giovedì, febbraio 17, 2011

Minimiti: le capacità oracolari della funzione shuffle dell'iPod

Non ho creato playlist nel mio iPod, nonostante l’agghiacciante accozzaglia di musica che lo popola.

Il mio iPod ha iniziato a popolarsi molto tempo fa, quando avevo accesso a certi server che ufficialmente neanche esistevano. E per essere inesistenti erano belli zeppi. La mia politica era: tiriamo su tutto, c’è sempre tempo per scremare. Chiaro che a un certo punto mi sono ritrovata così tanta roba da rendere scoraggiante qualunque tentativo in questo senso.

Poi è arrivato l’iPhone. E allora mi sono detta: ecco, adesso scremo. Cosa che ho fatto. Ma poi l’iPhone medesimo non si aggiornava dal mio pc, e ho chiesto aiuto ad un amico col Mac. E il suo Mac mi ha chiesto: ti carico anche la musica del tuo amico? Io ho risposto sì. Lui ha omesso di dirmi che la musica del mio amico era anche più incasinata della mia, e comprendeva anche quella della figlia preadolescente. Perciò sono al punto di prima.

Ciononostante non ho creato playlist, perché credo ciecamente nelle capacità oracolari della funzione shuffle dell'iPod.

La funzione shuffle dell’iPod ha 3 capacità oracolari:
1. L’orientamento
2. La predizione
3. L’interpretazione

Di seguito alcuni esempi tratti da un’esperienza raccapricciante durante un viaggio in treno.

1. L’orientamento
La capacità di orientamento è quella per cui l’iPod in modalità shuffle è capace di darti delle indicazioni precise sul tempo e lo spazio in cui ti trovi. 


Sono in treno, di rientro da una giornata in trasferta sulla direttrice adriatica. Nevica, e le meravigliose Ferrovie dello Stato si muovono con una media di 80 minuti di ritardo, se non prendi una Frecciarossa. La mia freccia è bianca, ahimè, perciò non si sfugge. Alle 23.42, ferma alla stazione di Parma, alle mie orecchie viene ammannita Round About Midnight di Ella Fitzgerald e Count Basie. Che non è Round Midnight e basta, la quale si palesa giustamente alle 00.24, all’altezza di Piacenza o giù di lì. Una delle 5 versioni custodite nel ventre ipertrofico dell’iTunes, non ricordo quale. Poi sono così cotta che lui decide che è arrivato il momento di spararmi De Gregori nel canale sinistro – è sempre così soprattutto nelle canzoni vecchie, ed è l’unico, che gli altri invece sembrano arrivarti alle spalle. Recupero l’orientamento. Sono a Lodi. Tra mezz’ora a casa.

2. La predizione
La capacità di predizione si spiega da sé: l’iPod sa che cosa succederà nel prossimo futuro. Le possibilità di sbagliare sono pochissime.


Sono a Lodi, quindi. Però nell’orecchio mi suona Stormwarning con la voce di Hilary James, e un po’ comincio ad allarmarmi. Sta ancora nevicando? Questi finestrini sono luridi, non si vede una ceppa. Snow, mi confermano i Red Hot Chili Peppers, magari presi un po’ più letteralmente del dovuto. Non può essere così drammatica, mi ripeto, è solo suggestione. Ma quando sono quasi a Rogoredo attacca As Cool As It Comes di Enrico Pieranunzi e ok, mi metto il cuore in pace: per il momento niente agognato calduccio di casa. Non solo: mentre finalmente scendo dal treno arriva la mazzata: Milano is Burning (Debauched). Si è fatta l’una, e sono pur sempre a Milano, la metropoli tentacolare, la città dell’Expo, che cosa potrà mai capitare ancora?

3. L’interpretazione
L’ultima capacità oracolare della funzione shuffle dell’iPod è quella di interpretare le emozioni che stai provando nel preciso momento in cui le provi, dandoti anche delle chiavi di lettura degli eventi e a volte addirittura spunti sulle possibili soluzioni.


Esco dalla stazione che mi sento… come mi sento? L’iPod interpreta: uno Zombie, che cos’altro? Lo dicono anche i Cramberries. Prendo le scale invece dei tapis roulant per arrivare prima alla fermata dei taxi, ma arrivata in fondo mi rendo conto che le porte della stazione sono sprangate. Cerco a destra e sinistra, continuo a trovare porte chiuse. Ma come cazzo faccio a uscire da questa merda di stazione???!!! Torno su, prendo uno dei favolosi corridoi luminosi, una galleria e poi l’altra, dopo 5 minuti sono ancora lì che cerco un’uscita insieme a un manipolo di ex compagni di viaggio. Usciamo, andiamo alla fermata dei taxi. La coda è lunga un chilometro, fa il giro tre volte nell’enorme piazzale. Arriva una macchina ogni tre minuti. Di nuovo le cuffiette danno voce al mio stato di prostrazione. Lascia ch’io pianga, Handel, suggerisce Lui. Mica pizza e fichi. Passa mezz’ora. Sempre no taxi. Freddo boia. Nella fila siamo vicini vicini, alla faccia dello spazio vitale. Arriva il suggerimento, e me lo da il Boss in persona: Dancing in The Dark. Certo. Sono le due. E io e i miei vicini di coda balliamo per scongiurare l’assideramento incipiente. Alle due e un quarto finalmente è il mio turno. Entro in taxi. Giorgio Gaber parla al tassista per me: Porta Romana.

Perciò, perché mai dovrei creare delle playlist?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Dimmi che è tutto uno scherzo Giu!?! Io ce l'ho il shuffle e non ho mai sentito di quelle "capacità", né mi è mai capitata coincidenze del genere... ma ora mi hai messo il dubbio! :) in ogni caso, mi hai fatta ridere!!! :)))
Isa

Giuliana ha detto...

isa, è andata proprio così :)
e comunque facci caso, lo shuffle non è mai veramente casuale ;)

lorenza ha detto...

:D io uso la funzione shuffle come leggo l'oroscopo dell'anno, in modo un po' superstizioso e pensando "vediamo un po' se ci azzecchi..." (però sulle canzoni che non mi piacciono vado con FFwd, e mi sa che non vale)

Giuliana ha detto...

ecco, vedi allora che non sono l'unica?
(anch'io a volte salto, e non so se vale :))

Anonimo ha detto...

prometto di prestarci attenzione la prox volta che lo usero'! ... poi tornero' qui a raccontarti ;)
Isa

Fabi ha detto...

Ciao...ti ho trovata su Twitter e sono venuta a curiosare... molto carino il tuo blog...lo aggiungo a quelli che già seguo...
A presto