mercoledì, giugno 13, 2007

Cuore di mamma

“Non vi sposate! Mai! Trombate a destra e a manca, serene e sempre ben protette, che non vi venga in mente di farvi ingravidare. Ma non trombate con uno solo, eh? Che sennò poi vi innamorate, o si innamora lui, e alla fine siete punto e daccapo. Poi vorrete/vorrà un matrimonio, la lista nozze, i genitori in lacrime e tutto il resto, e poi sicuramente vi verrà voglia di un figlio. E siete fregate. Datela in giro e basta.”

Le tre bionde (strano come ultimamente i miei post abbiano sempre qualcosa a che fare con trii di bionde) mi guardano con gli occhi da lemuri. Loro sono giovani, oltre ad essere bionde, giovani e single. In quella fase della vita in cui l’ansia di essere coppia non ha quasi più nulla a che fare con le romanticherie adolescenziali. Il compagno è qualcuno per sempre, in quella fase della vita, e soprattutto è facilmente trasformabile nel padre dei vostri figli. Perché questo amore per l’Amore risulta pesantemente da un gioco della chimica: gli ormoni in subbuglio reclamano la loro parte e chiedono a gran voce una chance. Gli occhi da lemuri sono l’espressione tangibile degli ormoni spaventati a morte.

Le bionde: “Dove stai andando?”
Io: “Alla festa della scuola. C’è anche la recita”
Le bionde: “Beeeello! Che cariiiiiini! Sarà divertente!”
Io: “Come un’assemblea condominiale”

Loro sorridono, non sapendo bene cosa dire. Io guadagno l’uscita dell’ufficio e a grandi falcate mi dirigo al baretto subito sotto, dove Alberto, come sempre in ritardo, mi raggiungerà. Ordino un panino freddo: i panini freddi sono una delle cose che odio di più al mondo, insieme alle assemblee condominiali. In fondo tutto questo malumore, e la sparata conseguente, nasce proprio dal ritardo di Alberto. Per una volta avrei voluto che la nostra famiglia fosse un po’ più Mulino Bianco. Tranquilli e rilassati, lontani dalla Beirut quotidiana di corse, telefoni, corse, prendi-qua-porta-là, e di nuovo corse. Invece il papà-non-mulino-bianco è arrivato troppo tardi per mangiare. Giusto il tempo di passare a casa a prelevare la nonna e via, a scuola in derapata.

Entriamo nel teatro della scuola. Fa un caldo torrido, la folla di genitori e nonni si accalca educatamente. Forse stavolta non ci saranno risse per fare foto e film. Un marcantonio di dimensioni gulliveriane si piazza davanti ad Alberto, che vedo sul punto di avere una sclera degna di miglior causa. Le maestre hanno pensato a tutto. La sala è invasa dalla musica. With or without you. Gli U2 mi scuotono un po’. Poi silenzio (si fa per dire). E i piccolini, con i loro jeans e le loro magliette autodipinte si alzano tutti in piedi, disordinatamente, girati un po’ di qua e un po’ di là, chi saluta, chi, depredato del suo sonnellino pomeridiano, sbadiglia. Sento i lucciconi, in un punto preciso degli occhi, in alto, sotto, dentro l’arcata sopraccigliare. Ce la posso fare.

Le formichine (il gruppo dei più piccoli si chiama così) attaccano a cantare. Eccola, una delle canzoni che Gabriele ultimamente ci rifila in continuazione, nel suo juke box ancora fresco di stampa ma aperto a tutte le possibilità. E sulle note di Tiziano Ferro, di Ligabue, dei Queen, la sottoscritta si scioglie. In lacrime senza speranze di essere fermate (del resto la musica dal vivo mi fa sempre quest'effetto; perché stavolta sarebbe dovuto essere diverso?). Senza peraltro riuscire a vederlo, il pargolo, in tutto il casino che c’è. Io piango e piango e piango. Per mezz’ora, cicca e spanna, e mio cuore di mamma mi stordisce.

La prossima volta che vado a un’assemblea condominiale me ne ricorderò.

9 commenti:

Labelladdormentata ha detto...

Fortunatamente alle assemblee condominiali nessuno canta o ascolta musica! Al massimo qualcuno grida!

Giuliana ha detto...

altrochè se gridano! e nel mio caso in dialetto milanese, quello very original, incomprensibile se la tua famiglia non ha rapporti di parentela con il manzoni :)
ma magari ci farò un post...

Francesca Palmas ha detto...

giuly che cosa tenera!Ma ai bimbi fanno cantare i queen? a me al limite mi vestivano da coccinella a cantare l'ape maia...!

Anonimo ha detto...

Farò un patto con mia figlia: io non vado ai suoi spettacoli e non pretendo che lei venga ai miei.
Così ci risparmiamo due stress e l'unico inguaiato resta Mignolo... ;-)

Ileana ha detto...

Io seguo il consiglio e rifuggo il "matriaggio"! ;)
E' sul darla a destra e a manca che ancora devo lavorare........uff!

Giuliana ha detto...

coniglia, gli anni passano e l'ape maia non riscuote più molti consensi. ora questi cantano i queen, elisa, ligabue...

chiara, mi sembra un buon compromesso :D

ile, scusa ma quello è un passaggio cruciale, perchè se no ti intristisci, la pelle si disidrata, i fianchi si appesantiscono, ecc. ecc. datti da fare, non hai giustificazioni!

copyman ha detto...

Ho assistito anch'io alle rappresentazioni di fine anno scolastico al cineteatro parrocchiale e a quelle, su scala minore, all'asilo nido e alla scuola materna, per cui quello che hai descritto mi è ben noto :-)
Sull'invito a tenersi piacevolmente alla larga da partner fissi e da perniciosi coinvolgimenti sentimentali sobillati dal ticchettio dell'orologio biologico credo sia la classica saggezza ex post: nessuno ci crede finché la frittata non è fatta :-)

Ileana ha detto...

Giuliana,
grazie per la dritta!
Se non ti dispiace, potresti dirmi come contattarti in privato?
Cosi' ti chiedo i riferimenti del fisiatra!
Thanks, Ile

astralla ha detto...

Va là che la vita da mamma è una gran bella cosa! ;) Un abbraccio!