Come resistere alla tentazione di chiedere a un testimone di prima mano cosa stia succedendo in quella mia Lucania oggi miracolosamente all'onore delle cronache? Ovviamente non potevo sottrarmi, e così ho pregato mia sorella di rimandare la doccia che aveva programmato e scrivere qualcosa per me. Lei l'ha fatto, io pubblico.
A Pescopagano c’è stato un nuovo arrivo: Angela, quarant'anni, moglie e nuora dei proprietari dell’Hotel Imperial. Nome un po’ pretenzioso per il luogo. Ma a noi insegnanti e alunni della magica terza media è andata bene. L’hotel infatti ha anche un ristorante-pizzeria dove tutto il paese festeggia battesimi e nonni centenari. Come è intuitivo, i primi sono meno frequenti dei secondi – l’anno scorso hanno festeggiato 102 e 100 anni e una sola bimba, che ha ricevuto in dono per il suo ingresso in questo mondo un corredino fatto interamente all’uncinetto - e senza occhiali - dalla vecchietta ultracentenaria (quella di 102 anni). E ogni volta che al ristorante c’è una festa, il giorno dopo arrivano in classe pizze, torte salate, dolci e ogni ben di Dio di gastronomia a conduzione familiare. E da bere non c’è mica la coca cola come alla scuola media: si va a birra, il mitico peroncino, per l'occasione nel formato magnum, da tre quarti.
Angela era in elenco fin dall’inizio, ma quando il marito aveva visto chi sarebbero stati i suoi compagni di classe le aveva “suggerito” di lasciar perdere. Sono i matti del villaggio. Le sue riserve personali erano invece – dice lei - fondate sul suo senso del pudore rispetto ad una classe, fino a quel momento, interamente maschile. Buona la prima. Si è rincuorata – soprattutto il marito - quando ha saputo della presenza di due insegnanti donne e di Maria, la zurighese. Adesso le due signore sono la punta di diamante della scolaresca: Angela si impegna per sanare una sciocca convinzione dei suoi genitori, che non la mandarono più a scuola perché anche i suoi fratelli avevano interrotto gli studi, e non poteva essere ammissibile che la femminuccia di casa ricevesse un’istruzione. Maria ha assunto invece l’atteggiamento discutibile della prima della classe. Lei si sente decisamente superiore. Ha vissuto all’estero, il più civile degli esteri, la Svizzera. Ha lavorato per tanti anni ed è ancora lontana dall’età della pensione. Parla tedesco, dunque per lei l’inglese… eccetera eccetera. E nonostante le premesse, dopo poche settimane dal suo arrivo, Angela ha raggiunto i risultati migliori.
Ma le più grandi soddisfazioni vengono da Franchino e Peppino, i due folletti. Nessuno dei due sa scrivere in corsivo e hanno le idee confuse sulla direzione che deve prendere quell’insidioso serpentello di S, ma mi impediscono di cancellare la lavagna – con una spugnetta per lavare i piatti che sostituisce il glorioso ricordo del cancellino srotolato – perché loro devono copiare. Franchino si è rasato la barba e aveva anche tolto la sciarpa – in questi giorni l’ha dovuta rimettere essendo caduta la prima neve dell’anno. Peppino invece ha proprio deciso di partecipare alle lezioni. E gli interventi di Peppino sono davvero brillanti. Qualche giorno fa ci siamo imbattuti in un from 8 a.m. to 10 a.m. Ben lontani dal preoccuparsi del significato di questa espressione, che la solerte Maria ha provveduto a spiegare alla classe, mi sentivo comunque in dovere di spiegare che a.m. vuol dire prima di mezzogiorno. E qui ho sentito Peppino bofonchiare: “E sì, dopo mezzogiorno c’è l’una. E pure dopo mezzanotte.” Geniale.
E le chicche non sono finite. Anche Antonio, insolitamente sobrio, ha fatto il suo intervento. Discutendo sull’opportunità di punire Maria per i suoi continui interventi facendola inginocchiare sulle pietre – più reperibili dei ceci – mi ha chiesto “Signò, come si dice in inglese pietra?”. Io rispondo “Stone”. Antonio “Ca si ti và ‘n cap sì ca t’ ston’”. [per i non nativi: "Se ti cade in testa, certo che ti stordisce", ndr]
La genialità dei miei allievi non è però un caso isolato: ha indiscutibilmente le sue origini nei fasti dell’Impero Romano. Che c’entra? Un giorno, di ritorno da Pescopagano, finalmente con la luce del giorno e senza nebbia – ce n’è anche qui e non si può immaginare quanta - ho fatto una scoperta: la strada tutta curve che percorro fino (quasi) a Potenza, la SS 7, è niente meno che l’antica via Appia, quella che portava da Roma a Brindisi, in Puglia. Ma allora perché lasciarsi sfuggire l’occasione?! La via Appia come la Route 66. Si noleggia un camper e la si percorre per intero, e magari si compila un diario di bordo con le foto e tutto quanto. Certo non mancherebbe un po’ di mal di mare con tutti i saliscendi lucani ma ci si potrebbe dotare dei preziosi braccialettini per il mal d’auto e affidarsi alla benevolenza dei santi – e delle sagre – lungo il percorso.
