Leggo dall'indagine di Adecco (qui la relazione completa) che le aziende non sono attrezzate per far fronte all'invecchiamento della loro popolazione. L'argomento mi tocca da vicino: è già da un po' che sento di star facendo un lavoro "da ggiovane" mentre sono vicina allo stato di vecchia carampana, e se mi vedo tra 10 anni non mi immagino certo a star dietro a creativi, tecnologi e clienti isterici. Preferirei trasferirmi sull'Isola dei Famosi, piuttosto (questo anche subito, mica tra 10 anni, a dire il vero).
La storia è sempre la stessa: se non sei un megamanager entro i 40 anni, e se per di più hai fatto un figlio, per le donne, sei fuori dai giochi. E se guardo i miei colleghi, mi vengono in mente altre professioni "da ggiovane": l'art director, il copywriter, l'esperto di multimedia, quanto possono crescere? Arriva sicuramente un momento in cui o sono diventati direttori creativi (qui la domanda è: per quanti direttori creativi c'è posto al mondo?) o, in alternativa, guru di qualcosa, o...?
En passant, ne parlo con un amico, che mi fa osservare che le aziende - soprattutto quelle del settore digitale, il giovane per eccellenza - non hanno mai superato la fase dell'adolescenza. Aziende ragazzine, insomma, mentre chi ci lavora dentro tanto ragazzino non è più. Affondo sulla scia del mio amico: molte di queste aziende hanno scambiato il loro accresciuto ruolo all'interno dei paradigmi finanziari con un passaggio all'età adulta. Sconfessando il paradigma che le ha condotte fin lì: il gioco. Da un giorno all'altro, le stesse persone che facevano del gioco, del divertimento, della scoperta, la chiave del loro lavoro, di colpo si sono trovate a dover dare conto agli investitori del loro operato. Dicendo addio alla passione. Il risultato è che chi non è più giovanissimo, e quindi non trova più la sua motivazione nella crescita professionale, si sente fuori posto, senza appello.
Dunque per lavorare bene e con soddisfazione siamo condannati a essere giovani almeno fino all'età della pensione? (Certo, c'è sempre l'agriturismo...)
10 commenti:
Per chi non fa carriera, il futuro quasi inevitabile è quello della piccola consulenza o del lavoro autonomo.
beh, gianni, la prospettiva in sé non mi sembra così drammatica. mi chiedo però perchè le aziende rinuncino in maniera sistematica all'esperienza per puntare sempre solo su risorse giovani - che, poi, spesso non sono in grado di formare, mancando appunto le figure di riferimento che possano trasmettere know how
Se troviamo un colore che non sembri troppo quello del parrucco di Baudo possiamo tirare avanti ancora qualche anno ... se c'è riuscito lui perchè noi no? ;)
Un alterantiva all'agriturismo è il baretto su qualche spiaggia caraibica ... almeno si prende anche il sole ;)
Tanto rimaniamo sempre più jovani noi!!! :)
Buon fine settimana Giuly
Dirai che non c'entra niente, ma anche questo discorso come quello di lunedì mi ricorda tanto la bella fidanzata che, dopo qualche anno di matrimonio, si trasforma in una ciabattona in bigodini, anche se non si usano più.
L'età anagrafica non c'entra. Sbaglio o Armando Testa anche alla sua veneranda età era fra i più valenti creativi italiani?
Io, a quasi sessant'anni, forse volto ancora pagina.
popale: in effetti il parrucchino potrebbe essere una soluzione... creativa!
maurice: in questo caso forse siamo noi che a certo punto diventiamo vecchie ciabattone, perchè in fin dei conti il lavoro rimane quello che è. e occhio, perchè di armando testa ce n'è uno solo, mentre di ultraquarantenni intrappolati in ruoli senza futuro ce ne sono a bizzeffe. voltare pagina sì, quella è una cosa che, a un certo punto, si deve avere il coraggio di fare. in bocca al lupo!
discorso confuso ma abbastanza serio su creatività, età e lavoro, esperienza e al contrario testa piena di nuove idee...io sui creativi sono abbastanza scettica...perdite di tempo e poca praticita...
guarda scandaloacorte su wordpress...pausa sigaretta...proprio chi ci sta dentro a queste cose si mette in discussione e ne trova i punti dolenti direi!
bt
Ma noooo! In Italia c'è tanto spazio per i vecchi. Anzi, è proprio il vecchio che sfonda!
All'estero magari no. Ma più che una mente giovane, cercano una mente fresca. Che può anche essere meno "di primo pelo", ma sempre allenata. Courage... Finché viviamo qua, abbiamo chances anche noi quarantenni!
@ betta: vado a leggere, ma non ho capito bene quello che dici sui creativi
@ ruben: se fai il politico sì...
Alla tua domanda "perchè le aziende rinuncino in maniera sistematica all'esperienza per puntare sempre solo su risorse giovani", io una risposta l'avrei: costano meno!!! Sì, lo so, è illogico e controproducente, ma purtroppo è la dilagante realtà...
alberolistico: già, costano meno, peccato che se è vero che uno con esperienza può, all'occorrenza, fare il lavoro di 3 junior, non bastano 30 junior per fare il lavoro di uno con esperienza...
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