", e io pensai che Garibaldi fosse il nome del cavallo. In realtà la statua di Garibaldi a Napoli non ha un cavallo, ma suppongo che le mie accompagnatrici fossero già piuttosto stanche delle mie chiacchiere, e quindi abbiano tagliato corto, al di là della verità architettonica. Fatto sta che passando in un mercatino io vedo questo cavallo, e dimostro di non avere alcuna intenzione di tornare a casa senza di lui. Sfinite, mia zia e mia nonna mi comprarono il cavallino, che ci accompagnò per tutto il resto della gita. E che, naturalmente, fu battezzato Garibaldi.



Questo è il lago di Monticchio, anzi, il più piccolo dei due laghetti di Monticchio. A questo posto sono legati moltissimi ricordi d'infanzia, quando si andava a fare le gite fuori porta con tutta la famiglia e i cugini e gli zii e i nonni. In effetti, è passato un sacco di tempo, ma i laghi sono sempre lì, per fortuna.


Notre Dame vista dalla Senna. Di Parigi e del mio rapporto con questa città ho già raccontato, quindi non poteva mancare una foto. Ma non aggiungo altro perché mi viene da piangere...






Portovenere, il porto visto dal mare. Questa è storia - relativamente - recente. Quando ho conosciuto Alberto ho capito che avevo solo due possibilità: rassegnarmi a fare la vedova bianca nel corso delle sue (allora) frequenti navigazioni, o farmi venire la passione per la vela. Ho scelto la seconda, io che sono una terrona di montagna. Detto fatto, nei primi due o tre anni di pratica ho navigato un sacco e in tutte le stagioni, e ho anche preso la patente nautica! (Una fatica improba questa, tanto più grave quanto più mio marito, in contemporanea, diceva che era una passeggiata di salute...). E quindi Portovenere è stata la meta fissa dei nostri week end per un bel po' di tempo.



Ed eccoci all'ultima foto. La mostra dell'anno scorso. Io ho disegnato i modelli e fatto i prototipi, 11 artisti li hanno interpretati: ne è venuta fuori una mostra bellissima. E ora vediamo anche se ci può essere un seguito.
Beh, il mio compitino l'ho fatto. E quindi passo a...
Nessuno, stavolta non passo il meme. Chi vuole lo colga (magari qualcuno che abbia un rapporto con le foto più facile del mio :)))




6 commenti:

Laura ha detto...

Che bei ricordi !
Fantastica soprattutto la storia del tuo cavallino, mi è piaciuta tantissimo.
Un saluto !

Brigida Fraioli ha detto...

La mostra è meravigliosa!
Su Parigi, la Senna e tutto il resto non potrei essere più d'accordo

Giuliana ha detto...

@ laura: e sì, garibaldi è stato uno dei punti fermi della mia prima infanzia. avrei voluto un cavallo vero, dicevo a mia madre che potevamo tenerlo in sala, ma non se n'è mai fatto niente :D

@ brigida: eh sì, proprio bella la mostra, e come ci siamo divertiti! (il lavoro che c'è stato dietro non te lo racconto, se no passa tutta la poesia)

prostata ha detto...

Ma che teeenero il cavallino! :D

Mammamsterdam ha detto...

Ma sei aquilana?!? E con un brevetto nautico. Saresti da conoscere (o magari non lo sappiamo ma già è successo).

Ciao,

Ba

Giuliana ha detto...

@ de kokende mamma: no, sono di potenza. fa freddo lo stesso :)