lunedì, ottobre 10, 2011
Backstage tardivi
Il mio matrimonio è stato molto tradizionale: chiesa, fiori d'arancio, archi e soprano, parenti, amici, nella mia città (e non in quella di lui), abito bianco, perfino un po’ di strascico, che io non avrei voluto ma che mia madre, autrice del capolavoro, mi ha fatto trovare a sorpresa.
Su una cosa però siamo stati inflessibili: niente bomboniere. Sarà che a un certo punto ci eravamo ritrovati a fare spazio nei nostri scaffali riempiendo i cassonetti condominiali di suppellettili magari carine ma del tutto inutili; sarà che dopo due giorni nessuno si ricorda più di chi era la bomboniera che ora gli ingombra il tavolino da caffè.
Ci piaceva comunque l’idea di lasciare un ricordo e un grazie a tutti della partecipazione. E così, grazie ad una fantastica art dell’agenzia in cui lavoravo, Elena, abbiamo elaborato due cose: un biglietto di ringraziamento da lasciare nelle camere d’albergo dei nostri ospiti venuti da fuori (i tre quarti degli invitati), e delle macchine fotografiche usa e getta personalizzate.
Su ogni tavolo c’erano un po’ di queste macchinette fotografiche ad uso dei commensali. Ciascuno ne ha fatto l’uso e l’abuso che ha creduto, durante la festa. E dopo qualche tempo, la sorpresa: nessuno aveva finito la serata con la stessa macchinetta con cui l’aveva iniziata. Le macchinette, com'è come non è, si erano mescolate tutte, dando una bella mixata ai punti di vista. Qualcuno, la maggioranza, ci ha spedito le foto che si è ritrovato, che in alcuni casi, i più fortunati, sono ritornate al proprietario (dopo averne fatto una copia per noi, naturalmente). E noi abbiamo un pacco di centinaia di foto di backstage.
Ci sono foto fatte dai bambini, si riconoscono perché vi compaiono per lo più delle gambe; quelle degli amici sono un po’ mosse: dopo l’aperitivo almeno due tavoli presentavano un tasso alcolico col quale è meglio non mettersi al volante; i parenti sono stati più discreti, le loro foto sono tutte più ordinatine, in alcuni casi addirittura in posa.
La cosa più bella, per la quale oggi rifarei questa mossa, è che adesso io conservo di quella giornata un punto di vista ufficiale (immortalato da un fotografo, che, nonostante molto bravo nel suo mestiere, adesso fa il cabarettista e ha mollato tutto) e uno unofficial, quello degli invitati. Ciascuno con il suo carattere, le sue manie, i suoi gusti in fatto di iconografia. Impagabile.
Perché racconto tutto questo, che risale a dieci anni fa? Perché sabato ho rivisto un’amica dopo un tempo incredibilmente lungo, e la prima cosa che mi dice è: ho una cosa per te. E mi porge un piccolo album di foto. Del mio matrimonio. Da cui mi fanno ciao ciao uno zio che non c’è più, cugini che erano ragazzi e ora sono uomini, il mio papà che stava ancora bene, io stessa, con i capelli lunghissimi. “Non sono mie, devo avere scambiato la macchinetta fotografica per sbaglio”, mi fa lei, l’amica. Già. Per sbaglio, o per magia. Ché se fossero state le sue, io magari queste foto non le avrei mai viste, e non avrei pensato a mio zio che non c’è più, a come i miei cugini ragazzi abbiano mantenuto le promesse una volta diventati uomini, a come era bello quando il mio papà somigliava ancora al mio papà, ai miei capelli che adesso vorrei farmi crescere di nuovo.
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5 commenti:
pure noi abbiamo fatto lo stesso! ci siamo divertiti molto :-) fra l'altro eravamo rilassatissimi perche' ci siamo sposati in italia e siamo praticamente arrivati in sede 20 giorni prima dell'evento, organizzando tutto cosi', come veniva, e ripartiti 4 giorni dopo, quindi abbiamo saltato a pie' pari tutta la fase di planning estremo
Invidio un sacco chi ha avuto questa bella idea.
Noi abbiamo avuto n matrimonio molto tranquillo, ma il punto di vista "alternativo" e lo scambio foto mi sarebbe piaciuto tanto.
Anche noi fotografo ufficiale e amici scatenati con le loro digitali. Quindi foto (e video) ufficiali e non. L'immagine più bella l'ha scattata un nostro amico, assolutamente per caso... E comunque, per restare in tema, giovedì è io mio anniversario di matrimonio. Così, se ti interessa... :-)
Bel post.
Pezzi di sè surgelati e sparsi per l'Italia.
Scongelati , scongelano i sentimenti.
Che bello! Fantastica l'idea delle macchine fotografiche usa e getta, fantastico l'aver ricevuto le foto dieci anni dopo.
Francy
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