A Potenza via Appia ha mantenuto il suo nome e alcune tracce, segnate dai resti di un acquedotto, protetti per qualche giorno da una gigantesca teca di vetro prontamente massacrata dalla brillante gioventù locale, e da un ponte sul fiume Basento che scorre lungo la periferia cittadina e passa non lontano dal carcere, in questo momento, più famoso d’Italia. E qui si impongono le riflessioni sul destino di questa città. A dire il vero in questo momento piuttosto brillante.
Woodcock for President… dell’Azienda di Promozione Turistica. E già. Dove non sono arrivate le pro loco, dove hanno fallito gli amministratori locali, dove si è bloccato persino Internet, è arrivato il mitico PM. La città brulica di vip, gli alberghi e i ristoranti festeggiano, si vedono in giro addirittura dei taxi (la guida della città pubblicata dal Comune ne indicava 7 in servizio dalla stazione centrale, da contattare via cellulare non essendo disponibile un servizio radio). I navigatori satellitari di tutte le redazioni giornalistiche e televisive d’Italia hanno portato a Potenza orde di giornalisti e cameraman e fotografi. E soprattutto le signore della città sono impazzite. Le vedi assiepate avanti al tribunale (anche dentro, per la verità) armate di telefonini per scattare foto al personaggio di turno e spedire mms alle amiche. È capitato perfino alla mia amica avvocato di ricevere la foto di Raoul Bova dalla cancelleria del tribunale…
Per dirla con un sedicente imprenditore locale, a colloquio con il direttore della banca alla quale stava chiedendo un mutuo: "Signorina, non si preoccupi: sine qua non, siamo qua noi". Geniale.
20 commenti:
sine qua non...siamo qua noi...Perchè non ci ero arrivata io???Che bellezza...Complimenti sorella di Giuly :)
Secondo me potrebbe scrivere la sceneggiatura di un film con Silvio Orlando! Congratulescions! ;-)
adoro le cronache lucane. tua sorella ha del vero talento.. dovrebbe aprire un blog tutto suo!
Il Sud brulica di personalità così...
L'ars oratoria ce l'abbiamo nel DNA.
Complimenti alla sorella!
TZ
coniglia, sine qua non è una vera perla, mi chiedo se non sia una citazione, tipo di qualche CT di nazionale...
ruben, prima tarantino e adesso silvio orlando. mi chiedo che ci faccio in questo ufficio del cavolo :D
ktilia, ho provato a convincerla, ma non c'è niente da fare. continuerò ad ospitarla, fino a quando non avrà voglia di "mettersi in proprio" :) benvenuta!
TZ, come sarebbe "ce l'abbiamo"? vuoi dire che mi sei terrona anche tu???
Giuliana: e infatti, era un consiglio a spingerti "oltre"...pazza l'idea?
ruben, sei un tesoro! mi sa che mi metto all'opera per fare il grande salto! ahahahahah!
Anch'io son qui. Sine qua non!!!
;-)
Simone
simone, benvenuto!
sono davvero commossa da tutti questi commenti ma se continuate così finisce che mi monto la testa e convinco la mia sorellona a scrivere una sceneggiatura, magari partendo dalla via appia...
e perchè, non sarebbe plausibile? la route 66 sì e l'appia antica no?
Mi mancava, pensavo che avessi convito Valeria ad aprire un suo blog. Anche io penso che dovreste provare con una sceneggiatura. Complimenti!
sì! dai giuli, andiamo quest'estate. e poi è stata anche la via dei templari...ti mando un pezzo?
ale, come vedi qui ci si fa prendere subito dall'entusiasmo :D
valeria, come sarebbe la via dei templari??? uè, qua ci scappa un codice da pescopagano, la vendetta. scrivi, scrivi. e non penserai mica di andare in vacanza!
ma non la guardi proprio la tv?! scrivo scrivo, la vacanza può aspettare.
Concordo sul Woodcock for President!;)
Mai come ora Potenza e la Lucania tutta ha avuto più attenzione.....Beh, forse solo dopo che Mel Gibson ha girato The Passion nei Sassi di Matera!
Saluti da una conterranea (metà materana e metà potentina) emigrata prima al nord e poi negli USA!
@ Giuliana: asse Napoli-Roma, a Brescia da un decennio :-)
@ile: benvenuta! che bel percorso!
@tz: però, e io che ti facevo bresciana doc...
Facendo un veloce riferimento al fatto che come mamma vai benissimo soprattutto riuscendo a sopravvivere a tutte le pippe mentali a cui siamo sottoposte per questa vita a metà, io scopro che sarebbe bellissimo se tua sorella potesse incrementare un pò di più i suoi racconti perchè li trovo particolarmente appassionanti...c'ho pure il titolo
"Un posto Felix sotto il sole della Lucania!"
A parte gli scherzi, mi divertono troppo!
Un bacione grandissimo a te e family
Graziella
skan, c'è proprio bisogno di gridare?
ho fatto un post per voi, buon lavoro!
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